Interni
Il mondo cattolico protesta contro i diritti civili delle coppie omosessuali. Contestata anche l’ideologia gender, come progetto educativo da inserire nel Pof delle scuole. Gli studi di John Money sulla teoria del genere. Le testimonianze di Adinolfi, direttore della testata “La Croce” e di Kiko Arguello, fondatore del percorso neocatecumenale. Le parole del Papa sul gender. Le proteste e contro proteste dei politici. Il ddl Cirinnà in votazione al Senato.
A più di 30 anni dalla sua tragica morte e dopo decenni di oblio, da più parti oggi assistiamo, non senza un certo disgusto, alla corsa, da parte dei più abili trasformisti della politica italiana, alla rivalutazione della figura di Berlinguer. Ricordo dello storico dirigente del PCI al netto delle mistificazioni.
Dall’inchiesta di Mafia Capitale emerge un esempio paradigmatico di speculazione sulla vita dei richiedenti asilo in Italia in cui appare chiaramente come sia del tutto falso il luogo comune secondo cui l’Italia regalerebbe denaro agli immigrati.
Emozione, preoccupazione, perplessità. I primi metri sulle traversine. L’impatto iniziale è positivo, i binari attraversano praticamente l’interno della città di Sacile, al cippo chilometrico 2 la prima sosta.Emozione, preoccupazione, perplessità. I primi metri sulle traversine. L’impatto iniziale è positivo, i binari attraversano praticamente l’interno della città di Sacile, al cippo chilometrico 2 la prima sosta.
L’entusiasmo che circonda l’enciclica ecologista di Papa Francesco appare ben poco giustificato. Si parla di svolte, di oggettive convergenze con le elaborazioni degli ecologisti e dei movimenti. Mi sembra un segno di superficialità. Solo a leggere le prime analisi fatte da chi non ha le fette di salame sopra gli occhi appare chiaro che ci sia poco di che entusiasmarsi.
Sono la comunità straniera più antica d’Italia e, allo stesso tempo, quella che appare come la più impenetrabile. Libri, stampa e immaginario comune ne dipingono un’immagine stereotipata, parziale, in alcuni casi caricaturale e falsa. Ma chi sono veramente i cinesi d’Italia? Viaggio, in due puntate, oltre il sentito dire.
L’attacco alla scuola pubblica non è solo rivolto ai diritti contrattuali degli insegnanti; è – soprattutto – un colpo sferrato ai diritti delle studentesse e degli studenti. A quelli che, domani, saranno cittadini con diritti e doveri nel nostro Paese. Un colpo, insomma, a tutta la società e al modo in cui il nostro Paese costruirà il proprio futuro.
Le gravissime responsabilità storiche del Partito Democratico nel varo di provvedimenti rovinosi per scuole e università sono un fatto. Cominciamo con la scuola.
Il viaggio di Claudio e Giuliano continua. Località Meduno, dal luglio 2012 la circolazione dei treni è stata sospesa a causa di uno smottamento del terreno che ha provocato lo svio del Minuetto. Da quel giorno sui binari si sta depositando quello strato di ruggine che rappresenta il segno inconfondibile dell'abbandono di una ferrovia.
Le ultime elezioni regionali e amministrative restituiscono, oltre alla sconfitta della sinistra di alternativa al centrosinistra, anche due dati sui quali dovremmo riflettere molto : la forte astensione dal voto e l’emorragia di voti che ha subito il Pd.
Un viaggio meraviglioso attraverso la pedemontana del Friuli, Claudio e Giuliano ci racconteranno, a puntate, la storia di quei luoghi ma anche la storia delle strade ferrate abbandonate.
Renzi, Boschi, Madia, Poletti, Delrio rappresentano il trasformismo delle classi dirigenti nostrane e portano a compimento il processo di dissoluzione della prospettiva di un’alternativa di sistema al capitalismo.
Il Piano dell’offerta formativa (POF) è l’elemento cardine della privatizzazione della scuola, lo specchietto per le allodole, mutuato dalle scuole private, diverse l’una dall’altra, dove i genitori pagano e dettano legge.
A Roma, Firenze, Parma e in tantissime altre città d’Italia è in atto lo smantellamento e la privatizzazione dei servizi socio-educativi e scolastici che trova la propria ragion d’essere nella follia reazionaria di mantenere in vita un sistema di relazioni sociali insostenibile.
Gira sulla rete la lettera di un’insegnante, Giorgia Corrias, che scrive alla redazione di Report affinché si denunci la “mano” che ha deciso che “la Buona scuola” sarà legge, per mera logica imprenditoriale.
“Mare e costa è tutta roba nostra” è solo uno dei tanti slogan gridati dai 60.000 cittadini che hanno sfilato il 23 aprile a Lanciano, provincia di Chieti, Comune Medaglia d’oro per la Resistenza; una frase in dialetto tipico abruzzese che sta ad enfatizzare la decisa opposizione degli abruzzesi (e non solo) all’impianto Ombrina Mare, piattaforma petrolifera della Rockhopper, società delle Falkland, che dovrebbe sorgere a sei chilometri dalla Costa dei Trabocchi.
