Editoriali

I lavoratori dotati di un minimo di coscienza di classe dovrebbero essere consapevoli che il lavoro a distanza comporta un’occupazione tendenzialmente a cottimo, a progetto, un tasso più elevato di autosfruttamento e, quindi, una riduzione del tempo da dedicare alla riproduzione della propria forza lavoro.

Lo scenario di fine anno presenta un’accelerazione, con le tensioni indotte nella maggioranza da Italia Viva al presidente del Consiglio che esprimono una lotta interna alla borghesia in vista di nuovi equilibri. Necessario un programma minimo dei comunisti per riaggregare un blocco sociale e un fronte politico anticapitalista.

I socialpacifisti condannano astrattamente ogni forma di guerra, senza distinguere fra aggressioni imperialiste, guerre di popolo, guerre per difendere l’indipendenza nazionale, guerre partigiane e guerre civili rivoluzionarie.

L’ultimo libro di Emiliano Brancaccio illustra che la legge generale di riproduzione e tendenza del capitalismo lo rende una minaccia perfino per la democrazia liberale. L’alternativa è la pianificazione collettiva come propulsore della libera individualità sociale.

Ancora non siamo riusciti a liberarci del tutto dall’incubo Trump e già non possiamo dormire tranquillamente riflettendo sui sempre più inquietanti scenari che si profilano all’orizzonte con l’amministrazione Biden.

Il tanto esaltato, dal governo, “modello Italia” è ormai fortemente criticato in tutto il mondo. Anzi un eminente virologo tedesco ha condotto uno studio per dimostrare che il virus diffuso in tutto il mondo in questo momento non è quello di Wuhan, ma piuttosto quello del nord del nostro paese.

La manovra di bilancio 2021, elude la questione dirimente: una legge patrimoniale per abbattere le diseguaglianze crescenti imposte dal neoliberismo attraverso la riduzione delle aliquote. Sfatiamo il mito della riduzione delle tasse come volano dell’economia.

Una delle principali differenze fra la dominante concezione idealista e borghese della politica e la concezione marxista e rivoluzionaria del materialismo storico concerne la definizione della natura classista o meno dell’apparato statale.

La sinistra statunitense e i settori delle classi subalterne, che si sono giustamente mobilitate contro Trump, non debbono credere di aver favorito l’affermazione di un governo amico, né dovranno schierarsi in sua difesa dinanzi all’opposizione della destra radical.

Le privatizzazioni e i tagli di sanità, istruzione e mezzi pubblici, la mancanza di prevenzione e di pianificazione, il porre al primo posto il profitto privato, l’individualismo competitivo e la sistematica distruzione della ragione non possono che favorire la diffusione della pandemia.

Sulla base dell’analisi del differente ruolo storico i comunisti devono concentrare il loro interesse sullo sviluppo dei consigli dei lavoratori, sebbene partecipino attivamente al sindacato.

La mancata volontà politica di risolvere il problema delle classi pollaio, della carenza di docenti e del sovraffollamento dei mezzi pubblici rende impossibile realizzare la vera didattica, necessariamente in presenza, garantendo al contempo l’indispensabile sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio

Un programma minimo di classe organico per rilanciare dal basso, dal conflitto capitale-forza lavoro, l’unità dei comunisti.

Risposta alla proposta di costituente comunista avanzata dal compagno Mustillo sulle pagine dell’Ordine Nuovo.

Più il capitalismo entra in crisi è più ha necessità di fomentare il razzismo per dividere gli oppressi e fomentare la guerra fra poveri
I nomi dei partiti al governo cambiano, ma non le loro politiche: in primo luogo quelle economiche applicate alla didattica dimostrano che si tratta, nel concreto, di diverse fazioni del partito unico della restaurazione liberista.
Come possiamo valutare adeguatamente gli esperti e le informazioni sulla pandemia? Purtroppo interessi politici e finanziari interferiscono nella divulgazione scientifica.
Numerosi stratagemmi sono volti a disgregare e contrapporre gli sfruttati fra di loro, favorendo la guerra fra poveri che distrae dall’unica guerra realmente liberatoria per tutti: la guerra agli sfruttatori.
Dopo mesi di resistenza popolare e repressione il presidente filo-atlantista Keïta è deporto e l’Occidente prepara una nuova offensiva imperialista in Sahel. Ma il popolo maliano non ci sta.
Per far pagare la crisi ai padroni è indispensabile rilanciare dalle lotte sui posti di lavoro la costituente comunista e rianimare le strutture consiliari.
A partire dalla definizione del programma minimo di classe, occorre ricostruire un blocco sociale dei subalterni, a cominciare dalla realizzazione di un fronte anticapitalista, in grado di indicare una via d’uscita da sinistra dalla crisi.
È indispensabile nel programma minimo di classe legare la lotta per il salario sociale a quella per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario e ritmi di sfruttamento della forza lavoro.
La centralità della lotta per il salario sociale di classe, nelle sue diverse forme di stipendio, salario indiretto (servizi pubblici di qualità tendenzialmente gratuiti) e differito, ossia pensioni e Tfr.
Il compromesso sul Recovery Fund è tutt’altro che una vittoria. Aumenteranno il debito pubblico e la dipendenza del Paese dai poteri europei. Senza una mobilitazione dei lavoratori ci aspetta solo un nuovo massacro sociale.
Rifiutiamo l'obbligo di fedeltà aziendale, firmiamo la petizione per la sanità pubblica e mobilitiamoci contro ogni impunità per i responsabili dei contagi.
A breve i pensionati supereranno il numero degli attivi nel settore della PA, mancati investimenti e formazione, strumentazione obsoleta, sindacati evanescenti: cronistoria di come tagli e austerità hanno eroso i servizi pubblici e spianato la strada alle privatizzazioni
Per mostrare nel modo più imparziale cosa c’è in ballo con l’annessione della Palestina ci siamo limitati a citare quanto scritto dall’ex relatore speciale dell’Onu, da un’organizzazione cattolica pacifista, dall’ex inviato del giornale della Confindustria e da uno dei principali diffusori della cultura ebraica in Italia
Rivendicare il ritorno al sistema retributivo, l'abbassamento dell'età pensionabile e la riduzione dell'orario di lavoro (per consentire il tanto dibattuto ricambio generazionale) restano obiettivi dirimenti dei quali dovremo farci carico nei prossimi mesi.
Taranto, Piombino, Terni: le nostre acciaierie svendute alle multinazionali sono in abbandono e il governo continua a farsi prendere per i fondelli dai proprietari. La nazionalizzazione è la soluzione. Ma per fare cosa?

La crisi sanitaria ed economica disvela scenari catastrofici in contrasto con la fiducia che ci vogliono inoculare. Forse il disvelamento alimenterà la forza consapevole di opporsi in quelli che sono stati spinti al basso della piramide sociale.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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