Umbria, ha vinto il Centrosinistra

Le elezioni regionali del 17 e 18 novembre hanno chiesto una svolta per l’Emilia Romagna e l’Umbria. Ora è il centrosinistra che rappresenta soltanto un quarto dei cittadini. La notevole astensione al voto impone risposte concrete che fino ad oggi non ci sono state. Ci saranno?


Umbria, ha vinto il Centrosinistra

Mentre in Emilia Romagna i risultati delle votazioni sono stati subito chiari durante lo spoglio, in Umbria c’è stato un testa a testa sul quale sarebbe bene riflettere, in particolare per il Pd che è il partito che ha ricevuto il maggior numero di consensi ed ha festeggiato la vittoria con feste e brindisi. I dati delle elezioni regionali in Umbria di domenica 17 e lunedì 18 novembre richiedono attenzione al di là dei brindisi del vincitore, soprattutto per l’affluenza alle urne che è stata del 52,30% a livello regionale, Perugia del 53,04% e a Terni del 50,15%. In quest’articolo mi focalizzerò sull’Umbria perché non è molto seguita dai media nazionali. È una regione piccola rispetto alle regioni del centronord con appena 1000 seggi elettorali ed una sola circoscrizione divisa in due province, Perugia e Terni con 701.367 elettori, ma i votanti in queste elezioni sono stati 366.788. È tra le regioni che nella sua storia non presenta grandi fenomeni di emigrazione e quindi le residenze possono considerarsi piuttosto stabili. 

Le schede bianche sono state 3.465, l’1%, in linea rispetto alla media nazionale, ma l’Umbria è una regione, come detto, piccola senza grossi agglomerati residenziali come nelle altre regioni del centronord. Le schede contestate sono state 27 e le schede nulle 6.581 con voti validi 356.74. Le schede nulle sono state il doppio di quelle bianche: perché? C’è da riflettere ma è chiaro, secondo me, che questo dato rappresenta un comportamento al voto alquanto innovativo: migliaia di votanti pur non condividendo, probabilmente, i programmi e le scelte dei candidati delle varie formazioni politiche, sono andati a votare (e questo è un fatto positivo in sé) ma non hanno dato il voto a nessun candidato. Credo che ci voglia attenzione nell’interpretare questi dati anche in relazioni ai regolamenti elettorali che, nella regione, non permettono la pratica del voto disgiunto, tema sul quale tornerò a breve.

Stefania Proietti, candidata per il centrosinistra e le liste civiche, è la nuova presidente della Regione Umbria. Ha ottenuto il 51,13% dei voti mentre Donatella Tesei, presidente uscente, candidata del centrodestra, ha ricevuto il 46,17%. Il centrosinistra ha eletto 12 consiglieri: nove il Pd, gli altri uno ciascuno a M5S, Umbria domani e Alleanza verdi e sinistra. Il centrodestra ne avrà sette, tre Fratelli d'Italia, due Forza Italia, uno la Lega ed è consigliere anche Tesei, ex presidente. Il Pd è il primo partito con il 30,3%, mentre Fdi ha avuto il 19,44%. Il quadro dei risultati di queste elezioni si completa con la vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna che è andata ben oltre le previsioni della vigilia e, si badi bene, per l'Umbria il risultato non era stato previsto dai sondaggi. Il Pd esulta per le percentuali dei voti ricevuti che sono state definiti straordinari dalla segretaria Elly Schlein mentre per il Movimento 5 stelle si tratta di un risultato ancora una volta deludente in regioni dove è stato votato con percentuali maggiori. Anche in questa occasione ha pesato l’astensione al voto che continua a non essere all’attenzione della politica soprattutto da parte del Pd che al riguardo non dice mai nulla come se il fenomeno non esistesse; ma l’oscuramento peggiore delle problematiche dell’astensione viene messo in campo dai media soprattutto con trasmissioni televisive, nessuna delle emittenti è esclusa, che sono soltanto dialetticamente mirate su problematiche generali ma mai sul tema in questione e interessano gruppi sociali borghesi che considerano la politica uno spettacolo al di là delle scelte liberiste che poi vengono fatte dai partiti che fanno parte della maggioranza del governo e anche in buona parte da quelle che in parlamento si dichiarano di opposizione.

A sfidare la ormai ex governatrice Tesei, che i sondaggi davano vincente, per il centrosinistra come detto è stata Stefania Proietti, sindaca di Assisi dal 2016. A sostenere la sua candidatura oltre al Partito democratico, Alleanza Verdi-Sinistra e il Movimento 5 Stelle, sono state - tra le sette liste dell'alleanza - ben 4 liste civiche che hanno fatto da collante dialettico all’insieme dei partiti. L’’alleanza di centrosinistra è stata coesa e si è presentata come una coalizione plurale perimetrata da una cornice obiettivamente liberista che ha messo insieme, si voglia o no, le migliori energie dell’Umbria ben controllate dalle varie borghesie locali che gestiscono la regione. Oggi, con queste elezioni, il quadro politico dell’Umbria si presenta in evoluzione e i cambiamenti attesi dai votanti, anche se sono una minoranza, ci saranno o no? L’interrogativo è d’obbligo perché lo richiede l’opposizione al governo di estrema destra della Meloni. L’Umbria è assente dal dibattito politico nazionale ma dopo queste elezioni parteciperà al dibattito politico nazionale sui grandi temi come l’economia di guerra dell’UE ed i conflitti bellici in corso come quello Ucraina-Russia? Nella pratica corrente del dibattito politico la nuova presidente della Regione Umbria parlerà con voce alta per chiedere la fine dei conflitti bellici invocando negoziati di pace o si limiterà a qualche frase ad effetto pronunciata in consiglio regionale quando magari i media sono poco presenti? Cosa farà il Pd in consiglio regionale e in Umbria? Approverà una mozione contro l’economia di guerra dell’UE? Io non ci credo che lo farà. Spero di sbagliarmi ma penso che il silenzio politico continuerà perché la regione dell’Umbria insieme alle altre regioni dovrà condividere l’economia di guerra della Presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyen. Si spera comunque che Stefania Proietti possa essere la Presidente della Regione Umbria e non, come dire, una funzionaria politica del Pd obbediente, che osserva senza fare obiezioni le scelte europee del Pd. Non stimo le liste civiche perché fino ad oggi, pur rappresentando un’area politica, restano silenti sui conflitti bellici in corso e, lungi dall’essere senza ideologia, sono in realtà liberiste e nella pratica corrente non muovono mai una foglia perché per loro il capitalismo rappresenta l’ultima spiaggia dell’umanità (e non solo a livello di economia, s’intende). 

La legge elettorale dell'Umbria non permette di effettuare il voto disgiunto, cioè, votare un candidato presidente e una lista diversa da quelle che lo sostengono, e questo spiega in parte i rilievi che ho fatto sopra sulle schede bianche e nulle, come anticipavo. All’inizio dello spoglio il distacco tra le due formazioni del centrosinistra e del centrodestra sembrava essere molto limitato stando agli exit poll, si è poi successivamente allargato e, a mano a mano che proseguiva lo scrutinio, alla fine è stato di circa cinque punti. È chiaro, che c’è stata sì una situazione di testa a testa con un distacco finale, ma il voto ha messo in evidenza la diversità nell’interpretare il programma della Proietti in relazione al governo della Tesei, che è stato sì bocciato ma è stato da una parte di votanti accolto perché tutto sommato sono cittadini che accettano anche il governo nazionale della destra di Meloni. A costoro il governo piace e non soltanto, forse, per il loro reddito più alto ma perché, essendo di destra, vogliono ad esempio una sanità che sia privata come è negli Stati Uniti con assicurazioni personalizzate non gratuite. Il voto in Umbria è stato molto diverso da quello dell’Emilia Romagna ed ora emiliani e romagnoli sperano che la ricostruzione post alluvione si faccia per davvero al di là di quanto si è promesso durante la campagna elettorale da parte del centrodestra. Questa diversità tra Emilia Romagna e Umbria significa che i due schieramenti principali sulle due regioni pur essendo maggioritari, anche se soltanto rispetto ai votanti, sono quasi pari in Umbria almeno, perché Stefania Proietti, centrosinistra, ha ricevuto 182.394 voti (51,1%) mentre Donatella Tesei, centrodestra, ha ricevuto 164.727 voti (46,2%) e la differenza è stata di 17.667 voti mentre ad esempio nelle elezioni ligure del 27 e 28 ottobre la differenza dei voti tra Bucci e Orlando è stata di 8424; ristretta e molto bassa rispetto all’Umbria è stata anche l’affluenza alle urne con una partecipazione al voto del 45,96% con 616748 votanti su 1.341.693 elettori, dati che sono più bassi dell’Umbria e Emilia Romagna. Proietti ha vinto con largo margine e spero che i cittadini umbri facciano, come dire, quadrato intorno a lei e la seguano anche perché l’Umbria ha una sua storia che presenta fenomeni di equilibri sociali progressivi anche se la trasformazione dello Stato italiano in un paese liberista li ha inesorabilmente bloccati. 

L’Umbria, seppure è una piccola regione, è diversa al di là del voto di queste elezioni considerando anche i persistenti fenomeni di astensione. Ha una caratteristica particolare dovuta all'organizzazione del territorio che è in prevalenza a case sparse, come ho già detto, cosa che non facilita certo gli incontri per partecipare alle manifestazioni e riunioni politiche in quanto il territorio non è interamente coperto dalla Rete dei mezzi pubblici ed è necessario avere un’auto per accedere appieno alla mobilità. Notoriamente è nei maggiori centri urbani che si tengono le assemblee politiche di rilievo su temi importanti quali le elezioni regionali che consentono di far ragionare maggiormente i cittadini nel proprio ambiente di residenza, e questa scarsa mobilità al di là delle città che non ha favorito incontri, , forse, penso sia stata una ragione che ha pesato sulla campagna elettorale nonostante i risultati. L’elettore umbro non ha disdegnato il centrosinistra e le liste civiche e non ha pesato quell’odio per i processi di miseria grazie alle politiche liberiste in particolare delle privatizzazioni delle aziende a partecipazione statale eseguite dai governi del centrosinistra. L’Umbria non è stata interessata dalle lotte dure degli anni Settanta come ci sono state in aree industriali come Milano e Torino. Questo però non significa che in Umbria non ci siano state lotte: ci sono state ma non sono state né dure e né estremistiche e quindi non di rilievo. La nuova presidente dell’Umbria dovrà lavorare molto per riequilibrare la sanità dell’Umbria e la destra si metterà continuamente di traverso e spero che gli umbri sappiano davvero proteggerla e motivarla verso i temi nazionali che riguardano processi di guerra imperanti che sono i nuovi obiettivi del capitalismo. 

29/11/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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