Guerra in Ucraina: il Vietnam chiede il cessate il fuoco e promuove gli scambi agricoli con la Russia

Il Vietnam continua a mantenere una posizione di neutralità nel conflitto in Ucraina, chiedendo l’immediato cessate il fuoco e rifiutandosi di aderire alle sanzioni contro la Russia.


Guerra in Ucraina: il Vietnam chiede il cessate il fuoco e promuove gli scambi agricoli con la Russia

Sebbene sia geograficamente molto lontano dall’area del conflitto, il Vietnam sta seguendo con grande apprensione quanto sta accadendo in Ucraina, facendo sentire la propria voce nelle arene diplomatiche internazionali per una soluzione pacifica del conflitto nell’ex repubblica sovietica.

Coerentemente con la posizione espressa dai leader della Repubblica Socialista nelle scorse settimane, il Vietnam continua a chiedere il cessate il fuoco e si rifiuta di aderire alle sanzioni imposte dai Paesi occidentali contro la Russia, mantenendo la neutralità e preservando le buone relazioni con tutte le parti in causa. Đặng Hoàng Giang, capo della Missione permanente del Vietnam presso le Nazioni Unite, è intervenuto a tal proposito nel corso dell’undicesima sessione speciale di emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso 8 aprile, ribadendo la preoccupazione del governo di Hà Nội per la prosecuzione del conflitto e le vittime civili.

“Il Vietnam si oppone a tutte le attività che violano le leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani, ma le informazioni su di esse devono essere verificate con la cooperazione delle parti correlate”, ha affermato Giang, in riferimento ai presunti crimini di cui vengono tacciati i russi pur senza la presentazione di prove evidenti. “Il Vietnam invita le parti in guerra a ridurre le tensioni, dichiarare un cessate il fuoco, riprendere il dialogo e trovare soluzioni a lungo termine ai disaccordi tenendo conto dei loro legittimi diritti e interessi”, ha aggiunto il diplomatico.

Ancora una volta, Giang ha sottolineato la posizione coerente del Vietnam sulla risoluzione delle controversie internazionali con mezzi pacifici sulla base del rispetto del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite, in particolare del principio del rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale delle nazioni, della non interferenza negli affari interni degli altri e del non uso della forza nelle relazioni internazionali.

L’intervento di Giang è arrivato il giorno dopo il voto della risoluzione per sospendere l’adesione della Russia al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. L’esito ha visto il voto favorevole alla sospensione da parte di 93 Paesi sui 103 membri del Consiglio, ma, nonostante questo, la stampa occidentale ha affermato che la maggioranza dei Paesi avrebbe sostenuto la risoluzione. Il Vietnam, coerentemente con quanto affermato da Giang, ha preferito l’astensione.

Il Vietnam si oppone anche all’utilizzo delle sanzioni economiche come mezzo di coercizione nei confronti degli altri Paesi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che lo stesso Paese asiatico ha subito un duro embargo da parte degli Stati Uniti dal 1964 al 1994, e conosce bene le conseguenze di queste misure sulla popolazione. Oltretutto, il conflitto e le sanzioni antirusse stanno indirettamente colpendo anche l’economia vietnamita: nonostante continuino gli scambi commerciali sia con la Russia che con l’Ucraina, infatti, le esportazioni sono state fortemente rallentate a causa delle difficoltà incontrate nei trasporti e nei pagamenti, mentre le importazioni hanno registrato un aumento dei prezzi.

Secondo il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, nel 2021 il Vietnam ha esportato in Russia prodotti agricoli per un valore di circa 550 milioni di dollari: “Con lo scoppio del conflitto la scorsa settimana, molte aziende hanno dovuto interrompere le loro attività di esportazione a causa dei rischi di transazione, della mancanza di navi mercantili e degli elevati costi di trasporto, e stanno cercando modi per scaricare i loro prodotti o portarli su altri mercati”, riferisce la testata Tuổi Trẻ.

“Il processo di spedizione è diventato più complicato perché i prodotti non possono essere trasportati direttamente in Russia, mentre il pagamento è stato reso difficile dopo che la Russia è stata rimossa dal sistema SWIFT, una rete globale sicura che le banche utilizzano per effettuare pagamenti transfrontalieri”, ha commentato il direttore di una società di lavorazione ed esportazione di anacardi sulle pagine del quotidiano.

Per cercare di risolvere, almeno parzialmente, tali questioni, una delegazione del Ministero dell’Agricoltura della Federazione Russa, guidata dal viceministro Sergej Levin, ha effettuato una visita di lavoro presso l’ambasciata vietnamita a Mosca, incontrando l’ambasciatore Đặng Minh Khôi. “Entrambi i Paesi hanno un grande potenziale per rafforzare il commercio agricolo bilaterale nel prossimo futuro”, ha affermato il funzionario russo. L’ambasciatore vietnamita ha invece ha ricordato che le parti “hanno creato una base significativa per i due Paesi per continuare a consolidare ed espandere la cooperazione nella produzione e nel commercio agricolo”.

Le due parti hanno convenuto che i grandi sforzi di cooperazione agricola tra i due Paesi durante il 2021 hanno portato risultati fruttuosi nel commercio reciproco. L’anno scorso le esportazioni di prodotti agricoli, forestali e della pesca del Vietnam verso la Russia hanno raggiunto i 612,7 milioni di dollari, in aumento del 20% rispetto al 2020, mentre gli esportatori russi hanno guadagnato 523,1 milioni di dollari dagli articoli agricoli spediti in Vietnam, registrando una crescita anno su anno del 21%. La Russia è stata il principale fornitore di carne di maiale del Vietnam nel 2021, con un fatturato di 137 milioni di dollari, pari al 43% del valore totale delle esportazioni di carne di maiale della Russia. Anche i fertilizzanti esportati dalla Russia al Vietnam lo scorso anno sono aumentati del 162% dal 2020 per raggiungere i 153,3 milioni di dollari.

Anche il settore del turismo, che in Vietnam ha riaperto i battenti solo da poche settimane dopo la lunga chiusura dovuta alla pandemia, rischia di subire conseguenze importanti. Storicamente, i turisti russi rappresentano un numero cospicuo di visitatori, grazie alle ottime relazioni tra i due Paesi che vanno avanti sin dai tempi dell’Unione Sovietica. Tuttavia, la rimozione della Russia dal sistema Swift ha reso più difficili le operazioni di pagamento da parte dei turisti russi, che ora dovranno utilizzare solo i contanti. L’agenzia Anex Vietnam, per esempio, ha fatto sapere che circa il 30% dei turisti russi ha cancellato le proprie prenotazioni dopo l’esclusione della Russia dallo Swift.

15/04/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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