Le lunghe vacanze natalizie sono agli sgoccioli ma il Governo va avanti inesorabilmente per la propria strada e accelera sulla autonomia differenziata sapendo di contare sull'assenso di parte dell'opposizione fra cui diversi “governatori”, sindaci e amministratori del centro nord in quota al centrosinistra.
Nel messaggio di fine anno Meloni ha parlato di Governo senza padroni. A pensarci bene i padroni rimangono sempre gli stessi anche se assumono sembianze apparentemente nuove e indossano abiti diversi.
La manovra di Bilancio appena votata in Parlamento ha tagliato fondi alla sanità e al reddito di cittadinanza e aumentato le spese militari. Nei prossimi giorni leggeremo con attenzione il testo finale ma fin da ora non sbagliamo a parlare di continuità con il Governo Draghi, eccezion fatta per la tassa piatta che favorisce gli autonomi (a beneficiarne non saranno solo le partite Iva con redditi più bassi e alle prese con l'impoverimento del ceto medio) a discapito dei lavoratori dipendenti.
Un Governo senza padroni? Manco per sogno, basterebbe guardare al sostegno accordato agli Usa e alla loro politica estera. Il Governo italiano non manifesta alcun dubbio sull'operato di Biden e della Nato, dubbi che invece agitano il sonno dei leader di altri paesi europei.
Vediamo insieme alcuni punti cruciali dell'agenda Governativa.
Covid e smart working.
Tampone per i passeggeri provenienti dalla Cina ma al contempo si rassicura la classe imprenditoriale che, a prescindere dai contagi, non ci sarà alcun lockdown; magari la mascherina nei luoghi chiusi se i casi covid dovessero salire e il ricorso al discusso smart working per far risparmiare le pubbliche amministrazioni che terranno chiusi alcuni uffici risparmiando sulle utenze e sulle pulizie. E poi, chi lavora da casa, non percepirà straordinari, buono pasto e qualche altro istituto contrattuale.
Investire nell'ammodernamento tecnologico dei servizi pubblici? Intanto fino al 31 Marzo in smart working restano i cosiddetti fragili. L'Esecutivo tornerà sull'argomento in caso di ripresa dei contagi con qualche Dpcm alla stregua di Conti e Draghi. Il governo del fare e del cambiamento? Ad oggi solo parole.
Intanto si destina al rinnovo dei contratti solo l'1,5% dei salari per il 2023 e sotto forma di bonus. Briciole se pensiamo che il rinnovo del triennio 2018-21 prevedeva aumenti del 4% e non erano ancora arrivati i rincari delle tariffe e dei generi di prima necessità
Pensioni
Ricordate la promessa di 1.000 euro per le pensioni minime? Sulla stessa linea di quanti promettevano dentiere gratis e soggiorni in villeggiatura per la terza età, il Governo è intervenuto sulle pensioni ma in linea con i dettami della Finanza pubblica e delle regole di bilancio. Fin quando stava all'opposizione Meloni strillava contro le inique e draconiane misure di Bruxelles, oggi le applica in silenzio e senza remore. Le pensioni minime? Passa dall'80 all'85% la rivalutazione per gli assegni il cui ammontare è tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (circa 2.000-2.500 euro), mentre per le pensioni più alte viene ridotta la percentuale dell'adeguamento al costo della vita.
Hanno ragione i sindacati dei pensionati a dire che si fa cassa sulla previdenza? Probabilmente hanno ragioni da vendere criticando il Governo Meloni ma con un grosso limite ossia dimenticano di invocare una Legge Patrimoniale e il principio di progressività della tassazione con nuove aliquote. Se così facessero assumerebbero posizioni radicali ed egualitarie ormai invise ai sindacati rappresentativi.
Salgono a 600 euro le pensioni minime per gli over75, ma trattasi di un provvedimento valido solo per il prossimo anno. E dopo? Buio assoluto.
Bonus che va e bonus che ritorna
Un governo dovrebbe guardare ai giovani. Invece riduce la platea dei destinatari del bonus cultura riservato ai diciottenni stabilendone l'erogazione in base all'Isee familiare. Un principio in teoria giusto se questo criterio di reddito familiare governasse la erogazione di ogni altro bonus (ma non è così) e se non ci fossero molti evasori apparentemente indigenti che passeranno avanti a chi denuncia fino all'ultimo euro.
Il bonus mobili verrà prorogato fino a 8.000. Erano quest'anno 10.000 euro e avrebbero dovuto essere 5000 per il 2023. Un emendamento votato in commissione Bilancio prevede questo bonus per acquistare non solo mobili ma anche elettrodomestici green. Si persevera nella politica dei bonus tanto bistrattati dal centro destra quando non era al Governo.
E non poteva mancare la retorica meritocratica: un bonus pari a 550 euro denominato “Carta del merito” per i diplomati con 100 centesimi. Anni di fantomatica meritocrazia non hanno portato alcun beneficio al sistema scolastico e alla Pubblica Amministrazione ma si persevera nell'errore.
E infine viene confermato, ed esteso fino a 1500 euro, il bonus psicologo già introdotto con il Governo Draghi. Sarebbe utile capire le ragioni per le quali la nostra società sia sempre più ripiegata sui lettini degli psicoanalisti o affidata agli psicofarmaci, ma un'indagine del genere porterebbe alla luce malesseri sociali che invece vengono semplicemente occultati.
Cartelle esattoriali? Restano al loro posto
Molti ricorderanno la narrazione delle famiglie italiane assediate dal Fisco e dagli esattori che bussavano alle porte pretendendo immediati pagamenti. Componente essenziale della propaganda di destra contro il fisco iniquo, ma la realtà odierna suona ben altri spartiti.
Non si parla più di cancellazione automatica delle cartelle esattoriali per le multe e le tasse in riscossione dal 2000 al 2015 e con importi inferiori ai 1.000 euro. Il Governo se la cava con poco, ossia eliminando gli interessi, anche per non incorrere nella scure della Corte Costituzionale. La decisione di stralciare o meno imposta e sanzioni viene scaricata sugli Enti Locali che a loro volta dovranno guardarsi bene dal taglio delle risorse se vogliono far quadrare i Bilanci. Anche su questo punto la demagogia politica si traduce in decisioni assai controverse. Il populismo anti tasse viene trasformato nel solito pragmatismo scaricabarile sugli Enti locali.
Reddito di Cittadinanza: Beati gli ultimi resteranno sempre e solo ultimi
Saranno 7 e non 8 Mensilità per poi, nel 2024, cancellare il reddito di cittadinanza. E gli occupabili? Senza una autentica riforma del mercato del lavoro si produrranno decreti legislativi di mera penalizzazione delle classi subalterne, molti degli occupabili non sono realmente tali e le offerte occupazionali congrue rischiano di tradursi in contratti precari e irrisori. Se prima era possibile rifiutare la prima offerta congrua (o presunta tale) oggi anche un solo rifiuto comporta la esclusione dal RdC. Un Governo, quello della Meloni, che fa cassa sulla miseria economica e sociale promettendo investimenti in formazione e senza alcun intervento pubblico in materia di lavoro e occupazione. Infatti, nello stesso discorso di fine anno ha affermato che lo Stato non deve intervenire per favorire lo sviluppo e l'occupazione perché il lavoro lo crea solo l’impresa privata. Se la Costituzione veniva ignorata dai “democratici”, figuriamoci i post fascisti.
Come ti mortifico il potere di acquisto
Aumenti contrattuali? Non se ne vede neppure l'ombra; arriva invece l'esonero contributivo del 2% per redditi fino a 35.000 euro; si passa al 3% per redditi più bassi ossia 25mila euro. Tassati al 5% i premi di produttività fino a 3mila euro. La politica dello scambio diseguale viene quindi rafforzata, si deroga al contratto nazionale su importanti materie e si accresce il dirottamento di risorse contrattuali verso la produttività con gli accordi di secondo livello, facendo credere che la detassazione dei premi sia un vantaggio per la forza lavoro quando invece favorisce solo le imprese.
Il ripristino delle accise sulla benzina e altri balzelli
Dal primo gennaio non è più vigente la sospensione delle accise. Il prezzo della benzina è salito così da 1,55 a 1,77 euro al litro. Anche i pedaggi autostradali aumentano del 2% e così anche i pendolari sono serviti. I tassi di interesse per i mutui, grazie questo alla Bce, continuano a salire e continueranno. Ma il Governo avrebbe potuto intervenire a sostegno di chi rischia di perdere la propria casa. E invece niente.
Privatizzazioni
ITA Airways, cioè quello che rimaneva di Alitalia, sarà probabilmente acquistata dalla tedesca Lufthansa.
Per le Acciaierie d’Italia (ex Ilva), lo Stato accende a suo carico un prestito di 680 milioni, mentre l’Arcelor Mittal, che mantiene la posizione di controllo della società, verserà soltanto 70 milioni. Vane sono state le richieste dei lavoratori e del territorio di mettere la proprietà di fronte a un aut aut, o investe per far tornare produttivo e rispettoso dell'ambiente lo stabilimento o si procede alla nazionalizzazione, come prescrive la Costituzione.
Questa manovra, in sintesi, è coerente con il principio neoliberista di dare la ricchezza a pochi e la povertà a tutti gli altri. Viene favorito il padronato che può intascare profitti potendo decidere liberamente le retribuzioni e, in mille modi, si dà una mano agli evasori.
Sono in agenda anche contenuti che esulano dalle materie proprie di una manovra di bilancio e che sono altrettanto pericolosi.
Mentre ci si straccia le vesti per i poteri di intercettazione da parte della magistratura all'interno di ben definite regole, che infatti vengono ulteriormente ampliate, si permette ai servizi segreti di intercettare a loro discrezione.
Altra misura abominevole è il divieto di salvataggio in mare dei migranti.
Insomma siamo di fronte a un disegno neoliberista che azzera decenni di politiche economiche e sociali inclusive e distrugge quello che resta della Costituzione. Una manovra di classe contro gli ultimi in attesa della Secessione dei ricchi, denominata autonomia differenziata, e del promesso semipresidenzialismo.