VII videolezione: La metafisica di Aristotele

Proseguiamo nella pubblicazione delle videolezioni del corso di filosofia: “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”. Secondo ciclo: “Dall’utopia comunista di Platone al realismo immanentistico di Aristotele” – tenuto dal professor Renato Caputo per l’Università popolare Antonio Gramsci – con il video della settima lezione intitolato: “La metafisica di Aristotele”.


1. Le prossime videolezioni che saranno pubblicate a partire dal prossimo numero di questo giornale:

8) Dalla fisica alla logica di Aristotele 20 ottobre ore 18.

9) Dalla logica alla gnoseologia di Aristotele 27 ottobre ore 18.

10) Dall’etica alla retorica di Aristotele 3 novembre ore 18.

2. Versione scritta della relazione introduttiva della videolezione:

La metafisica

La critica più radicale di Aristotele a Platone riguarda la trascendenza: Platone separa l’essenza (la forma, il principio delle cose) dall’esistenza, ponendola nel mondo della idee e fa ciò per risolvere il problema del divenire e della molteplicità. Per esempio Pericle è sempre Pericle sia da bambino che da anziano, anche se tutto muta in lui: deve esistere qualcosa che permane nel cambiamento, qualcosa di non visibile che non muta, la sua essenza appunto – l’idea di uomo. Inoltre, per esempio, Pericle, Alcibiade e Temistocle sono diversi, ma c’è qualcosa che li accomuna, qualcosa che è identico in ognuno di loro, la loro essenza (l’idea di uomo) che è trascendente e non cambia, cambiano solo gli uomini sensibili.

La sostanza

Per Aristotele non ha senso cercare il principio delle cose al di fuori delle cose stesse, le idee platoniche sono ai suoi occhi degli inutili doppioni: per esempio Pericle è sempre Pericle perché al di là dei cambiamenti visibili, c’è in lui qualcosa che permane, una sostanza (“ciò che sta sotto”), che a differenza dell’idea platonica è individuale e può, quindi, spiegare ontologicamente il singolo individuo, il suo permanere identico a se stesso nel divenire. La sostanza è un’unione indissolubile, un sinolo, di materia e forma. Per esempio Pericle è caratterizzato dall’avere una forma specifica, quella di “uomo”, che organizza la materia (la carne e le ossa) in un modo determinato. Mentre la forma è comune a tutti gli altri uomini, quella particolare organizzazione, quel rapporto unico tra la forma e la materia determinata, caratterizza Pericle come individuo. La forma è propriamente l’essenza, non più trascendente come in Platone, ma immanente, è l’elemento attivo, determinante, ciò che caratterizza l’ente e lo distingue da un altro; la materia è l’esistenza, l’elemento passivo.

Gli enti hanno in sé la propria ragione di essere

Da ciò si sviluppa una differenza essenziale della filosofia aristotelica rispetto alla platonica: per Aristotele 1) gli enti hanno in sé la loro essenza, possiedono la propria ragion d’essere. Il mondo “visibile” viene quindi rivalutato, ha un proprio fondamento ontologico; 2) per la stessa ragione il mondo dell’esperienza ha una propria razionalità e può essere oggetto di conoscenza scientifica, anche se in ogni caso è necessario andare oltre le apparenze (i fenomeni) per individuarne le essenze. Si pensi, per esempio, ai gesti opposti che caratterizzano i due filosofi nella Scuola di Atene di Raffaello.

L’accidente

Non tutto ciò che esiste ha secondo Aristotele una spiegazione razionale e necessaria. A tale proposito Aristotele distingue la sostanza dagli accidenti. Mentre la sostanza è necessaria, in quanto rappresenta la struttura, ciò che caratterizza un ente (per esempio “Pericle è un uomo”), l’accidente è una qualità, una caratteristica casuale (per esempio Pericle è triste, Pericle indossa un determinato vestito, si trova in un determinato luogo ecc.). L’accidente rientra nelle definizioni di “essere”, ma non esprime la razionalità della cosa, la sua ragion d’essere, né ne può dare una spiegazione scientifica. Il piano della razionalità dell’esistente, che per Platone era l’idea, per Aristotele è la forma: conoscendo la forma conosciamo l’universale che è l’oggetto della scienza. Per continuare a leggere la versione scritta della relazione introduttiva della videolezione clicca qui.

