Irlanda: tutti contro il Sinn Fein

Dopo il successo delle elezioni repubblicane lo Sinn Fein si prepara a diventare il primo partito nell'Ulster.


Irlanda: tutti contro il Sinn Fein Credits: Da flickr CC BY-SA 2.0 https://www.flickr.com/photos/infomatique/3583156146

Il 5 maggio l'Irlanda del Nord va a elezioni. La sinistra del Sinn Fein si gioca la possibilità di essere primo partito mentre la destra unionista vuole superare il sistema degli accordi di pace. Nella Repubblica Irlandese non c'è ancora un governo e c'è un solo accordo: nessuno spazio al Sinn Fein.

di Paolo Rizzi

Il sistema nord irlandese

In Irlanda del Nord è in vigore un sistema politico particolare, basato sull'Accordo del Venerdì Santo, cioè l'accordo che nel 1998 è stato sottoscritto dai governi di Irlanda e Regno Unito e dai partiti irlandesi favorevoli al processo di pace. L'Accordo ha costruito un sistema per cui in Irlanda del Nord l'amministrazione del potere è distribuita tra tutti i partiti maggiori. In particolare, i ministeri sono distribuiti con il metodo proporzionale D'Hondt, il Primo Ministro e il suo vice sono assegnati al primo e al secondo partito, lasciando di fatto ai due partiti maggiori il diritto di veto sulla possibilità di formare il governo. Per quanto riguarda il potere legislativo esiste il sistema della doppia maggioranza di comunità. In base a questo sistema i partiti si dividono tra nazionalisti, per la formazione di una Repubblica Irlandese unitaria, e Unionisti, per la permanenza dell'Irlanda del Nord nel Regno Unito. Nel caso venga fatta richiesta da almeno 30 dei 108 membri dell'Assemblea, un atto dell'Assemblea deve essere approvato sia dalla maggioranza degli unionisti sia dalla maggioranza dei nazionalisti.

Tra i partiti maggiori, gli unionisti di destra del Partito Democratico Unionista (DUP,da sempre contrari all'Accordo del Venerdì Santo) spingono per l'allentamento del sistema di condivisione del potere, la sinistra nazionalista del Sinn Fein invece intende preservare l'Accordo così com'è.

Le elezioni

Il 5 Maggio si voterà quindi per eleggere l'Assemblea e, indirettamente, per stabilire i nuovi equilibri dell'Esecutivo. Attualmente il Primo ministro è Arlene Foster del DUP, suo vice è Martin McGuinness del Sinn Fein. Fanno parte del governo anche il partito Alleanza (unionisti liberali) e il Partito Social Democratico e del Lavoro (SDLP), ancora registrato come nazionalista ma ormai sulla strada per diventare indipendente dai due blocchi.

I sondaggi segnalano il DUP e il Sinn Fein in leggero calo di consensi e appaiati intorno al 25-26% dei consensi. Nel campo del centrosinistra appare in perdita l'SDLP mentre sono in leggera crescita i Verdi. A destra, invece, appare in arretramento l'Alleanza e  guadagnano moderatamente terreno altre forze unioniste che sono però frazionate in varie formazioni come il Partito Unionista dell'Ulster e i Tradizionalisti Unionisti, divisi tra di loro per vari gradi di ostilità all'Unione Europea e al processo di pace.

La contesa elettorale non sembra quindi tanto sul cambiamento degli equilibri tra Unionisti e Nazionalisti, quanto piuttosto sulla capacità del DUP di mantenere il ruolo di primo partito.

In Repubblica d'Irlanda ancora niente governo

Le elezioni nel Nord arrivano mentre la Repubblica d'Irlanda non è ancora riuscita a formare un governo. Dopo le elezioni del 26 febbraio si sono svolte trattative e voti in Parlamento senza però riuscire a trovare una maggioranza. I due partiti di destra, Fianna Fail e Fine Gael, per ora sembrano d'accordo solo sul non lasciare al Sinn Fein il ruolo di primo partito di opposizione, un ruolo che garantisce una grande visibilità e che permetterebbe al Sinn Fein di legittimarsi di fronte a una porzione di opinione pubblica che lo identifica ancora con la lotta armata e i troubles. D'altra parte questa visione è condivisa da almeno una parte delle istituzioni come dimostra l'arresto, concluso comunque senza incriminazione, del leader del Sinn Fein Gerry Adams, per fatti ricorrenti all'epoca dell'IRA.

Pur di non lasciare al Sinn Fein nessun ruolo istituzionale, le due destre stanno intraprendendo da mesi trattative ai limiti dell'impossibile coi partiti minori e con gli indipendenti. Dalle trattative si sono sfilate le nuove formazioni socialdemocratiche nate dal tracollo verticale del Labour. Rimangono quindi in piedi le trattative col pulviscolo di indipendenti e centristi per tentare di formare un governo di minoranza, mentre continua un dialogo tra Fianna Fail e Fine Gael su alcuni temi economici, dato che l'eventuale governo di minoranza guidato da un partito dovrebbe necessariamente cercare un'intesa con l'altro partito per far passare i provvedimenti in parlamento.

Se nel Nord continuano a essere determinanti gli accordi di pace che hanno messo fine ai 30 anni di lotta armata dal 1968 al 1998, nella Repubblica d'Irlanda il governo appare ancora bloccato dal conflitto tutto interno alle destre che risale al momento della nascita del Fine Gael e del Fianna Fail: la guerra civile degli anni '20!

29/04/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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