Link agli articoli usciti su questo giornale in cui sono approfondite le questioni affrontate nella video lezione: “I motivi delle cattive interpretazioni della filosofia di Hegel”; “I concetti fondamentali della filosofia di Hegel”; “I concetti fondamentali della filosofia di Hegel (II parte)”; “I concetti fondamentali della filosofia di Hegel (III parte)”; “I concetti fondamentali della filosofia di Hegel (ultima parte)”.
La realtà (Wirklichkeit) nel senso forte del termine, la realtà effettuale, è per Hegel una totalità organica e non indica dunque – come spesso avviene nel linguaggio quotidiano – un singolo essere determinato. Quest’ultimo è definito da Hegel come esistente ed è in quanto tale parte di tale totalità, è il finito che come tale non può che morire, non avendo in sé la propria verità ma nel suo altro. Al contrario l’assoluto o infinito è ab-solutus, ovvero privo di legami già nel significato etimologico del termine; ha in sé la propria ragione d'essere, la propria verità e necessità e, perciò, è reale unicamente una totalità organica. Ciò che è invece finito, particolare, esistente è in quanto tale limitato. Non è vero, in quanto non è in sé razionale. Non ha in sé senso e necessità, ma li acquista solo nella relazione che lo lega a tutti gli altri finiti quali momenti dell’infinito, parti del tutto in cui soltanto assumono il loro vero significato. Prosegui la lettura dell’articolo al link: https://www.lacittafutura.it/unigramsci/i-concetti-fondamentali-della-filosofia-di-hegel
«Non si può comprendere perfettamente Il Capitale di Marx – osserva Lenin nei suoi Quaderni filosofici – e in particolare il suo primo capitolo senza aver studiato a fondo e compreso tutta la Logica di Hegel. Quindi nessun marxista ha compreso Marx da mezzo secolo a questa parte». Tanto che Lenin, due anni prima della sua morte, in un articolo consacrato al materialismo militante e che ha dunque lo statuto di una sorta di testamento filosofico, non reclama la fondazione di una «società per lo studio della dialettica marxista», bensì di una «società degli amici materialisti della dialettica hegeliana» [V. I. Lenin, Sul significato del materialismo militante, 1922].
Del resto lo stesso Marx fa vanto a Hegel, a questo «individuo colossale al quale dobbiamo tanto» [K. Marx, Marx-Engels Werke, XXXIII, p. 665], che egli «per primo comprese la storia della filosofia nel suo insieme» [K. Marx, «Lettera a Lassalle» del 1858 in Marx-Engels Werke, XXIX, p. 549] Inoltre nella Postazione alla seconda edizione de Il capitale Marx sostiene d’aver «civettato» con Hegel ed esprime disprezzo nei confronti dei suoi contemporanei, «epigoni pretenziosi e mediocri» che continuano a denigrare Hegel dilettandosi a trattarlo «da “cane morto”». Anche perché Hegel «è stato il primo ad esporre le forme generali del movimento [dialettico della realtà] in modo ampio e cosciente» [K. Marx, Marx-Engels Werke, XXIII, p. 27].
Infine ha osservato Bertolt Brecht: «Una conoscenza più o meno completa del marxismo costa oggi dai venti ai venticinquemila marchi-oro [oggi pari a 100 mila euro], e senza tutte le finezze e i dettagli. Per meno non si ottiene niente di veramente buono, al massimo un marxismo di mezza tacca, senza Hegel o senza Ricardo». [Dialoghi di profughi].
Proprio per questo, dopo aver in lungo e largo esposto il pensiero di Marx nei precedenti anni accademici, abbiamo deciso di dedicare un corso dell’Università popolare Antonio Gramsci a: “Le origini filosofiche del marxismo: la filosofia di G.W.F. Hegel”.Per continuare a leggere la presentazione del corso: vai al link: https://www.lacittafutura.it/cultura/le-origini-filosofiche-del-marxismo