Emilio libero, tutti liberi, tutte libere

Sabato 12 febbraio 2022, davanti al consolato francese di Milano, c’è stato un presidio di lotta e di festa per la scarcerazione, avvenuta il giorno prima, di Emilio Scalzo, che era da oltre due mesi detenuto in Francia.


Tante e tanti hanno partecipato sabato scorso a Milano, al presidio organizzato per solidarizzare con Emilio Scalzo, noto attivista No-Tav e No-Border, incarcerato in Francia il 3 dicembre scorso a seguito di un mandato d’arresto europeo e una misura di estradizione preventiva che non ha precedenti. L’accusa è di violenza a un gendarme francese durante una manifestazione di solidarietà con i migranti avvenuta tra Claviere e Monginevro, uno dei luoghi simbolo della persecuzione degli Stati europei contro i migranti e della violenza delle polizie di frontiera.

Il giorno precedente al presidio si è appresa la notizia della sua scarcerazione (in attesa del processo, con l’obbligo di dimora e di firma in Aix en Provence ), dunque alla lotta e alla manifestazione di solidarietà si è aggiunto un clima festoso, accompagnati dal suono della Banda degli Ottoni a Scoppio i quali sono stati recentemente scagionati da accuse assurde e un processo penale terminato con una sentenza di assoluzione che dedicarono il giorno stesso a Emilio Scalzo e Mimmo Lucano: “(...) Seppure la vicenda sia stata vissuta come un incubo dai protagonisti, alla fine il bene ha trionfato sul male. E con esso la verità. A Emilio Scalzo e a Mimmo Lucano il nostro pensiero e la dedica per la nostra vittoria. Dobbiamo tirarli fuori dall’incubo. Tutti insieme, uniti. Poiché sono soprattutto la lotta, la resistenza e la solidarietà popolare che pagano. Come lo è stato per noi. Sosteniamoli ora fino alla loro libertà totale e incondizionata”. Anche nel caso dei due musicisti della Banda degli Ottoni il processo (durato diversi anni e terminato in appello con una sentenza che ha ribaltato le pesanti condanne di primo grado) era legato a un episodio avvenuto durante una manifestazione di piazza (per reati di resistenza aggravata e favoreggiamento).

Il presidio di Milano è stato realizzato in coordinamento con il movimento No-Tav valsusino, il comitato Emilio Libero e il movimento No-Borders, contemporaneamente al presidio francese davanti al carcere di Aix-Luynes, dove fino al giorno prima era detenuto Emilio Scalzo. La bella notizia della scarcerazione non ha annullato i presidi (organizzati anche a Roma, Brescia, Bologna, Piacenza), ma è stata confermata l’occasione per tenere viva l’attenzione sui processi in corso a carico di tutte e tutti gli attivisti No-Tav.

A Milano, davanti al consolato francese, svariati movimenti antagonisti e anticapitalisti (No-Tav, Cambiare rotta, RiMaflow, Verità e giustizia, e molti altri), oltre a rappresentanti della sezione Anpi Audrey Hepburn e di Potere al Popolo, hanno preso la parola sia per denunciare cosa avviene sulla frontiera francese, dove i migranti in fuga dalla guerra e dalla fame continuano a morire per le violenze della polizia, sia per portare il proprio saluto a Emilio Scalzo, con il quale infine c’è stato un emozionante collegamento telefonico.

Tutte le compagne e i compagni hanno lanciato con forza la speranza e la volontà di lottare per una società che non sia regolata dalla legge del profitto, dove i territori non siano rapinati e gli esseri umani non abbiano minor valore delle merci, e hanno denunciato l’oppressione violenta che l’attuale sistema mette in atto di fronte a chi si ribella e a chi pratica la solidarietà – e la repressione feroce verso gli studenti che in questi giorni lottano contro l’alternanza scuole-lavoro ne è un ulteriore esempio.

18/02/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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