Richiesta ai tavoli di trattativa con il governo: la sospensione immediata degli sfratti. Una nuova legge sui canoni nel settore privato. La requisizione delle case sfitte e degli immobili abbandonati. L’annullamento del decreto Lupi, con particolare riferimento agli articoli 3 e 5 (dl n.47 28 marzo 2014 e legge 80 del piano casa Renzi-Lupi).
di Alba Vastano
Niente blocchi degli sfratti per il 2015. Nessuna proroga per gli inquilini in difficoltà nel pagamento del canone di locazione. Lo sancisce il decreto Mille proroghe 2015, DL 192/2014.
Decreto sfavorevole all’emergenza casa, ma ammorbidito in parte dalla possibilità per gli sfrattati di attingere a due fondi. Rifinanziati dal governo. Le risorse serviranno sia per sostenere le spese di un canone di locazione che per la morosità incolpevole. Quest’ultima da riferirsi a motivazioni gravi, come la perdita del lavoro, infortunio o decesso di un membro della famiglia. Qualora ciò comporti un aggravio economico che il contribuente non può sostenere.
Ma l’emergenza abitativa a Roma resta tale. E nel Decreto Lupi, in particolare negli articoli 3 e 5, c’è tutto il dramma vissuto da chi, già provato dalla mancanza di attività lavorativa, e quindi di un reddito, si trova ad affrontare il pesante problema di uno sfratto per morosità incolpevole, di una vendita all’asta del suo appartamento a prezzo di mercato.
C’è il rischio che ciò accada nei lotti abitativi delle case popolari, nei quartieri popolari della Capitale, come il Tufello (terzo municipio). Rischio anche del taglio delle utenze, per chi non ha residenza e un contratto regolare. Sembra una carognata, in realtà lo è e non si può aggirare il problema senza vederne l’aspetto altamente incostituzionale (il diritto all’abitare è previsto pienamente dalla nostra Costituzione). E a farne le spese peggiori, cioè a trovarsi di colpo su un marciapiede con mobili e stoviglie, sono le fasce più deboli della popolazione, con tanto di bambini e anziani inclusi nel gruppo-famiglia.
È successo a Roma. Succede in tutto il paese. È un dramma da combattere e ci si deve opporre con ogni mezzo. Bene fa Rifondazione a sostenere pienamente questa lotta per il diritto all’abitare.
Una lotta contro questo famigerato decreto, iniziata con la promulgazione del DL n. 47 del 28 marzo 2014, convertito poi in legge il 20 maggio 2014. Ma è soprattutto l’articolo 5 lo spauracchio che riguarda il diritto all’abitare: “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo, non può chiedere la residenza, né l’allacciamento a pubblici esercizi in relazione all’immobile medesimo. Gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”. La motivazione?
Qualcuno, pur avendone possibilità economiche, occupa abusivamente. Come dire: sono tutti ladri, profittatori e disonesti. E a rimetterci, come al solito sono le fasce di popolazione più deboli, magari chi di onestà ne ha da vendere e potrebbe dare lezione di dignità proprio a chi fa leggi qualunquiste e amorali. E il 17 giugno 2014, in uno dei più popolati municipi, il terzo, i compagni del circolo PRC “Pagnozzi” fanno un blitz nell’aula consiliare durante una seduta. Ottengono dal mini-sindaco Marchionne l’impegno a intervenire presso il sindaco Marino e il presidente della Regione Zingaretti, affinchè prendano in mano la situazione e si oppongano all’attuazione dell’articolo 5. Nello stesso giorno si muovono tanti soggetti legati all’emergenza casa, fra cui i compagni dei circoli Prc della Capitale, con azioni di sit-in e flash-mob in tutti i municipi. In quell’occasione non tutti i mini-sindaci hanno preso posizione contro il decreto. Nei parlamentini del I° e XI° municipio sono state allertate le forze dell’ordine per bloccare i manifestanti.
Una cronistoria che, nonostante le lotte, non ha portato alla cancellazione del decreto e che si sta sviluppando ulteriormente nell’attuazione dell’articolo 3 della legge 80 del Piano Casa Lupi- Renzi. Se si attuasse, verrebbero sgomberati gli immobili di proprietà di enti pubblici e istituti autonomi per le case popolari. Messi all’asta gli immobili, a prezzo di mercato. Ben magra consolazione sarà che dopo la messa all’asta, e solo allora, l’inquilino avrà il diritto di prelazione sull’acquisto dell’immobile. I lotti con vendita all’asta saranno un bocconcino prelibato per i grandi palazzinari e anche per società che hanno interessi nella “Metroroma”, i cui cantieri nel terzo municipio costeggiano i lotti. Si verificherebbe, inoltre, che tanti anziani con la pensione sociale, non potendo affrontare un acquisto così ingente, andrebbero sicuramente sgomberati dalle loro case e trasferiti in destinazioni di precaria accoglienza.
Importanti, per la richiesta di cancellazione del decreto, le iniziative, del sindacato Unione inquilini, di Asia/Usb e delle reti sociali che hanno ottenuto il congelamento del decreto aprendo un tavolo di dibattito presso la Regione a fine novembre 2014 e l’11 Dicembre presso il Ministero delle Infrastrutture, a Porta Pia.
Continuano in questi giorni le assemblee contro il piano casa nei circoli di Rifondazione, affinchè si ottenga la cancellazione definitiva dell’articolo 3 e di tutto il decreto. Ultimo evento pubblico il 10 gennaio. Una fiaccolata in zona Tufello –Val Melaina , organizzata dal comitato case popolari del municipio. Un corteo, che si è snodato lungo le vie dei quartieri, ove ci sono i lotti a rischio asta, guidato da Luca Blasi di Astra e con la partecipazione attiva delle bandiere rosse dei compagni del Prc. Tante fiaccole, metafora della speranza che queste leggi infami possano spegnersi come una candela al lumicino e che si accendano invece le luci della democrazia e della giustizia.