Dopo oltre sette mesi di intense negoziazioni, il Belgio ha raggiunto la formazione di un nuovo governo federale guidato da Bart De Wever (a destra nella foto), leader del partito nazionalista fiammingo Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA). Secondo gli analisti, questo evento segna una svolta storica nella politica belga, poiché è la prima volta che un nazionalista fiammingo assume la carica di Primo Ministro. La coalizione di governo, soprannominata "Arizona" per i colori dei partiti che la compongono, include, oltre all'N-VA, i Cristiano-Democratici e Fiamminghi (Christen-Democratisch en Vlaams, CD&V), i socialdemocratici fiamminghi di Vooruit e due formazioni francofone: il Movimento Riformatore (Mouvement Réformateur, MR) e Les Engagés. Insieme, questa variegata coalizione di partiti detiene 81 dei 150 seggi nella Camera dei Rappresentanti.
Entrato in carica lo scorso 3 febbraio, il nuovo governo ha annunciato una serie di misure che hanno suscitato preoccupazioni e critiche da diverse parti della società belga. Tra le principali iniziative proposte vi sono una politica di asilo più restrittiva, con la reintroduzione dei controlli alle frontiere, requisiti di integrazione più rigidi per gli stranieri e la possibilità per la polizia di effettuare irruzioni nelle abitazioni degli immigrati senza permesso di soggiorno. Inoltre, il governo intende attuare una drastica riforma del sistema fiscale e pensionistico, con l'obiettivo di ridurre il deficit pubblico attraverso tagli significativi alla spesa pubblica. Insomma, le solite misure di repressione e austerità che le forze della destra europea stanno proponendo negli ultimi anni.
La principale opposizione a questo governo è rappresentata dal Partito dei Lavoratori (Parti du Travail de Belgique, PTB), una formazione che si dichiara marxista e socialista e che alle ultime elezioni ha ottenuto un risultato lusinghiero, eleggendo ben quindici deputati con il 9,86% delle preferenze. Guidato dal presidente Raoul Hedebouw e dal segretario Peter Mertens (a sinistra nella foto), il PTB ha infatti guadagnato terreno in tutto il Paese, con importanti risultati nei principali centri abitati, come Anversa (20%), La Louvière (19,4%), Liegi (18%), Charleroi (18%) e la capitale Bruxelles, dove ha raggiunto un picco del 24,4% nella Commune di Saint-Gilles.
Di fronte al programma di repressione e austerità del governo di Bart De Wever, il PTB non ha potuto far altro che esprimere forti critiche, condannando le misure proposte come un attacco diretto ai diritti dei lavoratori e delle famiglie belghe. Il sito del partito della sinistra marxista belga mette in particolare in evidenza le seguenti criticità:
. Tagli alle pensioni: il governo prevede di introdurre un "malus pensionistico" per i lavoratori che optano per il pensionamento anticipato, con una possibile riduzione fino a 404 euro al mese. Questa misura colpirebbe soprattutto coloro che svolgono lavori usuranti e le donne, spesso impiegate in lavori part-time e con responsabilità familiari.
. Mantenimento dei privilegi dei miliardari: nonostante l'obiettivo dichiarato di risparmiare 23 miliardi di euro, il PTB sottolinea che i miliardari non saranno chiamati a contribuire in modo significativo. La tassa sulle plusvalenze proposta colpirebbe principalmente i piccoli investitori e i risparmiatori, lasciando intatti i grandi patrimoni gestiti attraverso società.
. Eliminazione delle indennità per il lavoro notturno: le persone impiegate nel settore della distribuzione rischiano di perdere le indennità per il lavoro svolto tra le 20:00 e la mezzanotte, a seguito dell'abolizione del divieto del lavoro notturno e della giornata di chiusura obbligatoria.
. Iperflessibilità lavorativa (ovvero schiavitù salariata legalizzata): il governo intende eliminare progressivamente le maggiorazioni salariali per le ore di straordinario, obbligando i dipendenti ad accettare fino a 240 ore di lavoro aggiuntivo all'anno senza compenso extra.
. Prolungamento del blocco salariale: nonostante le aziende stiano distribuendo dividendi record agli azionisti, il governo Arizona prevede di mantenere il blocco degli aumenti salariali oltre l'indicizzazione, anche per le multinazionali con profitti elevati.
. Tagli alla sanità: contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, i piani di bilancio del governo mostrano un deficit di oltre un miliardo e mezzo di euro nel settore sanitario, il che potrebbe compromettere la qualità dell'assistenza e aumentare la pressione sul personale medico.
. Leggi antisindacali: le nuove normative potrebbero limitare il diritto di sciopero e di manifestazione, consentendo alle autorità giudiziarie di vietare la partecipazione alle proteste e criminalizzando le azioni sindacali.
. Riduzione delle indennità: il governo intende ridurre di 2,9 miliardi di euro il budget destinato alle prestazioni sociali, penalizzando malati di lunga durata e disoccupati, e aumentando il rischio di entrare nella spirale della povertà per molte persone.
. Creazione di cittadini di seconda classe: i nuovi arrivati in Belgio non avranno diritto a un salario dignitoso fino a dopo cinque anni di residenza, creando una classe di cittadini con diritti limitati.
. Militarizzazione a scapito delle pensioni: il governo di Bart de Wever prevede di aumentare significativamente le spese militari, destinando fondi ai produttori di armamenti a discapito dei sistemi pensionistici. Inoltre, si intende promuovere la presenza di consiglieri militari nelle scuole, a scapito dell'educazione alla pace e alla diplomazia.
. Allineamento con la guerra fredda di Trump: il governo Arizona considera gli Stati Uniti come il "partner più importante" in materia di sicurezza globale e definisce la Cina un "rivale sistemico", allineandosi con la politica estera statunitense.
Soffermandoci proprio sulle questioni di politica estera, il nuovo governo potrebbe dare vita ad una svolta significativa rispetto alla tradizionale posizione del Belgio, piuttosto orientata in favore delle istituzioni europee e dei partner sul continente. Uno degli elementi chiave di questa nuova direzione è l’adozione di una posizione più critica nei confronti della Cina, definita, come detto, un "rivale sistemico". Il Belgio potrebbe quindi sostenere nuove misure restrittive contro Pechino, in linea con la strategia statunitense di contenimento economico e tecnologico. Questo potrebbe tradursi in limiti agli investimenti cinesi in settori strategici, nel rafforzamento dei controlli sulle esportazioni di tecnologie avanzate e in un possibile irrigidimento delle relazioni commerciali.
Allo stesso tempo, l'esecutivo De Wever ha annunciato un aumento significativo delle spese militari, con un rafforzamento della cooperazione con la NATO. Tra le misure previste vi sono: l'acquisto di nuovi sistemi d’arma di produzione statunitense, tra cui caccia F-35 e droni da combattimento; il potenziamento della presenza belga nei contingenti NATO dispiegati nell’Europa orientale, con un possibile aumento del numero di soldati inviati nei paesi baltici e in Polonia; un maggiore coinvolgimento nelle missioni di difesa europea, con un ruolo più attivo nelle operazioni di sicurezza nel Sahel e nel Mediterraneo.
Il governo ha anche dichiarato di voler adottare una linea più dura nei confronti di Mosca, sostenendo un rafforzamento delle sanzioni europee e l’invio di aiuti militari più consistenti all’Ucraina. Allo stesso tempo, non ha assunto una posizione sul genocidio del popolo palestinese portato avanti dal regime nazisionista israeliano, accennando solamente a quello che viene definito “il conflitto tra Israele e Palestina”.
Alla luce di queste misure, il governo di Bart De Wever appare sempre più come un esecutivo orientato verso politiche di austerità e repressione, in netto contrasto con le esigenze delle classi popolari belghe. Il drastico ridimensionamento delle tutele sociali, unito all’inasprimento delle norme contro i migranti e alla deriva militarista, segnala un cambiamento radicale rispetto alla tradizionale politica belga, spesso più equilibrata e improntata al compromesso.
Le critiche del PTB e di altre forze progressiste evidenziano come il programma del governo Arizona possa approfondire le disuguaglianze e compromettere la coesione sociale, mentre il crescente allineamento con la politica estera statunitense rischia di trascinare il Belgio in scenari geopolitici sempre più instabili. Di fronte a questa svolta, resta da vedere se la mobilitazione popolare e l’opposizione parlamentare riusciranno a contrastare le misure più controverse o se il Paese si avvierà verso una stagione di conflittualità sociale senza precedenti.