“Sono Giorgia la stronza” è ormai un cult. Il lungo siparietto tra il presidente del consiglio Meloni e il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ci regala ogni tanto una sana boccata di genuina tamarraggine utile a digerire tutte le ipocrisie di cui è piena la politica borghese. E, cosa non da poco, ci toglie d’impaccio e dal rischio di querela perchè a questo punto divenendo questi epiteti un cult possiamo usarli tranquillamente anche noi senza alcuna paura di ritorsione.
La ormai nota uscita provocatoria della Meloni in una recente iniziativa politica a Caivano, cittadina dell’hinterland napoletano, ha completamente distolto l’attenzione dal tema centrale dell’iniziativa che al fondo sarebbe dovuto essere, oltre gli autocompiacimenti per la realizzazione del nuovo centro sportivo, la lotta alla criminalità in un contesto così dilaniato dall’ assenza di lavoro e quindi di prospettive di sviluppo. Caivano non è l’unica periferia abbandonata del sud ma certamente una di quelle dove è maggiormente evidente tutto il fallimento e la straccioneria della borghesia italiana ormai del tutto disinteressata, per non dire incapace, a far sviluppare e progredire il paese e per giunta in larga misura sempre più dominata al suo interno dalla frazione più reazionaria caratterizzata dalla criminalità la quale in molte parti del paese, specie nelle periferie, offrendo e organizzando il lavoro, svolge addirittura una funzione sociale per certi versi pedagogica o quantomeno istruttiva. Potremmo spingerci addirittura ad affermare che per il fatto stesso che la criminalità organizzata offre e organizza il lavoro -nelle modalità proprie della criminalità s’intende, cioè senza alcun diritto democratico cioè sulla base della legge della giungla- diviene, seppur molecolarmente cioè in modo non organico e unitario, dirigente intellettuale cioè formatore di un pensiero e di un punto di vista sul mondo. Un punto di vista che non può che essere individualista, sospettoso, sottomesso e conforme alla legge del più forte. All’interno della grande restaurazione liberista che il nostro paese ha vissuto nel processo di fondazione dell’Unione Europea, una parte dell’italia specie al sud sta vivendo una restaurazione semifeudale dove le leggi delle stato sono sempre più quelle della giungla