Degrado
Non è un’architettura
mal riuscita,
un vicolo buio
che non porta al mare
uno spazio dove
fatica il sole
a bagnare le pietre.
Certo: le favelas
disegnano i gironi infernali
ma è il caso limite
che abbiamo portato in terra.
Ciò che uccide davvero
è l’anima cieca
chiusa in una bottiglia,
le mani senza lavoro
la povertà che si fa invidia
la rassegnazione
che nega albe e colori.
Quando il guanciale
era l’erba dei monti
il tetto un cielo di fuochi
e ciascuno aveva il suo diamante
da cogliere con mano paziente
o con l’arco di Demetra.
Quando i ruoli
chiari e condivisi
nascevano dalla saggezza
lo spirito libero
cavalcava un Eden perduto.
Non giocava la vita a dadi
per noia o disgusto.