Ad oggi esistono al mondo solamente cinque paesi socialisti sopravvissuti alla guerra fredda, di cui quattro si trovano in Asia: si tratta della Repubblica Popolare Cinese, della Repubblica Democratica Popolare di Corea, della Repubblica Socialista del Vietnam e della Repubblica Democratica Popolare del Laos, alle quali va aggiunta la Repubblica di Cuba. Tra il gennaio e l’aprile del 2021, i partiti al potere in questi stati – ad esclusione della Cina – hanno organizzati i propri congressi, che rappresentano l’evento politico di maggior rilievo in un paese socialista.
L’anno si è aperto con l’VIII Congresso del Partito del Lavoro di Corea, che si è tenuto a Pyongyang tra il 5 e il 12 gennaio. L’evento ha rappresentato l’occasione, per il leader nordcoreano Kim Jong Un, di tracciare il bilancio dei cinque anni trascorsi dal precedente congresso, sottolineando i successi e soprattutto le carenze di questo quinquennio. Sin dall’inaugurazione del congresso, Kim Jong Un ha infatti mostrato una grande capacità di autocritica al fine di correggere gli errori che sono emersi nel corso degli ultimi cinque anni, sottolineati quanto e ancor più dei risultati positivi raggiunti: “Dovremmo essere abbastanza coraggiosi da riconoscere gli errori che, se non affrontati, si trasformeranno in impedimenti e ostacoli più grandi, e prendere misure risolute contro il loro ripetersi”, ha affermato il leader [1].
Nel corso del congresso, Kim Jong Un è stato eletto segretario generale del Partito del Lavoro, una carica che non era stata più assegnata sin dalla morte di Kim Jong Il [2]: “L’attuale Congresso ha pienamente sostenuto e approvato la cortese proposta di tenere in grande stima il compagno Kim Jong Un come segretario generale del Partito del Lavoro di Corea. Il compagno Kim Jong Un è il leader eccezionale della rivoluzione Juche e il grande simbolo e rappresentante del nostro Stato e del nostro popolo, che ha realizzato i più grandi successi per il partito e la rivoluzione, per il paese e il popolo con la sua talentuosa saggezza ideologica e teorica, la sua straordinaria leadership e i suoi nobili tratti”, si legge nel testo della risoluzione.
Il congresso del Partito del Lavoro di Corea si è concluso il 12 gennaio con una risoluzione finale, che pone “nuovi obiettivi di lotta da raggiungere in tutti i campi, compresa l’economia, la difesa nazionale, la cultura e la gestione dello Stato e della società, per guidare la costruzione socialista alla successiva fase di vittoria sulla base dei preziosi successi, dell’esperienza e delle lezioni della nostra rivoluzione nelle situazioni interne ed esterne vigenti e modi innovativi per attuarle”[3].
Tra il 13 e il 15 gennaio, ha invece avuto luogo l’XI Congresso del Partito Rivoluzionario del Popolo Lao. In quest’occasione, il primo ministro Thongloun Sisoulith ha ricevuto l’incarico di nuovo segretario generale, succedendo a Bounnhang Vorachit, attuale capo di Stato. Secondo la prassi, il segretario del partito detiene anche la presidenza della Repubblica, e dunque Thongloun Sisoulith è destinato a succedere all’anziano Bounnhang Vorachit anche in questo ruolo, a seguito delle elezioni generali che avranno luogo a febbraio.
In seguito alla sua elezione, Thongloun ha annunciato sei obiettivi generali nell’ambito del nono piano quinquennale di sviluppo socio-economico per il periodo 2021-2025. I sei obiettivi che il Laos perseguirà nei prossimi cinque anni sono: la crescita economica, il potenziamento delle risorse umane, l’innalzamento del tenore di vita della popolazione, la tutela ambientale, il rafforzamento delle infrastrutture e il miglioramento dei meccanismi di governance [4].
Dopo la Corea e il Laos, proprio in questi giorni il Vietnam si sta preparando allo svolgimento del XIII Congresso del Partito Comunista, in occasione del quale verrà rinnovata la composizione del Comitato Centrale e del Politburo. Inoltre, il capo di Stato Nguyễn Phú Trọng dovrà cedere la carica di segretario generale del partito, essendo giunto al limite di due mandati, ma potrà mantenere la carica presidenziale per altri cinque anni [5]. Dovrebbe ottenere la conferma anche il primo ministro Nguyễn Xuân Phúc, eletto in occasione del congresso del 2016, e dunque ancora in corsa per ottenere il secondo mandato.
Tutti i 4.299 delegati, ospiti e funzionari che parteciperanno al Congresso dovranno risultare negativi al Covid-19 per due test consecutivi. I partecipanti hanno avuto i loro campioni prelevati per un test in tempo reale della reazione a catena della polimerasi (RT-PCR) nella giornata di lunedì, mentre il secondo test verrà eseguito due giorni prima dell’inizio del congresso, in programma dal 25 gennaio al 2 febbraio [6].
Il congresso nazionale è stato preceduto dai congressi provinciali e cittadini, che hanno provveduto a eleggere i segretari del partito e gli organi amministrativi locali. A Hồ Chí Minh City, la più grande città del paese, il ruolo di segretario è stato affidato a Nguyễn Văn Nên, 63 anni, laureato in giurisprudenza e già presidente del Comitato popolare e segretario del partito nella provincia di Tây Ninh, della quale è originario [7]. Nên è andato a sostituire in questo ruolo Nguyễn Thiện Nhân, in carica dal 2017, per il quale è probabile una nomina a un ruolo di livello nazionale in occasione del prossimo congresso.
Ad aprile, infine, avrà luogo l’VIII Congresso del Partito Comunista di Cuba, che dovrebbe sancire la definitiva uscita di scena dal vertice politico dell’isola di Raúl Castro, primo segretario del partito dal 2011. La massima carica del partito dovrebbe finire nelle mani del presidente Miguel Díaz-Canel, nell’anno che segna l’inizio del nuovo corso economico cubano, con l’abbandono del sistema monetario duale, che ha caratterizzato l’economia cubana a partire dagli anni ’90 [8].
Note:
[7]https://e.vnexpress.net/news/news/hcmc-gets-new-party-secretary-4178194.html