Di fronte agli scandali che hanno fatto emergere come l’AMA sia ormai un’azienda pubblica posta sotto ricatto da privati, pubblichiamo le rivendicazioni del coordinamento operaio. Queste ultime riguardano: l’organizzazione aziendale e di lavoro; impianti e discariche; la raccolta di rifiuti compostabili e impianti di compostaggio.
di coordinamento operaio AMA
Gli scandali AMA: un’azienda pubblica sotto ricatto di privati
La situazione della nostra azienda, soprattutto a causa delle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite negli anni, è famosa nel mondo. Il continuo utilizzo della discarica privata più grande d’Europa, la mancanza di una strategia credibile per il futuro, il ricorso sfrenato alle consulenze esterne, un susseguirsi di nomine e licenziamenti con “buone uscite” da capogiro di molte delle figure dirigenziali (vedi Cedrone, Cappello…), il continuo utilizzo di un’azienda come bacino di voti elettorali, il disprezzo verso i beni comuni, il considerare i lavoratori come nullità ha fatto si che il debito accumulato dall'AMA si aggiri attorno a 1,3 miliardi di euro.
Parentopoli e Mafia Capitale sono solo la parte più visibile dello scempio prodotto durante gli anni: mentre l’AMA continua ad indebitarsi a seguito di una ridicola impostazione aziendale, i vertici aziendali si piegano alle direttive dell’“avvocato” Cerroni e degli impianti privati del nord Italia. A più riprese questi imbarazzanti politicanti e dirigenti improvvisati si sono chinati ai voleri del padrone privato sottraendo fondi all'azienda, ai lavoratori di AMA e ai cittadini di Roma.
Vista l’incompetenza espressa dai quadri dirigenziali durante questi anni, risulta necessario promuovere la formazione di strutture in grado di elaborare delle proposte serie e coinvolgere operai e cittadini nella gestione della nostra disastrata azienda. Questo unito a un diverso e sicuramente più proficuo metodo di gestione della stessa. Di seguito alcune proposte.
Organizzazione aziendale e di lavoro: le nostre rivendicazioni
1. Mantenimento in mani pubbliche della totalità dell’azienda in rispetto del risultato del Referendum Popolare del giugno 2011; conversione di AMA da azienda municipalizzata a capitale pubblico e il ritorno alla gestione diretta dell'igiene urbana da parte del Comune sotto il controllo dei lavoratori e dei cittadini.
2. Istituzione di un Consiglio Aziendale (C.A.) composto dai rappresentanti dei lavoratori. I componenti del C.A. dovranno essere eletti dai lavoratori del comparto che rappresenteranno attraverso libere elezioni e saranno in qualsiasi momento rimovibili e sostituibili.
3. Immediata variazione del c.d.a. aziendale: questo dovrà essere composta da rappresentanti del Comune e dal Consiglio Aziendale.
4. Obbligatorietà di consultazione dei lavoratori per ogni rinnovo/variazione contrattuale attraverso referendum vincolante.
5. Istituzione dei Consigli di Zona (C.Z.) e immediata eliminazione di tutte le figure di dirigenza intermediaria. Il C.Z. dovrà essere liberamente eletto (e i componenti restano in qualsiasi momento sfiduciabili e rimpiazzabili) da tutti/e gli/le operai/e. C.Z., capisquadra e capi officina, ora espressione degli operai tutti, saranno i responsabili dell’organizzazione della zona/officina e saranno i referenti per il Consiglio Municipale. Il C.Z. siffatto avrà poteri decisionali anche su controversie e sulla gestione di eventuali comportamenti scorretti nei confronti del lavoro e dei colleghi. La figura del capo/controllore/supervisore liberamente eletto permetterà inoltre di superare definitivamente i tanti casi di mobbing mai denunciati per paura di ripercussioni sul lavoro.
6. A livello municipale la gestione del servizio dovrà essere garantito da una forte partecipazione popolare promossa con assemblee di quartiere e municipio.
7. Immediato inquadramento unico al terzo livello per tutti gli operai comuni di zona. Incremento salariale per rinnovo contrattuale forte per recuperare il potere d’acquisto perso durante la crisi. Riduzione dell’orario di lavoro a 30 ore settimanali per operai e autisti e a 35ore settimanali per personale amministrativo e tecnici degli impianti a parità di salario e abolizione del turno domenicale ordinario.
8. Abolizione di tutti gli incrementi di salario e immediata restituzione dei premi produzione elargiti ai dirigenti e ai quadri aziendali durante questi decenni. Istituzione di un tetto massimo agli stipendi dei dirigenti e quadri aziendali a un massimo di 4000€.
9. Esenzione dal turno di notte per le donne con figli fino a che il bambino non avrà l’età per andare alla scuola dell’obbligo. Diritto ad orario part-time per le donne con figli affinché sia per loro possibile equilibrare la vita lavorativa e quella famigliare e/o istituzione di asili nido municipali a cui poter affidare i figli durante l’orario di lavoro.
10. Immediata rescissione dei contratti di manutenzione per mezzi RAVO/SICAS e formazione dei meccanici aziendali per la riparazione dei suddetti mezzi.
Impianti e discariche
Rivendichiamo l’immediata rescissione dei contratti sottoscritti con l’avvocato Cerroni e l’immediato cambio di rotta della politica aziendale. La totale dipendenza da strutture private ha reso praticamente impossibile rientrare del debito contratto. Per far ciò sarà indispensabile appropriarsi, attraverso una serie di investimenti obbligati, della parte finale del ciclo integrato dei rifiuti con la creazioni di impianti dediti al compostaggio e, soprattutto, al riciclo dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata in maniera tale da poter avere un prodotto vendibile di valore nettamente maggiore rispetto a quello che si riesce a fare oggi. Questo dovrà essere associato a una raccolta di migliore qualità mirata all’ottenimento del monomateriale.
Un obiettivo strategico del quale l’azienda deve farsi promotrice è la riduzione a monte dei rifiuti attraverso la diminuzione di rifuti da imballaggio e la promozione di punti distribuzione alla spina (alimenti, detersivi, etc).
Negli anni purtroppo si sono susseguite una serie di amministrazioni comunali accompagnate dai propri uomini di fiducia messi a capo dell’AMA, che hanno danneggiato l’azienda e la salute dei cittadini laziali. Si è infatti cercato di colmare il ritardo impressionante rispetto ad altre grandi metropoli sul fronte della differenziata, con impianti TMB per poter produrre frazione organica stabilizzata e combustibile da rifiuti (CDR). Andando contro ogni logica salutare e ambientale si è scelto di puntare, quindi, sull'utilizzo di inceneritori anziché sul recupero del materiale, ma è qua che si arriva al paradosso e dove la dirigenza mostra ancora tutta la sua inadeguatezza: di impianti TMB ce ne sono 4 nel Lazio, 2 di AMA e 2 di Colari. Tutti insieme non riescono per limiti strumentali, organizzativi e gestionali a trattare la totalità dei rifiuti provenienti dalla città costringendoci nel 2013 a dover mandare in discarica quasi 1000 tonnellate al giorno di tal quale. Questo purtroppo è solo un esempio delle amenità che si sono susseguite in AMA e per cui nessuno si è sentito responsabile.
Troppe cose sono state date al caso e non c’è mai stato un segnale politico forte; le nostre proposte in questa direzione sono:
1. Sgravi fiscali per i supermercati che istituiscono dispenser alla spina all’interno delle proprie strutture;
2. Limitazione di imballaggi alla produzione dei prodotti immessi in commercio;
3. Obbligatorietà per le case produttrici al ritiro di elettrodomestici, mobili, etc. non più utilizzabili.
Raccolta rifiuti compostabili e impianti di compostaggio
1. Potenziamento dell’impianto di Maccarese e/o creazione di nuovi impianti di compostaggio di medie dimensioni dislocati in tutte le aree industriali e rurali attorno al territorio comunale e lontano dalle abitazioni, in grado da permettere il raggiungimento degli standard europei per il recupero della frazione organica;
2. Promozione e consegna di mini-impianti di compostaggio domestico su tutto il territorio cittadino a fronte di sgravi fiscali sulla tariffa rifiuti per le abitazioni con giardino;
Battersi per il benessere generale significa lottare per la proprietà ed il controllo collettivo dei mezzi atti a soddisfare i bisogni vitali. Perché l'unico modo per risolvere i finti dilemmi con cui si mascherano i veri ricatti tra salute, lavoro ed ambiente è l'appropriazione comune delle condizioni materiali della produzione e riproduzione della vita.