Visualizza articoli per tag: dialettica
Tre libri di intellettuali marxisti
Recensiamo in un’ottica marxista tre interessanti volumi che ci hanno gentilmente fatto avere i loro autori e che dimostrano come, nonostante il periodo buio che attraversiamo, la visione del mondo marxista resti l’unica reale alternativa all’ideologia dominante, espressione del blocco sociale al potere.
Lukács, Hegel e la dialettica
La filosofia come suprema concentrazione del pensiero umano non ha affatto, in Hegel, il compito di escogitare nuovi contenuti; la sua originale e autentica funzione consiste solo nell’ordinare e nel chiarire ciò che l’evoluzione sociale stessa ha prodotto, in modo che appaia la sua legalità suprema: la dialettica.
Gramsci, l’eguaglianza formale e reale
Gramsci, pur ponendo in rilievo il portato storico del concetto astratto di eguaglianza fra gli uomini, accentua la differenza fra eguaglianza formale e concreta, mostrando come sia impossibile realizzare quest’ultima senza “spezzare” un sistema fondato sulla separazione fra mezzi di produzione, in mano a una minoranza, e forza-lavoro quale unica proprietà della maggioranza.
Dialettica e naïf nel tardo Brecht
Brecht criticava le interpretazioni esclusivamente ideologiche della sua opera, che paragonava alla descrizione di una pietanza in cui non si accenni neanche al sapore che ha. Per ovviare a tali limiti, presenti in particolare negli operai cui veniva offerta per la prima volta la possibilità di studiare in Ddr, era a suo avviso necessario organizzare delle mostre e dei corsi per educare il gusto, cioè per insegnare la gioia di vivere.
Metodo e sistema nel giovane Hegel
Nel contesto delle opere di Francoforte l’oscillazione di Hegel tra la consapevolezza delle opposizioni insite nella realtà e l’impulso a conciliarle idealisticamente rappresenta per Lukács la prima manifestazione del contrasto tra metodo e sistema.
Dialettica dell’irrazionalismo
Recensione di classe al libro di Enzo Traverso: Dialettica dell’irrazionalismo. Lukács tra nazismo e stalinismo, pubblicato da Ombre corte nel 2022 con in appendice il saggio di Lukács Grand Hotel “Abisso” del 1933.
Logica e storia nel giovane Hegel di Lukács
Hegel abbraccerebbe il punto di vista ideologico della borghesia rivoluzionaria che identificava il proprio interesse di classe con quello generale della società, ma ciò che per Lukács appare degno di nota è che la dialettica universale-particolare nasce proprio dal confronto con i temi storici di scottante attualità politica.
Lukács e la continuità fra Hegel e Marx
Lukács attribuisce ai limiti storici e sociali della Germania del tempo l’atteggiamento sempre più rassegnato e conciliativo di Hegel: l’arretratezza tedesca assurge così a criterio chiave di spiegazione dei tratti conservatori e dell’idealismo del pensiero di Hegel, nonché del carattere tragico delle sue scelte pratiche e teoretiche.
Lukács e il giovane Hegel
L’intento lukacciano è quello di stabilire una sostanziale continuità tra il pensiero di #Hegel e quello di #Marx, che passa attraverso l’eredità di quanto c’è di più progressivo e innovativo nella filosofia del primo, e segnatamente della dialettica.
Losurdo, Hegel, Marx e la contraddizione
Hegel polemizza contro chi dall’astratto principio di non contraddizione pretende di dedurne leggi riguardanti la realtà.