ZTL

Una riflessione poetica e amara su come, spesso, i ruoli della destra e di certa “sinistra” appaiano invertiti.


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ZTL

La geometria disegna le città
la storia le nutre del suo nettare
gli uomini le abitano
innalzati dalla ricchezza
in cima ai grattacieli
o respinti dalla povertà
nei dedali periferici cantati da Tracy.
Tra magnificenza e orrore
rimbalzano i loro giorni.

In ogni condizione umana
è naturale stringere alleanze
condividere i problemi
associarsi per migliorare
avere rappresentanti
che difendano legittimi bisogni
o scandalosi privilegi.

Una faccia del mondo
cerca nel lavoro
il pugno di grano quotidiano
ma anche il mezzo
dell’emancipazione e del riscatto.
L’altra gioca coi destini
costruisce o distrugge
a giorni alterni
secondo una convenienza spietata
che si nutre nei mercati
e cura soltanto sé stessa.

E tutto si muove sotto al sole
secondo apparenti logiche
che non prevedono l’inganno
né contemplano il tradimento.
Ma l’uno e l’altro
sono mostri in agguato
sempre pronti a materializzarsi
nei fatti dipinti di parole.

Per questo mi chiedo
se sia più importante il disagio sociale
un diritto negato
quel chicco di grano
essenziale come un dio
o la speculazione
che vive dei profitti puri del capitale
e gioca coi numeri
per nutrire se stessa.
E tutto si mescola
si confondono i ruoli
tanto che chi dovrebbe difendere
chi ne subisce le logiche
oggi ha issato la sua bandiera
nelle ZTL soltanto
e si è demandato a un ambiguo soldato
la giusta protesta nei luoghi del potere.


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22/12/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Giuseppe Vecchi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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