La "scuola dell'infanzia", comunemente denominata "scuola materna", ha peculiarità che non consentono di uniformarla o di omologarla ad altri ordini di scuola. Con la legge 444 del 1968 si istituivano le Scuole materne statali il cui assetto pedagogico e metodologico rispondeva finalmente ad un ordinamento nazionale, mentre in precedenza ci si doveva orientare verso scuole non statali, per lo più cattoliche quindi confessionali. Dal 1968 ad oggi, la scuola dell'infanzia è stata attraversata da riforme che vanno dai "Nuovi Orientamenti" del 1991 alle attuali “Indicazioni Nazionali”.
Con la loro dura opposizione al Ddl del governo, i lavoratori della scuola hanno dimostrato di aver ben capito che, con questa pseudo riforma, Renzi vuole dare il colpo definitivo alla scuola pubblica statale. Un processo di demolizione avviato, alla fine del Novecento, dal ministro Luigi Berlinguer, e proseguito con sempre maggiore foga da quelli che lo hanno sostituito.
Il progetto di Renzi procede con l’attacco più organico finora sferrato nei confronti dei principi della democrazia sociale su cui poggia la nostra Costituzione. Soppressione dell’art.18, abolizione del senato elettivo, legge elettorale, costituiscono un unicum perpetrato con la stessa tattica con cui sono stati trafitti i Curiazi dall’Orazio rimasto solo in una arena vociante e forse anche allora attratta più dallo spettacolo che dalla posta in gioco.
Lo slogan che campeggia su via della Stazione Tuscolana recita: “Stiamo ricostruendo un sogno”. Quale sogno possa svilupparsi dentro un capannone abbandonato da decenni, proprio accanto ai rumorosi binari della stazione, sembra difficile capirlo a una prima occhiata, ma i cartelli attaccati alle serrande sdrucite non lasciano dubbi ai passanti curiosi: è il sogno di SCUP, che rinasce dalla devastazione delle ruspe.
Per tre giorni, il 18, il 19 e il 20 maggio, piazza Montecitorio ha visto esplodere la protesta dei lavoratori della scuola. Il ddl dai contenuti classisti e liberisti non si ferma e sta diventando legge, avendo già passato lo scoglio della camera dei deputati manca “solo” il Senato.
L’annuncio dell’uscita di Civati dal PD non avrebbe dovuto far dormire per molte notti di seguito il capobastone Renzi, il quale, però, minimamente preoccupato della scissione del più grande partito della “sinistra” italiana dal dopoguerra, si prepara a colpire il fianco sinistro con provvedimenti impopolari e distruttivi quali la riforma della scuola in chiave thatcheriana, come neppure Valentina Aprea aveva mai sognato.
Da quando Simone de Beauvoir cominciò il suo ragionare, e la sua critica, attorno a L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Engels, sicuramente molto di quella complicata coesistenza è stato dipanato ma non certo risolto. Troppo lungo sarebbe cercare di ricostruire gli oltre 50 anni di questa difficile riflessione e dell’altrettanto difficile agire, su entrambi i fronti, che quella riflessione ha comportato
Dunque, la partita è chiusa. Renzi è riuscito – con il minimo sforzo, considerata la disarmante pochezza politica della minoranza del Pd – a mettere in sicurezza il suo disegno para-totalitario: l’Italicum è cosa fatta.
Si sono finalmente svolte, dopo l’ennesimo rinvio, le elezioni per rinnovare i comitati degli italiani all’estero (Com.It.es), le assemblee elettive che devono svolgere una funzione di raccordo tra la comunità italiana all’estero e le sue associazioni, con ambasciate , consolati e le altre istituzioni italiane ed occuparsi dei problemi della nostra comunità emigrata.
Per una ricostruzione storico-filosofica dei motivi per cui tutti i lavoratori salariati, la forza lavoro in formazione e i sinceri democratici dovrebbero battersi contro il resistibile tentativo del governo di portare a compimento l’ormai ventennale processo di dequalificazione della scuola pubblica statale.
È stata una grande manifestazione quella del 1° maggio scorso nella consueta giornata della MayDay milanese. Tanti movimenti, i laboratori per lo sciopero sociale, la galassia dei centri sociali, associazioni politiche e culturali, organizzazioni sindacali di base, alcuni partiti della sinistra comunista e di classe e collettivi studenteschi hanno portato in piazza quasi 30.000 persone che, in maniera determinata e militante, hanno manifestato a Milano le ragioni del No all’Expo del capitalismo e dell’imperialismo.
Il disegno di legge delega sulla riforma della Pubblica Amministrazione, approvato recentemente al Senato con le consistenti modifiche subite in sede di 1° commissione “affari costituzionali” [1] è pericoloso non tanto perché cambia il “verso” delle politiche sulla PA ma perché costituisce una forte accelerazione nello stesso brutto verso imboccato negli ultimi decenni di controriforme.
Che il diritto all’abitazione sia tra quelli assolutamente fondamentali per un’esistenza libera e dignitosa dovrebbe ritenersi cosa certa. E in effetti lo sarebbe anche in base alle enunciazioni della nostra Costituzione: i suoi stessi artt. 2 e 3 restano svuotati di significato se non si garantisce a ciascuno di avere un’abitazione.
L'Italicum è legge dello Stato. L'iter di questa legge elettorale, talmente antidemocratica da non avere eguali in nessun altro Paese al mondo, ha superato l'ultimo scoglio. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha apposto la sua firma di garante della Costituzione due giorni dopo l'approvazione alla Camera, il 6 maggio.