di Mónica Xavier
Dopo il risultato di Evo Morales in Bolivia che ha ottenuto il terzo mandato e la riconferma di Dilma Rousseff in Brasile, è stato il turno delle elezioni in Uruguay. Il Frente Amplio, la coalizione di sinistra al governo dal 2004, ha ottenuto circa il 47% dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali e legislative del 26 ottobre scorso. Conserva così la maggioranza in Parlamento e il suo candidato, Tabaré Vazquez, si trova in vantaggio sul candidato della destra Luis Lacalle Pou al ballottaggio del prossimo 30 novembre, che deciderà chi raccoglierà l’eredità di “Pepe” Mujica.
L’election day ha segnato la sconfitta della destra anche al referendum che ha bocciato la proposta del Partido Nacional di abbassamento a 16 anni dell’età minima di imputabilità penale che mirava a consentire di poter processare i minorenni nei tribunali per adulti in nome della “sicurezza”. Sulla riconferma del Frente Amplio alla guida del paese hanno pesato 10 anni di governo in cui Pil il è cresciuto del 4,4%, la disoccupazione è scesa al 6% e il tasso di povertà si è ridotto di un terzo. (a cura di Andrea Fioretti)
Mónica Xavier*
Domenica 26 ottobre è stato una giornata di festa per la democrazia. Una giornata che riflette le migliori tradizioni civiche del nostro paese. Si sono decise questioni importanti. Col voto si eleggeva un Parlamento e, eventualmente, un presidente. Insieme a questo, si decideva, con un plebiscito, la possibilità di abbassare l’età di imputabilità per un giovane da 18 a 16 anni. L’Uruguay ha fatto la sua scelta. Ed ha optato per la sfida di continuare ad avanzare sul terreno dell’inclusione, respingendo la proposta regressiva di retrocedere e tornare indietro.
Dopo di 10 anni di governo, il Frente Amplio continua ad avere un grandissimo appoggio popolare.
Smentendo i pronostici della maggioranza dei sondaggi.
I risultati di questo primo turno: il Frente Amplio è la prima forza politica del paese per la quarta elezione consecutiva; il Frente Amplio ha ottenuto la maggioranza parlamentare per la terza volta consecutiva; il Frente Amplio ha vinto in 14 dipartimenti; infine, è stata respinta la riforma per abbassare l’età di imputabilità.
Quest’ultimo risultato è stato possibile grazie al lavoro senza tregua della Commissione per il “No a la Baja” (No all’Abbasamento, ndr), composta essenzialmente da giovani. Questo è un motivo di felicità ed è il ritorno alle migliori tradizioni sociali di questo paese. Questa battaglia è stata sostenuta anche da un’intensa attività di dirigenti politici di molti partiti, ed in forma inequivocabile dalla nostra forza politica. Non ci sono scorciatoie semplici per problemi complessi, e gli uruguaiani lo sanno.
La cittadinanza ha votato il Frente Amplio perché sa che coi governi progressisti l’Uruguay cresce ed include. Nessuno rimane fuori. La gente con meno risorse ha migliorato le proprie condizioni ed anche la classe media ha ottenuto dei miglioramenti. C’è più lavoro, salari migliori e una distribuzione più giusta. Ci sono migliori condizioni per lo sviluppo dell’industria e gli investimenti. In soli dieci anni di nostri governi, l’Uruguay è cambiato radicalmente.
Per questo, l’ultimo mio comunicato l’ho intitolato: “Andiamo a vincere!”. Non è stata solo una scommessa. Invitavo a “riflettere su quello che era il paese dieci anni fa, e quello che è ora dopo questa decade. Scegliamo tra chi ci ha raccontato delle favolette ricorrenti e ci ha portato nella più grande crisi di cui si ha memoria in questo paese, e quelli che invece ci danno la certezza di continuare a crescere distribuendo equamente come nessun altro paese della regione”.
Il popolo vive i cambiamenti sulla propria pelle, da lì nasce la sua volontà di continuare ad appoggiare questo progetto e la sua fiducia verso quello che facciamo. Non è casualità, perché è falso che la gente non sappia valutare l’impegno politico, né che non riconosca i cambiamenti sociali sostanziali che si stanno sperimentando e che restituiscono condizioni di dignità alla popolazione. La cittadinanza dice la sua quando vota ed esprime nelle urne quello che vive sulla propria pelle. Ugualmente, ed a dispetto dell’esito categorico del risultato del primo turno, resta ancora da affrontare il turno di ballotaggio.
È opportuno ricordare che il nostro paese ha il sistema elettorale più esigente per ottenere la presidenza: cu vuole il 50% più uno di tutti i voti al primo turno. Sono le regole, con queste circostanze continueremo a lavorare per ottenere il maggior appoggio popolare possibile al secondo turno.
Siamo davanti alla contrapposizione tra due progetti, le alternative e le differenze sono chiare.
L’incertezza della prospettiva e le proposte ambigue di fronte alla continuità delle politiche di giustizia sociale come asse centrale di governo, con un’azione dinamica dello stato, rafforzando le alleanze regionali e le politiche attive per il lavoro come garanzia del livello di vita e gli aumenti dei salari al di sopra dell’inflazione.
In questa cornice, domenica abbiamo celebrato anche il trionfo di Dilma in Brasile. Un scenario simile che confrontava la destra con la sinistra sugli stessi temi.
Eletto il Parlamento, con la maggioranza al Frente Amplio, ora il popolo deciderà e valuterà chi è veramente il più adatto ad essere il Presidente: quale dei due candidati genera più fiducia. Tabaré ha l’esperienza di cinque anni di un governo nazionale di successo. Tabaré ha affrontato situazioni dure e tirato fuori il nostro paese dalla peggiore crisi della sua storia, e ci ha messo sulla via dello sviluppo e ci ha dato un ruolo internazionale. E bisogna ricordare i 5 anni come primo Intendente di Montevideo del Frente Amplio. Tabaré offre certezza. Tabaré ha avuto una presidenza formidabile e ne avrà una ancora migliore per una ragione evidente: le condizioni di partenza attuali sono nettamente migliori di quelle ereditate nel 2004. Incomparabili. Da quello paese in ginocchio al presente è trascorso un decennio di dinamizzazione di tutti i settori e sono migliorati tutti gli indicatori sociali ed economici.
Ovviamente resta molto da fare, e per migliorare la nostra gestione della cosa pubblica. Lo sappiamo, ed per questo lavoriamo in modo instancabile.
È per tutto questo che possiamo progettare un futuro denso di sfide per continuare ad ampliare i Diritti; continuare a generare opportunità per tutti; continuare a migliorare l’accesso per tutti ad un’educazione di qualità; continuare a migliorare la qualità del lavoro e ad aumentare i salari; continuare ad allargare le opportunità; continuare a svilupare le nostre imprese pubbliche; continuare a favorire gli investimenti produttivi; continuare a migliorare la cura dell’ambiente; continuare a fare della cultura un fattore di inclusione.
Continuiamo ad avanzare perché abbiamo esperienza di governo, un progetto avanzato ed il migliore candidato. Votare Tabaré è scegliere la fiducia.
*Presidentessa del Frente Amplio