Nel panorama politico tedesco, il dissenso interno alla sinistra “radicale” - ovvero le forze politiche che si posizionano a sinistra dei socialdemocratici - ha raggiunto un punto di rottura che minaccia di ridefinire l’identità stessa del movimento progressista. La decisione del partito Die Linke di approvare, insieme ai partiti borghesi, la legge per il riarmo e i crediti di guerra al Bundesrat, la camera alta del parlamento tedesco, ha sollevato una furiosa reazione all’interno delle altre forze politiche che si riconoscono nella sinistra. In particolare, il Partito Comunista di Germania (Kommunistische Partei Deutschlands, DKP) e l’Alleanza di Sahra Wagenknecht (Bündnis Sahra Wagenknecht, BSW) hanno espresso una critica severa e intransigente nei confronti di Die Linke, accusandola di aver tradito i valori fondamentali della pace, del disarmo e della difesa dei lavoratori.
Il dibattito sulla politica di riarmo e sui crediti di guerra ha raggiunto il suo culmine quando il Bundestag, la camera bassa, in una seduta che molti hanno definito una “farsa”, ha approvato crediti di guerra illimitati e un fondo speciale di 500 miliardi di euro. Tale decisione, adottata grazie ai voti di CDU, SPD e dei Verdi, ha aperto la strada al più grande programma di riarmo nella storia della Repubblica Federale (vale a dire, il primo vero riarmo tedesco dopo il nazismo). Tuttavia, ciò che ha fatto scattare l’indignazione all’interno della sinistra non è soltanto la portata economica e bellica del pacchetto, ma soprattutto il fatto che anche Die Linke, un partito che in passato si era contraddistinto per la sua posizione pacifista, abbia scelto di affiancarsi alle forze che spingono per l’espansione dell’economia di guerra, votando contro il pacchetto alla camera bassa, ma a favore dello stesso al Bundesrat, dove i seggi rappresentano i diversi Lӓnder che compongono la federazione.
Come detto, il Bundesrat è la camera alta dove i seggi rappresentano i governi dei 16 Lӓnder tedeschi. Questo, tuttavia, non esenta i partiti dalle proprie responsabilità. Per inciso, BSW, presente nei governi del Brandeburgo e della Turingia, ha fatto pressione sui governi locali affinché votassero contro la revisione della Legge fondamentale, e persino i liberali di FDP (Freie Demokratische Partei) hanno fatto lo stesso in Sassonia-Anhalt e Renania-Palatinato, portando a quattro il numero dei Lӓnder che hanno espresso un voto contrario. Die Linke avrebbe dunque potuto fare lo stesso a Brema e nel Meclemburgo-Pomerania Anteriore (Mecklenburg-Vorpommern), ma non lo ha fatto, adducendo come giustificazione il fatto che l’allargamento delle maglie del debito pubblico potrebbe essere utilizzato per finanziare il welfare, pur sapendo che il governo federale ha come reale obiettivo quello di finanziare il riarmo.
Come riportato da fonti critiche, il voto delle due camere berlinesi ha visto “un’assegnazione calcolata, sotto lo slogan ‘Whatever it takes’, per l’approvazione dei crediti di guerra da miliardi di euro” – una decisione che tradisce il concetto stesso di responsabilità democratica. Il partito Die Linke, che avrebbe potuto usare la propria posizione per fermare questo “delirio bellico”, ha invece scelto la via del compromesso, spingendo la modifica della Grundgesetz (Legge fondamentale, ovvero la costituzione della Repubblica Federale di Germania) insieme agli altri partiti di governo.
Per DKP e BSW, la decisione di Die Linke rappresenta un tradimento inaccettabile dei principi di pace e giustizia sociale. Mentre la sinistra radicale si è sempre distinta per la sua opposizione ai crediti di guerra e per la difesa del disarmo, l’alleanza di Die Linke con forze borghesi e conservatrici – come CDU e SPD – segna una rottura profonda. In questo contesto, un articolo pubblicato su Unsere Zeit, organo ufficiale del Partito Comunista, afferma: "La nostra lotta non può essere compromessa da scelte che alimentano il riarmo e sostengono guerre imperialiste. Votare per crediti di guerra equivale a condannare il futuro dei lavoratori e a tradire la nostra storica missione di difesa della pace".
La posizione dei comunisti tedeschi, unitamente a quella dell’Alleanza di Sahra Wagenknecht, mette in luce il contrasto tra i valori di quella sinistra che vuole combattere il sistema vigente e le scelte pragmatiche (o opportunistiche) di alcuni partiti della sinistra istituzionale. BSW ha infatti espresso sentimenti simili, evidenziando come l’alleanza tra Die Linke e le forze governative costituisca un “inaccettabile compromesso” che lascia intravedere un tradimento dei diritti dei cittadini e dei lavoratori.
Il cuore della critica formulata da queste due forze politiche riguarda la crescente espansione dell’industria della difesa, che viene favorita a discapito di investimenti in servizi sociali e infrastrutture. Nei documenti e negli interventi pubblici, i due partiti che hanno messo in evidenza come il pacchetto di riarmo approvato porti con sé enormi debiti, costi che graveranno sulle future generazioni, e un rafforzamento dell’economia di guerra anziché della pace.
In particolare, gli esponenti di BSW hanno criticato la decisione di collegare nel Grundgesetz obiettivi come la neutralità climatica a spese di un riarmo illimitato. A tal proposito, Sahra Wagenknecht ha dichiarato: “Non importa se, alla fine, vivranno ancora più anziani in povertà, o se altre aziende andranno in rovina. L'importante è essersi accordati per la più grande sciocchezza, un compromesso che non ha senso se il nostro obiettivo è la pace”. Anche in queste parole, emerge il contrasto netto tra l’impegno della sinistra radicale per un modello economico e sociale basato su investimenti per il bene comune e la decisione di Die Linke di approvare crediti di guerra che rafforzano un’industria bellica ormai monopolizzata dai grandi gruppi finanziari e industriali.
Possiamo dunque notare come il voto di Die Linke abbia scatenato una frattura all’interno della sinistra tedesca, una frattura che si manifesta in modo evidente tra chi rimane fedele ai principi storici della lotta contro il militarismo e chi, invece, opta per il compromesso politico. DKP e BSW hanno condannato la scelta come un gesto di debolezza politica, che ha permesso alle forze dell'establishment di continuare la loro agenda bellica senza opposizioni decise. Come ha sottolineato un portavoce del BSW in un tweet, citando anche alcuni interventi parlamentari: "Die Linke ha avuto l'opportunità storica di impedire l'approvazione di questi crediti di guerra illimitati. Saltare quel muro insensato avrebbe potuto fare la differenza, ma hanno scelto di restare in silenzio e compiacersi con il compromesso".
Il Partito Comunista ha anche sottolineato l’inquietante similitudine tra quanto accaduto in questi giorni ed il precedente del 1914, quando i socialisti votarono a favore dei crediti di guerra di quella che poi sarebbe diventata la Prima Guerra Mondiale: “Non possiamo dimenticare che le decisioni prese in passato, come quelle che portarono al 1914, hanno avuto conseguenze disastrose per il nostro paese. Oggi, approvare crediti di guerra illimitati significa ripetere gli errori storici, condannando il futuro dei nostri figli a una guerra senza fine e a un debito insostenibile”.
A nostro modo di vedere, il voto di Die Linke per l’approvazione dei crediti di guerra rappresenta uno dei punti più bassi nella storia recente della sinistra tedesca ed europea. È un segnale che anche partiti che si definiscono progressisti sono disposti a sacrificare i principi della pace e del disarmo in cambio di compromessi politici che favoriscono il riarmo e l’espansione dell’economia di guerra. La risposta deve essere una mobilitazione decisa, una rottura netta con le scelte del passato e la costruzione di un’alternativa politica in cui il benessere dei lavoratori e la pace internazionale siano priorità assolute. Come sottolinea un intervento di Sahra Wagenknecht: “Non possiamo permettere che il compromesso dei moderati ci trascini in un futuro di guerra e debiti insostenibili. Dobbiamo dire NO a questi crediti di guerra e NO al riarmo illimitato, per difendere il nostro futuro e quello delle generazioni a venire”.