Radio Vostok Festival. 10 anni di radio diversa, sovversiva, pericolosa

Il racconto del collettivo radiofonico di Radio Vostok del festival di tre giorni che li ha visti protagonisti di un viaggio cominciato 10 anni fa.


Radio Vostok Festival. 10 anni di radio diversa, sovversiva, pericolosa Credits: foto di Sara Angrisani

Il racconto del collettivo radiofonico di Radio Vostok del festival di tre giorni che li ha visti protagonisti di un viaggio cominciato 10 anni fa.

di Collettivo Radio Vostok*

Dal 25 al 27 Settembre si è tenuta, a Cava de’ Tirreni, la festa di Radio Vostok; una tre giorni di musica ed approfondimenti sociali.

Così si presenta la radio al pubblico:

“II progetto Radio Vostok nasce nel 2004 grazie al lavoro ed all’impegno di un collettivo di persone gravitanti attorno al nucleo dei “diversi cavesi”, nello spirito di creare un canale di comunicazione diverso da quelli che sono soliti affollare l’etere. Radio Vostok è diversa perché è un canale di comunicazione finanziato da nessun partito. Radio Vostok è pericolosa perché vede nella storia delle radio libere degli anni ‘70 un esempio di liberazione dell’etere. Radio Vostok è sovversiva perché crediamo che il media radiofonico possa essere usato come strumento di comunicazione dalla comunità di persone che lo ascolta.”

Il Radio Vostok Festival è stato non un punto di arrivo per il nostro collettivo radiofonico ma, come la rampa di lancio per Jurij Gagarin, un salto nelle tematiche del nostro territorio, occasione di confronto con tematiche e persone di altre regioni, di altri collettivi che si occupano di libera informazione e di promozione dei gruppi musicali, pittori, scultori emergenti e non. Seguendo un fil rouge tessuto da tutti i membri della redazione Radio Vostok, il 25 Settembre, hanno inaugurato la mostra d’arte “Nuove forme di resistenza” che, con la supervisione del lavoro del maestro Giuseppe Corcione e di artisti esordienti, ha dato vita ad uno scenario dantesco dove pedane per alimenti e pali scarni si trasformavano in zattere vuote e secche. Le sculture e le tele sono riuscite a dare colore, vento e speranza in un metaforico viaggio sia del migrante sia dell’io accecato, de-personificato, vuoto alla ricerca di un porto sicuro.

E’ seguita la presentazione del libro: “Io che conosco il tuo cuore” di Adelmo Cervi, figlio di uno dei sette fratelli Cervi. Durante il suo intervento, ha dedicato pochissimo tempo alla presentazione dei contenuti del suo scritto preferendo, piuttosto, fare un appello a tutti i giovani ad interessarsi alle tematiche sociali e politiche e a guardare ogni giorno con sguardo critico la realtà dei partiti e quella dei media; ha mosso dure critiche a tutti coloro che nell’azione partigiana vedono solo incredibili guerriglieri ed eroi mentre hanno perso la drammaticità di quegli avvenimenti di quelle vite e di questa Storia.

La prima serata del festival si è conclusa con l’esibizione di tre crew rap locali ed emergenti: “Chronic Smoka Klan”, ”Los Hermanos”, ”Gek, Noisy e Hu Angry Lion”. Attraverso rime su miscele di suoni e rap i musicisti hanno portato sul palco storie e voci della strada, i disagi di una società superficiale e dell’apparire, la denuncia di una generazione giovanile in rottura con la borghesia.

Nel pomeriggio del 26 settembre, secondo giorno di Radio Vostok Festival giorno, si è tenuto il tavolo di discussione sull’acqua pubblica. I membri del Comitato Acqua Pubblica di Cava de’ Tirreni hanno incontrato la cittadinanza per parlare di tutela del diritto all’acqua pubblica e della delibera approvata dal comune di Cava de’ Tirreni che prevede la trasformazione della Società Partecipata “Ausino Spa”, che eroga e gestisce il servizio idrico in città e negli altri comuni consorziati, in Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico, finalizzata esclusivamente alla produzione, erogazione e gestione del Servizio Idrico Integrato nel territorio di tutti gli enti consorziati per scongiurare il passaggio alla GORI che registrerebbe un forte aumento delle tariffe per le utenze, sia private che commerciali.

L’ultimo giorno di Radio Vostok Festival, il 27 Settembre, è stato tra le tre date il più ricco.

Nel pomeriggio si è svolto un confronto sulla comunicazione cui hanno partecipato esponenti de “La Città Futura”, “Radio Onda d’Urto”, “Controlacrisi.org” e “Radio Vostok”. Al centro del dibattito, la possibilità di attivare sinergie tra le diverse testate allo scopo di creare una rete di informazione nazionale e di movimento. Il risultato di questo incontro tra collettivi di informa-azione è stato un ampliamento dell’orizzonte comunicativo per tutti. Il primo passo sulla luna.

La serata si è conclusa con l’iniziativa ”Aria di Palestina” che ha visto gli interventi di Patrizia Cecconi, dell’Associazione “Oltre il mare”, Giuseppina D’Antuono, ricercatrice di Storia Moderna, Stephanie Westbrook, attivista del BDS Italia, Cinzia Di Napoli, attivista del Coordinamento Romano Acqua Pubblica, padre Giacomo Santarsieri dell’ordine dei Frati Cappuccini di Cava de’ Tirreni, Salvatore Tulino e Andrea Cuomo di Radio Vostok. L’intreccio del racconto degli ospiti ha costruito un sentiero tra i presenti e la questione palestinese. Si è sottolineata l’importanza della cultura palestinese e denunciati gli stratagemmi israeliani di destrutturazione del popolo palestinese anche attraverso la metamorfosi della dialettica riguardante il conflitto israelo-palestinese. Sono state promosse forme di lotta non violenta come la campagna BDS, il cui scopo è boicottare le multinazionali israeliane che finanziano la guerra sui territori palestinesi. A sostegno del racconto le foto scattate da Cinzia Di Napoli durante il viaggio della delegazione #Water4Palestine e la proiezione di un video-denuncia nel quale i palestinesi chiedono al sindaco di Roma, Ignazio Marino, di disdire l’accordo con la Mekorot, società idrica nazionale di Israele, che sottrae illegalmente acqua ai palestinesi e nega loro il diritto all’accesso privandoli di una delle risorse fondamentali per la vita.

* Andrea Cuomo, Sara Angrisani, Gerardo Ragosa, Francesco Musumeci, Daniele Senatore, Salvatore Tulino, Francesco Nunziante, Gabriele Musumeci

03/10/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: foto di Sara Angrisani

Condividi

Pin It

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: