Ricordare Ipazia

A Roma, a Tor Sapienza, dedicato un giardino a Ipazia d’Alessandria.


Ricordare Ipazia Credits: meteoweb.eu

Lo scorso 8 marzo a Roma, a Tor Sapienza, è stato inaugurato il giardino dedicato alla filosofa neo-platonica Ipazia, con un momento collettivo e alla presenza del vice sindaco.

Il luogo si trova giusto accanto alla parrocchia di San Cirillo, il mandante del suo assassino, conosciuto anche come persecutore e assassino di pagani, ebrei e cristiani non asserviti al suo integralismo violento e di odio femminile.

L’iniziativa per chiedere una dedica toponomastica a Ipazia era cominciata due anni fa tramite un comitato, “una piazza per Ipazia”, capeggiato dalla sezione Anpi del Trullo-Magliana a cui si erano aggiunte subito altre associazioni: Toponomastica femminile, ass. Ipazia immaginepensiero, donne di carta, Civiltà laica di Roma, G.A.MA.DI. la voce onlus, ass. Filomati, UAAR Roma, UDI e ass. 31 ottobre per una scuola laica e pluralista (nell’intanto scioltasi).

Ad agosto 2016 finalmente è stata attribuita la dedica di un giardino alla filosofa alessandrina, senza però una inaugurazione ufficiale.

Per l’inaugurazione del giardino si è scelta una data simbolica, l’8 marzo 2017, una data non solo significativa per tutte le donne, ma anche perché Ipazia fu assassinata durante la quaresima dell’anno 415, nel mese di marzo la cui prima domenica dopo le ceneri cadde l’8 marzo, quindi una data molto probabile per il martirio di Ipazia, perché fu sorpresa per strada durante i riti affollati e faziosi dei parabolani, vera milizia armata del vescovo Cirillo.

All’inaugurazione si è aggiunto il QRADRACORO coro popolare del Quarticciolo, che ha eseguito vari canti concludendo con “bella ciao” quale saluto a Ipazia.

L’intento dei propositori per il futuro è di ricordare Ipazia anche i prossimi anni nel giardino a lei dedicato, facendone un monumento del libero pensiero.

Insomma, ricordare Ipazia è importante non solo perché donna e scienziata, ma anche perché ancora oggi in nome di una religione si uccide di nuovo e si fa violenza, o più semplicemente come da noi, si impongono leggi ideologiche giustificate da pensieri religiosi.

25/03/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: meteoweb.eu

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L'Autore

Paolo DePrai

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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