Sarà una città di destra?

Analisi del voto ad Ancona


Sarà una città di destra?

Per l’Istat al 31 marzo 2023 gli abitanti di Ancona erano 98.346 e tra maschi e femmine gli elettori iscritti alle liste elettorali e aventi diritto al voto sono stati 80.752. Alle elezioni amministrative del 14 e 15 maggio il candidato sindaco della destra, Daniele Silvetti, ha ricevuto 19.643 voti, il 45,11% mentre Ida Simonelli, candidata del centrosinistra con 17.979 voti il 41, 28. Non avendo nessuno dei candidati raggiunto il 50% + 1 dei voti il ballottaggio si è svolto il 29 e 30 maggio ed è stato vinto dal candidato della destra con 21.279 voti, il 51,73% mentre Ida Simonelli ha ricevuto soltanto 19.855 voti, il 48, 27%.

Mentre nel primo turno l’affluenza alle urne è stata del 54,94% (44.367 votanti) per il ballottaggio è stata del 51,75% (41.787 votanti). Lo scarto tra il candidato della destra e Ida Simonelli è stato di 1.664 voti per il primo turno mentre per il ballottaggio è stato di circa 1425 voti. Come si vede dai numeri Ida Simonelli ha diminuito il distacco guadagnando 239 voti ma sono stati largamente insufficienti anche se con il ballottaggio ha ricevuto  1876 voti in più rispetto al primo turno. L’affluenza alle urne tra il primo turno e il ballottaggio è diminuita del 3,19%, circa 2580 votanti in meno. Complessivamente ha di certo pesato l’astensione al voto che è anche un fenomeno nazionale, ma non tanto per il primo turno in quanto nel 2018 è stata del 54,59%, mentre per il ballottaggio è stata del 42,67% e questo ci dice che al ballottaggio del 28 e 29 maggio l’affluenza alle urne è stata maggiore rispetto a quella del 2018 e la destra, consolidando i voti ricevuti al primo turno, con il suo elettorato ha ottimizzato le  relazioni di fedeltà al voto.

I risultati di queste elezioni amministrative possono considerarsi ordinari rispetto alla vulgata in corso, non osteggiata dalla sinistra radicale, antagonista e anche chic, che siamo in una fase governata dalla destra e che passerà?

Non sono d’accordo. La destra in Ancona ha gestito le relazioni con il suo elettorato più o meno come ha sempre fatto ma ha agitato alcune problematiche presenti in città per le quali non sono state date risposte adeguate dal sindaco e dalla Giunta precedente. I risultati di queste elezioni sono sì, una svolta per il centrosinistra e anche per la sinistra, e in negativo sia chiaro, ma non tanto perché la destra è al governo nazionale e governa la Regione Marche e vari altri comuni. 

Si tenga conto che per queste elezioni, la sinistra, i Verdi e M5S hanno presentato propri candidati sindaci e al di là di dichiarazioni generiche sulle indicazioni di voto al ballottaggio, la destra ha riconfermato i voti che aveva ricevuto al primo turno con un surplus di 1.636 voti anche perché aveva fatto un apparentamento con una lista che aveva ricevuto al primo turno 948 voti. È vero, sono state elezioni locali ma penso che sia d’interesse presentare alcune osservazioni nazionali ma mirate sulla città di Ancona in quanto presenta caratteristiche sociopolitiche particolari rispetto alla regione delle Marche che non possono essere ignorate. 

Ancona non ha mai avuto un sindaco di destra. Il sindaco eletto è stato presentato come indipendente, lo è stato anche per Ida Simonelli per il centrosinistra, ma com’è noto Daniele Silvetti ha rappresentato in consiglio comunale dal 1997 al 2006 la destra che è quella che oggi è al governo e ha la maggioranza nel parlamento, e quindi rappresenta l’Italia nell’Ue e nella Nato, nonché governa varie regioni, ma la destra di oggi non rappresenta un fenomeno passeggero della politica italiana,  ma un’evidenza di poteri forti sul territorio in una fase temporale di rilancio del capitalismo finanziario e liberista, che ha obiettivi di promuovere nuove stagioni di precarietà finalizzate ad aumentare primariamente i profitti utilizzando le leve del governo nazionale, enti locali nonché i mercati finanziari gestendo economie locali privatizzando servizi e diminuendo continuamente il costo del lavoro facendo diminuire continuamente il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni. 

