In Europa avanzano le destre. In Francia vince Bardella con il 31,5% e Macron, che ha preso il 14,5%, scioglie il Parlamento e convoca nuove elezioni per il 30 giugno e il 7 luglio. I popolari a Strasburgo sono il primo partito e Ursula Von der Leyen, la Spitzenkandidat del Ppe, resta favorita per presiedere la Commissione europea, ma il 18 luglio dovrà essere votata e non è affatto scontato. In Italia, i tre partiti di governo confermano la loro forza e insieme sono circa il 48%. M5S sotto il 10%, il Pd di Elly Schlein aumenta e arriva al 24%, ottima Alleanza, Verdi e Sinistra, che va al 6,6%, con Ilaria Salis europarlamentare con 173 mila preferenze. Affluenza bassa in tutti i 27 paesi Ue, secondo una stima raccolta da “Europe Elects” avrebbe dovuto essere inferiore dell’1,3% rispetto al 2019 (56,09) che era stata considerata la più bassa dal 1994, ma non è andata così, è stata del 49,69% ed è diminuita anche rispetto alle politiche del 25 settembre del 2022, dove era stata del 63,91 %, anche se il voto delle elezioni politiche è diverso da quello delle europee.
È sbagliato affidarsi ad un’analisi complessiva del fenomeno dell’astensione su tutta l’Unione europea perché ogni paese ha una storia e caratteristiche proprie, che sono politiche e, soprattutto, economiche. L’astensione al voto, al di là che ognuno la può leggere come crede, indica comunque la presenza di disagi diffusi e, nell’insieme, la mancata fiducia nelle istituzioni. In Italia, ad esempio, c’è, ed è persistente, un fenomeno economico che presenta il PIL (Prodotto Interno Lordo) in aumento ma le retribuzioni non si adeguano all’aumento dei prezzi dei prodotti al consumo e al costo della vita in generale. L'Italia, come certifica il “Rapporto Annuale Istat 2024”, riesce a recuperare il livello di produzione pre-Covid e, anche, quello precedente alla crisi del 2008, ma il potere d'acquisto dei salari in dieci anni è crollato del 4,5%. È chiaro che le famiglie in generale vivono male, almeno a livello materiale, e si allontanano dalla politica, non partecipano e non sono coinvolti. In fondo al viale della tristezza economica famigliare vedono soltanto il terminale dell’astensione al voto, che rappresenta, come io penso, sempre e solo un suicidio politico collettivo.
I media e i sondaggi lo avevano previsto che avrebbe vinto la Destra, ormai è chiaro che l'Ue ha poco o nulla da offrire, anche perché è un un polo imperialistico in costruzione. Un esempio di contrasto obiettivamente dialettico è stato dato dai media e in particolare con il “Data Room” di Milena Gabanelli che è stato trasmesso dalla Tv “La 7”, lunedì 3 giugno, dal titolo “A cosa serve l'Unione europea”. Il racconto è stato centrato in prevalenza sul tema “Non c’è futuro per i popoli europei se non nell’Unione”. Questo tema è stato considerato devastante in quanto ha irritato, probabilmente, gli ascoltatori, soprattutto per la serie degli interrogativi dialettici che sono stati presentati. A che serve l’Europa? Cosa fa per i giovani? E per i pensionati? E invece per le donne, i disoccupati, il Sud? All’apparenza ottimi ed equilibrati, ma non per chi, purtroppo, ad esempio a causa delle privatizzazioni in Italia delle aziende a partecipazione statale odia l’Ue e la sua storia perché è storia del liberismo europeo. Non una parola sul fatto che l’Ue vuole aumentare le spese militari, essere sovrana su tutti gli Stati, soprattutto a livello economico e in politica estera, e sconfiggere la Russia. Mentre per la pace non si è ascoltato nulla. Questo Data Room è stato pessimo.
Tutto previsto dai sondaggi che, dei 76 seggi assegnati all’Italia nel parlamento europeo, la maggioranza sarebbe stata di Destra. Ora si spera che si ponga il problema, che non è più rinviabile, di come fare politica in una fase come quella che stiamo vivendo, egemonizzata completamente ormai dalla Destra, a Roma come a Bruxelles. Questo significa che le istituzioni non sono più democratiche, ma sono di Destra con tutti i problemi in campo, come la riforma della Costituzione con il premierato e la legge sull’autonomia differenziata. C’è il grosso problema della sanità, che ormai è stata privatizzata, tanto che le risorse finanziarie per curarsi non ci sono. Le famiglie, non tutte s’intende, a stento coprono le spese per l’alimentazione, l’affitto di casa e le bollette. In pratica non fanno esami a pagamento e cure mediche private neanche a parlarne. La crisi economica in corso è devastante e si parla di esercito europeo con quella necessità, tutta liberista ma presentata con belle parole, per coprire gli obiettivi reali del capitalismo corrente di aumentare i profitti, e le guerre sono un modo per raggiungere questi obiettivi.
Erano 51,7 milioni gli italiani chiamati alle urne, sabato 8 e domenica 9 giugno, con 5,1 milioni residenti all'estero. Si è votato oltre che per le Europee anche per le Amministrative in 3.700 Comuni e per le Regionali in Piemonte. Le novità di questa consultazione sono state che per i fuori sede è stato consentito di votare nel luogo in cui si trovavano senza rientrare nel Comune di residenza, la domanda per farlo andava presentata entro lo scorso 5 maggio. La procedura presentava alcuni impedimenti per coloro che erano residenti in una circoscrizione elettorale diversa da quella del comune di studio, tuttavia non tali da giustificare una bassissima partecipazione in queste modalità, ovvero di soli 19 mila studenti rispetto alla platea di quasi 600 mila, che potevano usufruirne. Il risultato dei voti tra questi elettori, con il 40% a AVS e il 25% al PD, indica che chi ha usufruito di questa possibilità è stata una minoranza di studenti con idee politiche chiare. L'Italia elegge 76 membri del Parlamento europeo sui 720 complessivi. Il territorio italiano è suddiviso in cinque circoscrizioni elettorali che eleggono un numero di deputati in proporzione agli abitanti. La circoscrizione Nord-Occidentale comprende Valle d'Aosta, Liguria, Piemonte e Lombardia, è la più popolosa ed elegge 20 seggi. Della Nord-Orientale fanno parte Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto, si eleggono 15 deputati. La circoscrizione Centrale è composta da Lazio, Marche, Toscana e Umbria ed elegge 15 seggi. La Meridionale comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia con 18 seggi. Infine, la circoscrizione Isole elegge otto europarlamentari. In base alla legge elettorale europea tutti i Paesi devono usare un sistema proporzionale. In Italia c'è il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell'ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. La soglia di sbarramento è al 4%.
In tutta la Ue, su 359 milioni chiamati complessivamente alle urne, 23 milioni sono stati i giovani che hanno votato per la prima volta in Italia, quelli tra i 18-34 anni sono stati 10 milioni, di cui quasi 2,8 milioni sono stati i nuovi elettori. L’esito di queste elezioni avrebbe dovuto orientare il futuro dell’Europa, che non potrà mai essere più “forte e democratica”, come gli spot hanno presentato, ma la metà della popolazione non è andata a votare. Nel 2022, l’astensione alle Politiche è stata del 36,1%. I cittadini votano sempre meno e ancora di meno alle Europee: nel 2019 non è andato alle urne il 45,5% della popolazione, contro il 29% del 2004.
Un’osservazione è necessaria sul punto 9 del programma di Fratelli d’Italia dal titolo “Forte, Libera e Sovrana”, nell’ultimo punto si legge: “Proseguire nel processo di riunificazione europea, secondo un approccio basato sul merito, sia nei confronti dei Paesi dei Balcani occidentali, sia nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia”. Cosa vuol dire “approccio basato sul merito”? Quali sono gli obiettivi di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, sull’Unione europea? Si tratta di un interrogativo importante, ricordo al riguardo il grande ascolto (oltre due milioni di telespettatori) che ha avuto la sua intervista rilasciata ad Enrico Mentana sulla Rete “Tv7”, il 6 giugno, nella quale quasi nulla ha detto sulle prospettive dell’Unione europea. La sua intervista si è svolta in maniera non centrata sulla Ue.
Un’altra osservazione riguarda l'estrema destra olandese, guidata dal Partito della Libertà (Pvv), leader anti-Islam ed euroscettico Geert Wilders, che ha ottenuto 7 seggi. Questa formazione non ha vinto, anche se è stato il trionfatore a sorpresa delle elezioni nazionali dello scorso novembre ed è stato dato come primo nei sondaggi con un largo margine sull'alleanza europeista laburisti-verdi, guidata da Frans Timmermans. Allenza, quella laburisti verdi, che ha conquistato 8 seggi, vincendo, ma con candidato di punta Bas Eickhout, Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea. Tuttavia ci si chiede quale scelta farà il gruppo dei Verdi, a livello Ue, sul conflitto in corso tra Ucraina e Russia e la costituzione dell’esercito europeo.
In finale l’osservazione sul punto 13 del programma elettorale di Alleanza, Verdi e Sinistra: “L’Italia della pace”. Alla fine del capitolo si è chiesto un “Piano di riconversione per l’industria bellica italiana” e di “Dedicare una giornata nazionale ai martiri dell’ambiente” e di “Trasformare l’ecocidio nel quinto reato internazionale soggetto al Tribunale dell’AIA”. Sono tematiche importanti, ma che sono state ignorate in questa campagna elettorale. Cosa faranno su questi temi Bonelli e Fratoianni a Bruxelles e a Roma anche perché hanno avuto il 6,90% dei voti e non era scontato?