“Esprimiamo sgomento e preoccupazione per la decisione, assunta da diversi Paesi europei comprese le autorità italiane, di sospendere l’esame delle domande di protezione internazionale dei cittadini siriani, sia quelle già presentate in passato, sia quelle presentate a seguito della recentissima caduta del governo di Assad. Una decisione che si pone al di là di qualsiasi limite accettabile dalla normativa nazionale, europea e internazionale sul diritto di asilo, che la priva completamente di autorità e di senso e mette spudoratamente a nudo il vero volto delle politiche italiane ed europee in materia di asilo: strumentalizzare i corpi e i vissuti di migliaia e migliaia di rifugiati ad uso e consumo di una politica retriva e autoritaria specialmente coi più deboli. In particolare, i diversi provvedimenti che il governo adotta, a partire dal decreto Cutro per finire ora con la decisione sulle domande di protezione di cittadini siriani, snaturano la funzione stessa delle Commissioni territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale e della Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo, e mortificano il lavoro e la professionalità dei funzionari impiegati in queste strutture. Rimarchiamo con convinzione il nostro sgomento per quanto si sta verificando, consapevoli del fatto che nessun atto calato dall’alto da un qualsiasi livello politico possa fare cessare un rifugiato di essere tale e di poter accedere ai propri diritti fondamentali”. Questo comunicato di FP CGIL coglie nel segno mostrando il vero volto delle politiche in materia di immigrazione del governo meloni e di tutti i governi imperialisti: utilizzare gli immigrati come leva per abbassare i salari al costo di renderli quanto più deboli e ricattabili possibile. Un provvedimento del genere infatti non potrà far altro che rendere giuridicamente clandestina una grande massa di lavoratori che certo non vorranno, ne saranno, rimpatriati. Tutta la questione dell’immigrazione e le tragedie ad essa connesse rappresenta un gradino sotto alle guerre una delle pagine più barbariche del capitalismo. Come si fa a non inorridire dinanzi alla disperazione di famiglie costrette a separarsi, a vagare per i continenti in cerca di salvezza per evitare di morire sotto le bombe, ad accettare l’idea di separarsi dai propri bambini strappati all’abbraccio materno e spediti in cerca di fortuna anche via mare affrontando lunghe e pericolose traversate nella speranza di trovare una vita migliore, che in verità solo in alcuni rari casi si realizzerà.
Tanto per restare in tema di traversate, continuano le tragedie in mezzo al mare ma ormai non trovano neanche spazio nei mezzi di comunicazione mainstream o se lo trovano e solo perchè proprio non si può tacere come è il caso eclatante della bimba di 11 anni unica superstite rimasta aggrappata ad una camera d’aria per tre giorni in mezzo al mare. Certo quando un super miliardario decide di imbarcarsi in un batiscafo per togliersi lo sfizio di esplorare i profondi fondali marini alla ricerca di navi sommerse e poi esplode allora le ricerche investono un apparato milionario di uomini e strumenti pur di riportare qualcosa a galla. Nel caso degli immigrati se non fosse per imbarcazioni “private” in molti casi non si interverrebbe neanche. Ritorna alla mente, e alla cronaca di questi giorni, il caso di Cutro: ricordate, Salvini si era appena insediato e come affermano anche notevoli testimoni del tempo, di colpo cambiò la postura di molti figure apicali responsabili nella catena di ricerca e soccorso in mare, a partire dalla guardia costiera. Una postura che d’improvviso, per onorare il neoministro appena eletto, si orientava definitivamente al più barbaro e cinico approccio per le vite umane arrivando al culmine di quella trasformazione tecnico-giuridica, come spiega bene l’ammiraglio Vittorio Alessandro , che punta ad interpretare le operazioni di soccorso come operazioni di polizia con tutto ciò che ne consegue in termini di capacità di salvataggio. Evidentemente in quella tragica occasione la situazione deve essere sfuggita di mano causando la terribile strage che conosciamo. E’ di questi giorni la notizia che i PM responsabili di quel caso, dopo lunghe e complicate indagini, sono riusciti nell’intento di incriminare gli “scafiti” giudicati dagli stessi magistrati non proprio scafisti ma “aiutanti” a bordo. Guarda caso che a pagarla sono sempre i più deboli, come sappiamo bene infatti ormai gli scafisti non salgono neanche più a bordo lasciando che siano degli immigrati, improvvisati capitani, a guidare le imbarcazioni.
Intendiamoci la borghesia ha bisogno di lavoratori immigrati e predispone tutto l’occorrente per favorirne l’ingresso nel paese ma la stessa borghesia ha bisogno, da una parte, di governare con il consenso dei governati, e per far ciò si coltivano i peggiori istinti del popolo, e dall’altra ha necessità che il lavoratore immigrato attraversi e sopporti le più dure pene dell’inferno prima di approdare nel fantastico occidente, in modo che anche il più umile e duro lavoro possa apparire come un’offerta da non rifiutare.
L’immagine di quella bambina aggrappata alla camera d’aria fa ribollire il sangue, come si fa a non provare il più profondo disprezzo per i responsabili di tutto ciò?