Dopo tre mesi di instabilità politica la Spagna torna a elezioni anticipate il 26 Giugno. Le sinistre lavorano finalmente a una lista unica e puntano a essere almeno la seconda forza del paese.
di Paolo Rizzi
Tre mesi di crisi politica, poi le nuove elezioni. La Spagna non è riuscita a darsi un nuovo governo e torna quindi ad elezioni anticipate il 26 Giugno. Senza una chiara maggioranza uscita dalle elezioni del 20 Dicembre, l'incarico di governo affidato dal Re Filippo VI ai socialdemocratici del PSOE è rimasto lettera morta. L'unica alleanza trovata dai socialdemocratici è stata a destra con Ciudadanos; le trattative con le forze di sinistra (Podemos, Izquierda Unida e la sinistra basca) sono naufragate sulle differenze programmatiche; quelle con la destra del Partito Popolare non sono mai partite per il veto degli stessi popolari. Nonostante le pressioni degli ambiti confindustriali ed europei per un governo di stabilità, si è giunti quindi alla convocazione di nuove elezioni.
Podemos e IU: convergenza a sinistra
La novità principale di questa tornata elettorale potrebbe essere la confluenza di Podemos con Izquierda Unida – Unidad Popular (IU-UP),la federazione delle sinistre di cui fa parte il Partito Comunista Spagnolo.
Già alle elezioni di dicembre IU-UP aveva chiesto a Podemos di costruire liste di “unità popolare” come quelle che avevano vinto le elezioni amministrative a Barcellona e Madrid (esperienze in cui peraltro Podemos aderì con difficoltà, come ha ben riportato Ramon Mantovani [i]). Questa richiesta è stata accolta dal partito di Iglesias solo nelle regioni di Catalogna e Galizia dove si sono formate liste comprendenti Podemos, Izquierda Unida e, rispettivamente, i nazionalisti catalani di En Comú e quelli galiziani di En Marea. Nella regione di Valencia si è invece formata un'alleanza solo tra Podemos e i regionalisti di Compromís.
Con questa configurazione le liste collegate a Podemos hanno ottenuto il 20,68% dei voti, di cui l'8% proveniente dalle “convergenze territoriali”, mentre Izquierda Unida, non presentandosi in Catalogna e Galizia, ha ottenuto il 3,68%. Per quanto la somma di più liste non sia mai un'operazione matematica esatta, il PSOE da solo ha ottenuto meno voti della somma di Podemos, Iu e convergenze.
Per le prossime elezioni, la lista di convergenza delle sinistre ha buone prospettive elettorali. Molti sondaggi segnalano la lista come seconda forza del paese, davanti al PSOE: si tratta comunque di sondaggi da prendere con le pinze, anche viste le tendenze diverse tra le due organizzazioni maggiori della lista. Durante i tre mesi di trattative i sondaggi hanno segnalato un calo di consenso per Podemos e una costante crescita per Izquierda Unida. Questo cambio nei consensi è facilmente spiegabile coi diversi atteggiamenti delle due forze: Iglesias è stato estremamente politicista nelle trattative e Podemos si è divisa pubblicamente tra favorevoli al compromesso centrista e contrari [ii], il leader di IU Garzon si è invece presentato come interessato a discutere punti programmatici concreti e la formazione (nonostante la fase congressuale anche aspra [iii]) si è presentata disciplinata all'esterno.
Per la verità, bisogna riportare che il partito favorito da tutti i rilevamenti rimane comunque quello Popolare e che il “sorpasso per il primo posto” da parte delle sinistre, sbandierato come possibile da alcuni organi di stampa alternativa italiana, non è riportato da nessun sondaggio.
Il dibattito nella sinistra
Izquierda Unida ha tenuto una consultazione interna per decidere la partecipazione alla lista unitaria, conclusi con l'84,% di sì. A favore della lista unitaria si sono schierate le forze maggiori della federazione: il Partito Comunista Spagnolo (PCE) e la sua giovanile, l'Unione delle Gioventù Comuniste di Spagna (UJCE).
D'altra parte, per Podemos, si tratta di una svolta di rilievo. Durante la preparazione delle liste per le elezioni del Dicembre scorso, a parte le confluenze decise a livello regionali, le trattative a livello nazionale furono del tutto inesistenti. La possibilità di liste comuni fu chiusa con un'offerta irricevibile: un solo candidato in quota a Izquierda Unida in tutta la Spagna. Non si tratta solo di una svolta nei rapporti con IU, è una svolta rispetto all'idea che Podemos si debba presentare come “né destra né sinistra” contendendo voti anche a destra. Comunque vada, la convergenza elettorale cambia definitivamente le carte sulla tavola della sinistra politica spagnola.
Note: