Lavoratori e delegati contrari alla manifestazione del 15 Marzo

Ci rivolgiamo a tutti i lavoratori e al sindacato. La manifestazione indetta da Michele Serra sulle pagine di Repubblica non avviene nel vuoto ma in un momento storico in cui l’Europa, per voce dei suoi leader, ha proposto un piano di riarmo per una spesa militare di circa 800 miliardi. La diplomazia Europea, in questi giorni, ha manifestato, oltre che una profonda debolezza, una vocazione bellicista che è stata portata avanti in questi ultimi tre anni e che appare oggi ancora più accelerata. I lavoratori hanno già pagato sulla loro pelle con l’aumento a due cifre dell’inflazione le folli politiche protezioniste e di guerra dell’Ue e degli Usa (occidente) in Ucraina e nel Mondo. Pur contrastando in tutte le forme possibili le politiche protezioniste di Donald Trump, verso cui nutriamo la più profonda preoccupazione ed ostilità, non ci vogliamo rendere complici di una propaganda bellicista che si evince – neanche troppo velatamente - in molti passaggi della piattaforma che richiama la manifestazione. Non vi è nulla sul disarmo, ancora meno sulle prospettive per una proposta di pace, rispetto alla quale, i leader europei invocano la continuazione della guerra in Ucraina, ed inoltre, annacquando tutte le differenze, sociali e politiche, nell’unica bandiera europea, non tiene minimamente conto delle esigenze e delle condizioni dei lavoratori per l'oggi e per il futuro. Il Linguaggio è tutto incentrato sul recupero di una vacua politica del più forte che peserebbe come un macigno sui redditi e sulle condizioni di vita dei lavoratori. Non possiamo permetterci di confonderci con chi, in nome dell’Europa, e delle paure che tutti viviamo in quest’epoca, vorrebbe subdolamente spingerci verso una politica di riarmo che ci vedrebbe ulteriormente impoveriti, sia materialmente che spiritualmente.  Non vogliamo diventare complici di una rappresentazione della realtà che, sfruttando il presunto scontro tra 'libertà e autocrazie', finisce per legittimare l'aumento della spesa militare, presentandolo come necessario e inevitabile.