Interni

In Italia, le province, già presenti nel regno di Sardegna, fanno parte dell’ordinamento dello Stato fin dagli esordi. Hanno accompagnato lo sviluppo del paese, come organo erogatore di servizi. Fino ad oggi.  

Rabbia e sdegno per la sentenza che assolve tutti gli imputati del disastro umano ed ambientale causato dalla Montedison a Bussi sul Tirino.

Continuano a pervenire a “La Città Futura” i ricordi dei compagni e delle compagne a proposito della nostra Bianca. Pubblichiamo un ricordo degli ultimi momenti di Bianca Bracci Torsi, compagna, comunista, antifascista. Bianca e l’Anpi. Bianca e la Palestina. Bianca e i gatti. Le testimonianze dei compagni.

L’iniziativa popolare dei movimenti ha portato nel Lazio all’approvazione di una legge regionale per la “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” in sintonia con l’esito del referendum del Giugno 2011.

Una prima ricerca storica sulla nostra compagna negli archivi del Partito Comunista. Un discorso da proseguire. 

È morta la nostra compagna Bianca Bracci Torsi. Da tempo malata, Bianca è stata accomapagnata e assistita affettuamente dai familiari, da Marco, dall’adorato Morgan e da alcune compagne. Noi la ricordiamo così, ostinata, sorridente, impegnata, circondata dai suoi compagni e dalle sue compagne che le volevano molto bene.

Lo diceva già la nostra denuncia nello scorso numero, l’inchiesta “Mafia Capitale” attira l’attenzione mediatica sul criminale gorgo della “Terra di Mezzo” ma trascura le vittime innocenti della “Terra di Sotto”: le migliaia di operatrici e operatori dei servizi sociali che perderanno il posto di lavoro. A loro quindi vogliamo restituire la voce negata sui mezzi di informazione mainstream pubblicando la nostra intervista a Valentina Greco delegata sindacale proprio di una delle cooperative del Consorzio 29 giugno di Salvatore Buzzi.

Cerimonia sobria per il neo-governatore del PD che si insedia nella regione dei record negativi: il 61% della popolazione in età da lavoro non lavora e l'occupazione industriale segna -13,2%. 

Nessuno spazio ai fascisti! No alla militarizzazione dei conflitti sociali! le periferie delle nostre città pretendono DIRITTI E DIGNITA'!  

La vicenda della fasciomafia romana dimostra – una volta di più – la diversità dei comunisti che a quel letamaio si sono sempre opposti coerentemente, e spesso da soli.

I servizi sociali e i lavoratori che vi operano rischiano di diventare le vittime innocenti della campagna mediatica su “Mafia Capitale”. 

Il corso nazional-fascistoide della Lega nord e la classe operaia 

Non può essere lasciata impunita la cinica strumentalizzazione con cui, mentendo, si cerca di presentare la corruzione come un male endemico senza connotati, neutro come una calamità naturale, che riguarda tutti indistintamente.

Una campagna mediatica ossessiva presenta la soppressione delle Province come un “risparmio”. È tutto falso: quello che si è abolito (con una legge ordinaria!) è solo il diritto dei cittadini a eleggere i loro rappresentanti.

La Città Futura esprime massima solidarietà al cronista Davide Falcioni indagato per aver descritto e raccontato la verità dei fatti accaduti durante il presidio in una sede della Geovalsusa S.r.l. LCF difende con forza il diritto di cronaca e condanna tutte le forme d’intimidazione verso la libertà di stampa. I maxi processi istituiti contro i militanti No Tav per "terrorismo" e le accuse di "istigazione a delinquere" con chi solidarizza, come Erri De Luca, sono un segnale della paura dei poteri politico-economici nei confronti di un movimento forte ed esteso alla maggioranza della popolazione della Val di Susa.

Una clamorosa esclusiva di “la Città Futura”! Noi diamo i risultati delle elezioni (voti,percentuali, raffronti) che i giornali “indipendenti” nascondono. Facciamo questo non certo perché i risultati dei comunisti in Emilia e in Calabria siano stati particolarmente trionfali (tutt’altro) ma perché fa parte del nostro stile di lavoro dire la verità, e sulla base della verità cercare di ragionare e di capire. Per cambiare le cose.

La vicenda esemplare di una ricercatrice precaria dell’Università, sottopagata e alla fine esclusa. È la storia di una intera generazione di giovani, massacrata dai tagli dei Governi e dalle scelte di distruzione sistematica dell’Università (che si accaniscono in particolare contro le discipline umanistiche).

Il 19 novembre 2014 alle ore 21 la Corte di Cassazione, con poche semplici e radicali parole ha dichiarato “annullata senza rinvio per prescrizione” la sentenza della Corte d’Appello di Torino del giugno 2013 che aveva condannato l’unico imputato Stephan Schmidheiny, uno degli uomini più ricchi del mondo ed ex-titolare della multinazionale Eternit, a 18 anni di carcere.

L’Italia, ancora una volta, al centro dell’evoluzione strategica dell’Alleanza Atlantica. La “nuova” Nato flessibile e globale ha bisogno di armi sempre più potenti e sofisticate, droni-killer e sistemi missilistici, ma anche di testate nucleari moderne e pronte ad ogni uso. Il nostro paese
fornirà le basi e il MUOS metterà in rete centri di comando.

E' entrato in vigore il 12 novembre il decreto denominato “Sblocca Italia” e fa già tremare i polsi agli ambientalisti e ai comitati cittadini di tutta Italia. Il decreto Sblocca Italia apre la strada alle lobbies del cemento e della speculazione capitalistica, a discapito della tutela ambientale e della valorizzazione del territorio italiano.

Il dato più eclatante di queste #elezioniregionali in Emilia-Romagna è senza dubbio un #astensionismo senza precedenti. Si sono recati alle urne solo il 37,67% degli elettori (rispetto al 68,1% delle scorse regionali). Pesano su questo dato, comune in tutte le ultime tornate elettorali, diversi fattori. Innanzitutto, la frustrazione diffusa per via del netto peggioramento delle condizioni di vita della grande maggioranza della popolazione che non ha ormai nessuna fiducia nelle politiche dei governi nazionali e locali. In questo pesa anche la percezione della inefficacia delle amministrazioni locali nel poter rovesciare queste politiche capitalistiche di gestione della crisi vincolate, come sono, ai tagli della spending review dalla riforma del Titolo V e dal Patto di Stabilità. Infine, pesano sicuramente su tale senso di distacco dalle elezioni regionali le politiche di malaffare di questi anni ed i processi che hanno colpito tutti i partiti di potere locali. PD compreso, come dimostra proprio il caso emiliano. A guadagnare da questa sfiducia di massa nelle istituzioni per ora è l'antipolitica sia di governo che di opposizione. La prima incarnata da Renzi e dal PD, col centrosinistra che ottiene una vittoria di Pirro dimezzando comunque i propri voti in Emilia-Romagna (1.200.000 voti alle precedenti regionali, 615.000 in questa tornata), e la seconda con la crescita, seppure solo in termini percentuali, del M5S (dal 6% delle precedenti regionali al 13,3% attuale) e quello preoccupante della Lega in versione fascio-populista (dal 13,6% al 19,4%). Tracolla Forza Italia (dal 24,5% col PdL nel 2010 all'8,4% attuale) e guadagna una SEL aggrappata con le unghie al PD renziano (1,8% nel 2010 e 3,2% attuale). L’Altra Emilia Romagna (composta dal PRC e dalle forze della sinistra alternativa), con un profilo fuori e contro il centrosinistra, ottiene il 4% e supera lo sbarramento eleggendo autonomamente un consigliere (Piergiovanni Alleva). Crolla quindi anche il mito della “bontà” del governismo a livello locale che aveva portato la FdS (composta da PRC+PdCI) ancora nel 2010 ad allearsi col potentato imperniato sul sistema-PD emiliano-romagnolo prendendo il 2,7%. Una delle artefici principali di questo risultato è stata sicuramente la candidata della Lista AER, proveniente dai movimenti di lotta, Cristina Quintavalla di cui pubblichiamo una nostra intervista esclusiva.

Così, nascosta in una parte illeggibile del giornale, “La Repubblica” ha dato (o piuttosto non ha dato) la notizia dell’incriminazione di un agente americano, consulente di Cossiga e Andreotti, per l’omicidio di Aldo Moro. Il popolo non deve sapere quale ruolo decisivo e diretto hanno svolto gli americani (d’intesa con Cossiga, Andreotti e i servizi) per colpire la nostra democrazia.

Tagli, tagli e ancora tagli all’istruzione pubblica (mentre si finanzia quella privata). Il “gioco delle tre carte” del ministro Giannini non può nascondere le conseguenze dei tagli che colpiscono da anni l’Università pubblica portandola al collasso: il precariato per tutti e per sempre, 30mila immatricolazioni in meno rispetto al 2011, 80mila in meno rispetto al 2003. Intanto 160.000 studenti hanno diritto all’assegno di studio, ma solo 130.000 lo potranno ricevere perché non ci sono i soldi.

E' entrato in vigore il 12 novembre il decreto denominato “Sblocca Italia” e fa già tremare i polsi agli ambientalisti e ai comitati cittadini di tutta Italia. Il decreto Sblocca Italia apre la strada alle lobbies del cemento e della speculazione capitalistica, a discapito della tutela ambientale e della valorizzazione del territorio italiano.

La “guerra di classe” che il gruppo di rampanti rottamatori postdemocristiani/demitiani ha scatenato contro lavoratori, precari, pensionati è iniziata con la “conquista” del PD da parte di Matteo Renzi...

Ci avevano detto che sarebbe stata la fine della storia. Purtroppo, dalla caduta del Muro di Berlino ai giorni nostri, ne è passata di storia.

Dopo cinque anni la giustizia non ha ancora trovato i colpevoli. La famiglia si batte per conoscerela verità sulla fine di Stefano. In commissione giustizia della Camera la proposta di legge per riconoscere il reato di tortura. Già votato e approvato in Senato. Acad promuove manifestazione “Mille candele per Stefano”.

Tempi duri attendono un Paese come l’Italia dove lo sdoganamento del razzismo è divenuto ormai negli anni elemento di tale consenso da venire scavalcato a destra dalle istituzioni. Si diffonde la sindrome dell’invasione, dei virus, del terrorismo islamico, del lavoro e dei servizi rubati, senza che a questo corrisponda un contraltare di formazione delle coscienze. Non si tratta più solo di lanciare messaggi solidali ma di denunciare un enorme imbroglio di cui anche i nostri settori sociali di riferimento finiscono spesso con l’essere soggetto attivo.

Alla notizia che il giornale fondato da Antonio Gramsci finirà probabilmente nelle mani di un editore di riviste di gossip, qualcuno ha commentato: «Finalmente potrò leggere l'Unità dal parrucchiere». Magari (magari) non finirà così, ma è un (l’ennesimo) segno dei tempi. E c’è poco da ridere.

Paolo Gentiloni é uomo, ma anche donna. Tale e quale. Vale una donna. Scambiambile. Intercambiabile. Se non funge la Quartapelle, la Dassù, la Sereni, la Pinotti, la Bonafé, allora c'è Gentiloni, che diamine.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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