Nubi plumbee aleggiano sui destini della nostra scuola pubblica. Mentre migliaia di studenti trascorrono le loro giornate in edifici fatiscenti che cadono a pezzi, il Governo ha presentato il testo del decreto di legge sulla “Buona Scuola”. Fra i tuoni autoritari e le piogge di tagli, la riforma prospettataci dal Ministro Giannini prefigura una scuola pubblica privatizzata e in balia di crudeli logiche di competizione e di sfruttamento del lavoro giovanile. 

Sabato, 25 Aprile 2015 00:42

Spezzeremo le reni alla Grecia

di

Che il debito pubblico – 240 miliardi – sia diventato insostenibile da tre anni a questa parte lo asseriscono un po’ tutti, economisti di grido, di orientamenti diversi al servizio delle istituzioni internazionali e quelli indipendenti di enti finanziari privati. Che possa essere sostenuto pro tempore – per i prossimi mesi – imponendo nuovi e più pesanti sacrifici a dieci milioni e settecento mila uomini, donne e bambini allo stremo dopo quattro anni di austerity lo sostengono i cosiddetti “creditori”, la Germania al comando dell’Eurogruppo, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale.

I primi annunci sul Documento Economico e Finanziario (Def) del governo li abbiamo commentati due settimane fa. Ora è disponibile nel sito del Ministero il testo definitivo di quel documento.

Non più un futuro, ma molti futuri. Ma molti futuri sarebbero consolanti, allora conviene dire la frantumazione dei futuri. Da qui parte la 56° Biennale di Venezia diretta da Okwui Enwezor, che aprirà l’8 maggio e si chiuderà il 22 novembre. 

La storia (e il film) ha inizio quando la regista Laura Poitras viene contattata tramite posta elettronica da Edward Snowden. La regista statunitense, dopo il film del 2006 sulla guerra in Iraq My country my country e The Oath del 2010, filmato nella prigione di Guantanamo, stava lavorando al terzo film documentario della trilogia post 11 Settembre sui programmi di sorveglianza segreti del governo USA, che, tra l’altro, avevano colpito anche lei direttamente per la sua attività di giornalista, alla faccia della libertà di stampa costantemente rivendicata dagli Usa.

A proposito del libro di Vattimo e Zabala scrivo così nel terzo capitolo di "Democrazia Cercasi" (pp. 262-268). Sono riflessioni che possono essere applicate anche a altre proposte che alimentano oggi il dibattito filosofico

Dopo il risultato ottenuto alle elezioni europee i promotori de L’Altra Europa pensavano di andare più spediti verso la costruzione di una casa comune. E invece, oltre a qualche buona iniziativa, il progetto si è scontrato con tensioni interne e anche qualche porta sbattuta. E ora deve fare i conti con l’occupazione dello stesso spazio politico da parte della coalizione sociale di Landini e con gli equilibrismi di SEL che con un piede è nell’Altra Europa e con un un altro costruisce un proprio percorso di coordinamento delle sinistre chiamato “Human Factor”. Mentre nelle amministrazioni locali Vendola & co. continuano a sostenere il PD ovunque quest’ultimo non rifiuti l’alleanza. E intanto in questi progetti di “unità della sinistra” tarda ad arrivare l’adesione alle manifestazioni No Expo per non mettere in discussioni il rapporto con la giunta Pisapia. Pubblichiamo il primo resoconto da Controlacrisi dell’assemblea nazionale de L’Altra Europa. La redazione di LCF.

Domenica, 19 Aprile 2015 16:06

Yemen, “Vietnam saudita”

di

Eserciti super armati con sauditi in uniforme troppo ricchi per farsi ammazzare dai pastori Houthi yemeniti. I petromonarchi più soli.

18 aprile 2015, ore 11. È scoccata l’ora X. All’unisono, in tutte le piazze del mondo occidentale, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Italia a Malta, dal Portogallo alla Germania ed in tutti i 28 paesi dell’Unione Europea, centinaia di migliaia di cittadini si sono dati appuntamento per manifestare nei modi più fantasiosi 

Per Mr. Obama il Vertice panamense si è trasformato in un incubo. O in altre parole: i colpi sparati gli sono tornati contro. Con il suo abituale stile prepotente l’Impero pensava che minacciando il Venezuela, il resto dei paesi si sarebbe sottomesso ai suoi ordini e come è successo per decenni (quando si imponeva la dottrina del “patio trasero”) avrebbero sostenuto senza fiatare la riscossa di Washington.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: