Il fascismo oggi. Riflessioni a margine di un libro di Giorgio Cremaschi

Fintamente sovranista, fintamente patriota, il nuovo fascismo liberale serve ottimamente le esigenze del capitale, anche e soprattutto nelle sue brame belliciste


Il fascismo oggi. Riflessioni a margine di un libro di Giorgio Cremaschi

Dall’avvento della signora Meloni in poi è in atto in Italia un dibattito, peraltro non troppo esaltante, sull’effettiva portata del pericolo fascista nel nostro Paese. Dobbiamo al riguardo certamente essere consapevoli del fatto che il fascismo è, storicamente, in buona misura una creazione italiana, ma senza perdere di vista talune inquietanti tendenze che registriamo a livello globale con sempre maggiore intensità. Un interessante contributo all’analisi di tali tendenze, che potremmo definire “fascismo del Ventunesimo secolo” è stato non molto tempo fa offerto da Giorgio Cremaschi, il combattivo e irriducibile dirigente della FIOM oggi dirigente nazionale di Potere al Popolo.

Cremaschi parte esplicitamente da quello che definisce uno dei tanti ossimori dell’epoca attuale, e cioè quello di liberalismo fascista. Al cuore del discorso c’è l’azione demolitrice del capitale finanziario, tesa a smantellare ogni vincolo di solidarietà comunitario, dalla coscienza di classe dei lavoratori, al sentimento patriottico correttamente inteso fino a quello più generale di fratellanza umana.

Il capitale non ama certo la dimensione collettiva e preferisce avere a che fare con singoli individui atomizzati, tristemente alle prese giorno per giorno coi loro destini personali di sfruttati, ormai quasi tutti precari, consumatori sempre più poveri, turisti da quattro soldi sbattuti per l’Europa e il mondo in angoscianti vacanze low cost che trascorrono in località sempre più simili tra loro senza saperne e capirne nulla, ma solo per esibire il trofeo del viaggio ai propri conoscenti. La caratteristica saliente di queste masse di zombies eterodiretti dal capitale, che ne manovra a proprio piacimento pulsioni e li indirizza a soddisfare i propri interessi alternando nodosi bastoni e invasive carote è la competizione spietata che annulla ogni vincolo e rispetto umano traducendosi nell'esaltazione spietata degli spiriti animali del capitalismo.

Si tratta per certi versi dell’uomo a una dimensione di marcusiana memoria che si fa elemento della base di massa del nuovo fascismo emergente a livello planetario. Costui è dotato di scarso afflato militante e si galvanizza, fino a divenire violento e anche molto violento, solo quando si tratta di dare addosso a coloro che percepisce come più vulnerabili di lui, manifestando in tal modo tutta la sua spregevole codardia, anch’essa peraltro tratto identitario del fascismo tradizionalmente inteso. Tale immensa codardia può assumere tratti omicidi o addirittura genocidi in determinate situazioni di forte contraddizione con individui e popoli circostanti, come avviene oggi in Israele, dove il nazi-sionismo di Netanyahu & Co. costituisce senza dubbio la più conclamata forma di fascismo. Ma la rabbietta distruttiva dei fascistucoli del Terzo Millennio si dirige generalmente contro i migranti e il Resto del Mondo in genere, esprimendo in taluni casi anche la malinconica nostalgica di queste persone per un passato di grandeur imperiale oggi definitivamente in fase di tramonto. In questo senso esso si lega strettamente alle velleità belliche che oggi animano le Von Der Leyen e vuole dare il suo contributo alla preparazione della guerra mondiale formattando all’uopo le masse e predisponendole all’estremo sacrificio in nome dei valori occidentali e di quelli di Borsa delle industrie di armamenti. Per altri versi essi se la prendono colle donne e le persone non binarie, i cui atteggiamenti e le cui rivendicazioni mettono a repentaglio il sistema di dominazione patriarcale, rifugio e consolazione dei maschi frustrati dalle dinamiche sociali del capitalismo. In fin dei conti il brodo di cultura del nuovo fascismo è costituito dalla disgregazione sociale indotta dal capitalismo che alimenta la guerra di tutti contro tutti fino a quella propriamente detta tra gli Stati e alla microconflittualità di stampo criminale che consente allo Stato fascisteggiante alla Piantedosi di invocare l’ordine per blandire le angosce dei singoli espandendo il suo apparato repressivo in una spirale senza fine di soffocamento della libertà individuale e collettiva.

Gli eroi dei fascisti dei nostri giorni sono personaggi spregiudicati che si avvalgono in modo crescente di inaudite bugie che propinano, mediante l’uso dei media che controllano in modo massiccio e penetrante, nelle fragili e incolte menti dei propri sostenitori effettivi e potenziali. Personaggi perniciosi e ripugnanti come Trump, Bolsonaro, Milei, e anche il magnate dei social media Musk, che propone con monotonia lo smantellamento di ogni Stato e di ogni spazio sociale, si tratti del Venezuela rivoluzionario di Nicolas Maduro o della Gran Bretagna dell’incerto laburista di destra Starmer per tanti aspetti continuatore della signora Thatcher.

Ovviamente enorme responsabilità incombe sulla ex sinistra tradizionale del PD e simili che, disarmando ideologicamente, culturalmente e politicamente le masse lavoratrici, ha spianato la strada alle destre.

Il nuovo fascismo liberale, in conclusione, è fenomeno complesso che si nutre di governo al ferreo servizio delle élites e, quando serve, finta opposizione per raggirare le anime semplici. Emblematica di questa anfibolia è, per tornare al punto da cui siamo partiti, la signora Meloni, finta sovranista e finta patriota, fedele esecutrice dei voleri di NATO e Capitale, pronta a riprendere se necessario le mentite spoglie di oppositrice, fiduciosa al riguardo nella potenza mistificatrice dei media, specie di quelli globali gestiti da Musk, che recentemente l’ha insignita di un premio, e altri come lui.

18/10/2024 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Fabio Marcelli

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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