“Chiederemo in Vigilanza di sapere se chi va in tv a difendere Putin (i personaggi alla Orsini/Travaglio insomma) sono mai stati pagati da Carta Bianca e dalle altre trasmissioni del servizio pubblico.” Così si esprime il direttore de “Il Riformista” nella sua eNews del 26 giugno, ripresa dal sito del suo giornale.
Poi prosegue: “Se l’invasore deve essere difeso dagli invasati, va bene, ma non con i nostri soldi”. Il riferimento è ad alcuni ospiti dei talk show delle reti pubbliche che danno spazio a opinioni diverse dall’ortodossia di Stato in merito alla guerra in Ucraina.
Che la Rai, come qualsiasi media di un certo peso, paghi chi contribuisce alla realizzazione dei servizi con opinioni, commenti ecc. mi pare cosa ovvia.
Renzi sa bene che vengono pagati, a volte profumatamente, i sostenitori della guerra per procura della NATO i quali hanno spazi infinitamente più grandi, spesso senza contraddittorio, nei talk show e nei TG. Ma si preoccupa solo di quelli a cui viene concesso uno spazio marginale perché sostengono tesi che a lui e ai suoi mandanti non piacciono, anche se in linea con l’opinione di gran parte, forse della maggioranza, degli utenti del servizio pubblico. Fa capolino l’orwelliano ministro della Verità o anche i non rimpianti cinegiornali propagandistici dell’Istituto Luce.
L’iniziativa che promette è volta a chiudere definitivamente ogni possibilità di pluralismo ed è in continuità con esternazioni truci di alcuni personaggi del governo Meloni.
A Renzi piace autodefinirsi terzo polo, anche se al massimo è quarto. In realtà per il suo mancato rispetto della libertà di espressione del pensiero lo considero del tutto organico alla peggiore destra.