3. Introduzione al secondo ciclo del corso “Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista”

La nostra cultura e civiltà è in buona parte fondata su due decisivi pensatori che, nei loro sistemi, hanno sintetizzato larga parte del precedente sviluppo filosofico e scientifico. Inoltre, essi costituiscono la base non solo della cultura ellenistica e cristiana tardo antica, ma della civiltà araba, medievale, umanistica e rinascimentale. Continueranno ad avere un’enorme influenza anche sulla successiva cultura moderna borghese, a partire dalla Rivoluzione scientifica e almeno fino al suo esponente più progressivo: G.W.F. Hegel. Attraverso quest’ultimo Platone e Aristotele hanno indirettamente influenzato la cultura contemporanea marxista, fino ai giorni nostri, si pensi a quanto sia direttamente e apertamente debitrice da Platone l’idea di comunismo di Alain Badiou, uno dei più affermati, a livello internazionali, pensatori comunisti viventi. Peraltro l’opera di Platone e Aristotele ha un’influenza così ampia e millenaria sul nostro modo di pensare, di esprimerci e di agire da non essere nemmeno avvertita dalla stragrande maggioranza degli uomini. Anche se essi – essendo tali pensieri così tanto e da così lungo tempo caratterizzanti parte significativa della cultura e civiltà umana – non ne sono consapevoli. 

Dunque, per divenire finalmente pienamente consapevoli di questi capisaldi della nostra cultura e civiltà –tanto che per secoli i pensatori si sono divisi in platonici e aristotelici – e per meglio intendere gli stessi grandi pensatori moderni e contemporanei che ne sono stati, in maniera diretta o indiretta, influenzati, ci pare necessario offrire all’inizio dell’anno accademico 2021-22 dell’Università popolare Antonio Gramsci un corso introduttivo alle concezioni del mondo elaborate da Platone e Aristotele. Questi incontri avranno un valore propedeutico allo sviluppo, negli anni successivi, del nostro corso di controstoria della filosofia in una prospettiva marxista. In effetti, non è possibile comprendere pienamente e padroneggiare gli sviluppi successivi del pensiero e del modo di agire degli uomini, del loro modo di organizzare la comunità umana, senza aver ben presenti queste due colonne portanti della cultura e civiltà umana.

Nello spirito dell’Università popolare, il corso sarà rivolto a tutti coloro che hanno interesse ad apprendere e a confrontarsi dialetticamente, nell’ampio dibattito che si svilupperà al termine di ogni lezione, riguardo a tali problematiche. Quindi il corso è pensato, in primo luogo, per i filosofi della prassi (nel senso letterale del termine), ovvero per coloro che amano accrescere, nel dialogo collettivo, la propria conoscenza del mondo, per poter contribuire a trasformarlo, possibilmente in modo radicale. 

In effetti, come vedremo, lo stesso spirito dell’utopia che anima i filosofi della prassi ha le sue origini e i propri fondamenti proprio nel pensiero di Platone, nel quale incontriamo peraltro la prima grande teorizzazione della società ideale, ovvero della società comunista. Un ideale che sarà ripreso e sviluppato in tutte le epoche successive, mantenendo un legame diretto con Platone almeno fino al diciassettesimo secolo, per poi cercare di superarlo in modo dialettico, in maniera più o meno consapevole. In Aristotele troveremo, al contrario, il padre nobile dell’altra grande corrente del pensiero politico e sociale, la corrente del realismo che confluirà, insieme all’utopismo platonico, nel marxismo, che li sintetizzerà, superandoli dialetticamente.

Più in generale Platone darà uno sviluppo decisivo al pensiero dialettico, talmente grande e influente da essere in qualche modo eguagliato solo da Hegel e Karl Marx. Mentre il pensiero di Aristotele ha offerto un apporto essenziale all’affermazione della moderna concezione filosofico-scientifica del mondo, di contro alla tradizionale visione mitologico-religiosa. Da questo punto di vista Aristotele è alla base di tutto il pensiero radicale immanentistico, che sarà elemento portante del marxismo scientifico a partire dai suoi padri nobili Marx e Friedrich Engels. Per continuare a leggere l’introduzione generale del presente corso clicca qui.

15/10/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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