Quando un comune viene amministrato dalla destra significa che i servizi ai cittadini sono continuamente in sofferenza o comunque sono sempre più cari: gli obiettivi di tutte le amministrazioni di destra nelle Marche sono stati primariamente quelli delle privatizzazioni continue dei servizi. Anche il centrosinistra ha sempre sposato politiche liberiste, ma al riguardo della privatizzazione della sanità che è stato sì, un obiettivo nazionale del centrosinistra, non ha fatto mancare quel minimo di risorse necessarie per non prolungare le liste d’attesa anche se ha chiuso o ridotto di funzioni vari ospedali, la destra  con le regioni che governa fa in modo che a livello locale non si mettano mai in discussione i piani regionali sanitari. Da quando le destre governano le Marche la sanità è peggiorata, e in questa fase si può dire che hanno attivato proprio un laboratorio socioeconomico liberista della sanità. Quando c’era il centrosinistra c’erano certo le liste d’attesa per analisi e visite specialistiche, oggi, nelle Marche le liste d’attesa sono state in parte abolite in quanto non si accettano più prenotazioni, il cittadino se ha sue risorse finanziarie e si paga analisi e visite specialistiche fruendo dei servizi sanitari privati bene, oppure non si cura e con tutte le conseguenze immaginabili. Il piano sanitario regionale delle Marche recentemente approvato è un po’ come i palloncini dei bambini quando sfuggono di mano e volano in cielo, scene ordinarie che vediamo nei parchi giochi.  

Il contesto politico di queste elezioni, così come si è anche armonizzato con l’attivismo dei media, per Ancona presenta un interrogativo: 

Ancona sarà una città di destra? 

Poiché la destra ha vinto le elezioni la risposta potrebbe essere positiva, ma ci sono alcune considerazioni da fare. 

1) Ida Simonelli rispetto al primo turno con il ballottaggio ha recuperato 1.876 voti e senza fare apparentamenti sono da considerare un pronunciamento dell’elettorato anconetano comunque di sinistra, Verdi e M5S che obiettivamente è stato in surplus rispetto al primo turno e non va sottovalutato in quanto significa che chi ha votato al primo turno per la sinistra, Verdi e M5S ha votato al ballottaggio per la candidata del centrosinistra ed è importante anche considerando che mezza città non è andata a votare. 

2) Daniele Silvetti al ballottaggio ha ricevuto 21.279 voti e sono sì il 51,73% dei votanti, ma sono soltanto il 26,35% del corpo elettorale iscritto nelle liste elettorali di Ancona e con questa percentuale è sì, sindaco, ma non rappresenta la maggioranza dei cittadini.

3) Ancona è il capoluogo regionale delle Marche, regione che presenta una denominazione molto significativa in quanto indica con il suo nominativo che idealmente delinea una pluralità di varie comunità. Ancona con la sua storia presenta caratteri differenti sia rispetto al nord come anche rispetto al sud e rappresenta istituzionalmente le Marche, ne è il capoluogo. La regione Marche presenta caratteri diversi tra il sud, l’area metropolitana di Ancona e il nord, e non solo a livello di stili di vita ma proprio a livello di economie locali e anche più complessivamente tra le aree lungo la costa e quelle delle zone interne. 

4) Il centrosinistra e l’insieme delle forze politiche che hanno governato Ancona hanno sempre presentato un quadro socioculturale ben definito e visibile con dinamiche dialettiche aperte anche se sono state sempre agitate da diversità varie. Fino a oggi, la destra, e parlo di quella della fase in corso, non ha nulla da offrire a livello culturale e di riscatto sociale neanche a parlarne e rappresenta soltanto la proiezione sul territorio del capitalismo e delle politiche liberiste, silenziose alquanto, ma devastanti a livello socioeconomico. 

Questi i punti essenziali, secondo me, che pongono l’interrogativo se Ancona sarà di destra o meno, chiediamoci: quale cultura di destra si coglie oggi nelle Marche? 

Al di là delle politiche liberal-pseudoculturali finalizzate alle privatizzazioni si può affermare che c’è un deserto culturale evidente? 

Quale sarà la cultura della destra con le sue articolazioni sul territorio nella città di Ancona? 

Sono interrogativi che non saranno sciolti almeno non nell’immediato ma se non saranno continuamente sotto osservazione, saranno devastanti anche perché potrebbero integrarsi nei rilanci obiettivi della storia passata del noto regime fascista e peseranno come un macigno sulla dialettica politica e sull’economia locale della città.

Le relazioni con il contesto politico nazionale sono presentate dai media con intermittenza e le notizie anche quelle istituzionali si confondono con le leggerezze del gossip della politica; in pratica i telegiornali sono quasi tutti uguali e l’approfondimento sulle notizie è quasi zero. Non è un caso che con enfasi  dopo la vittoria del centrodestra del 14 e 15 maggio, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato sindacati e l’insieme delle parti sociali e con grande rilancio mediatico ha dichiarato: 

Voglio istituire un osservatorio governativo sul tema del potere d'acquisto”.

Ammesso che lo faccia, ho dubbi che sappia che cosa sia, ma come i media ci hanno informato questa dichiarazione sarebbe stata rilasciata durante l'incontro comprese quelle su:

“… salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell'attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia”.

Dialogo necessario? Ok, però con chi? E, dialogare per fare cosa? Mentre passano le notizie sui telegiornali quasi in tempo reale tutto evapora e, possiamo dire: il cielo è sempre più blu.  Quelle della presidente del Consiglio sono dichiarazioni stilizzate come quelle sul Pnrr: 

“… è una delle questioni principali, una grande occasione. Le risorse devono arrivare a terra per essere spese nelle cose più strategiche. Il dibattito non deve essere ideologico, ma pragmatico”.

Perché le risorse devono arrivare a terra? Davvero, non l’ho capita, le risorse devono arrivare nelle disponibilità dei conti di spesa dei vari ministeri ed è tutto gestito da programmi finanziari obiettivamente elettronici e non esiste alcun trasporto fisico, a parte ciò, la gestione del Pnrr per Ancona è importante. Ida Simonella, candidata sindaco del centrosinistra ed ex assessora alle attività produttive e al porto del comune di Ancona in un’intervista rilasciata al giornale online “AnconaToday.it” (Alessandra Napolitano, 10 maggio 2023)  rispondendo alla domanda di come vorrebbe vedere Ancona trasformata tra 5 anni, ha risposto citando il Pnrr: 

 “Vorrei vederla più moderna, più vivibile, soprattutto come una città che ha colto l’occasione del secolo: quella dei fondi del Pnrr che ci permetteranno di riqualificarla completamente. Pensiamo agli edifici importantissimi per cui abbiamo ottenuto i finanziamenti: il Mercato delle Erbe, la Biblioteca Benincasa, il Palaveneto, una piscina olimpionica, quattro asili nido, i percorsi ciclopedonali. Tutte cose che cambieranno non solo in bellezza ma anche il modo di vivere la città.”

E, per quanto riguarda il porto di Ancona alla domanda se è il motore economico della città, e come andrebbe  valorizzato dal punto di vista commerciale, storico e turistico, ha così risposto:

“… il porto ha tutte le valenze che ha detto. Quello che deve essere fatto nei prossimi anni per il porto commerciale sono i dragaggi, poi il completamento della banchina rettilinea, almeno la banchina 27, spostare i due traghetti dell’area extra Schengen, quella sotto al Guasco, nelle banchine dove erano i silos. Questo avrà un impatto in termini di organizzazione interna, ma darà anche la possibilità di allentare e arretrare i sistemi di ingresso, di facility e sicurezza e dunque rendere più fruibile il patrimonio monumentale eccezionale del porto antico. Dal punto di vista turistico sono per le crociere che hanno aiutato anche a cambiare i nostri standard di turismo cittadino. L’arrivo di tanti visitatori stranieri tutti insieme ci ha obbligato ad avere standard nell’apertura dei servizi e nella qualità dell‘offerta della Pinacoteca. E spero che questo trascini dietro le attività economiche”.

Le crociere sono state un tema di non accordo per un candidato sindaco unitario tra centrosinistra e sinistra, al porto è legato anche il tema dell’interporto che con i progetti annunciati di nuova viabilità potrebbe avere un impatto ambientale che cambierebbe lo stato dei luoghi. Al riguardo a Jesi, non lontano da Ancona, mercoledì 24 maggio, c’è stata la posa della prima pietra del nuovo centro di distribuzione di Amazon che come annunciato avrà un’occupazione di 1.000 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni dall’avvio delle attività e vuole essere come si è dichiarato e ripreso dai media un fattore di crescita economica e occupazionale per il territorio compreso i comuni limitrofi. 

I business sono potenzialmente sul territorio e la destra è brava a gestire le relazioni tra economie locali e nazionali finalizzate ai profitti delle multinazionali. Ciò nonostante, Ancona di destra non è detto che lo sarà anche se amministrerà la città, ma molto dipenderà dalle scelte che faranno le forze politiche del centrosinistra, sinistra, Verdi e M5S. Al riguardo le prime dichiarazioni di Ida Simonella subito dopo il voto sono state ovviamente che in consiglio comunale si farà opposizione. Vedremo.

Alla maggioranza di destra spettano 20 consiglieri, 12 al centrosinistra e uno alla lista Altra Idea di Città. Seguirò per quanto mi sarà possibile sia come la maggioranza di destra, sindaco e Giunta, amministrerà la città,  sia come si farà opposizione.

23/06/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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