Segue da: “Videolezione: Scienza della logica” pubblicata nel numero scorso di questo giornale
Link agli articoli usciti su questo giornale in cui sono approfondite le questioni affrontate nella video lezione: “Scienza della logica II parte” e “Dalla logica del concetto alla filosofia della natura”
Oggetto della dottrina dell’essenza non è più l’essere nella sua immediatezza ma il suo fondamento, la sua ragione d’essere, ossia l’essenza. Tale dottrina è caratterizzata dalla mediazione o riflessione, ovvero ogni categoria esprime in quanto tale il proprio necessario rapporto con un’altra, un rapporto non più esteriore, in quanto le due categoria divengono momenti diversi di una medesima effettualità, come se fossero, due facce di una stessa medaglia.
Partizione della dottrina dell’essenza
La dottrina dell’essenza si suddivide in tre sezioni principali: l’essenza come riflessione in se stessa (ovvero come ragion dìessere dell’esistenza), il fenomeno (quale necessario manifestarsi dell’essenza), la realtà effettiva (quale realizzata unità di essenza e fenomeno).
Prima sezione: l’essenza come riflessione in se stessa
L’essere ha superato se stesso quando ha cominciato a riflettere su di sé e a scorgere le relazioni che lo legano e lo distinguono dall’altro da sé. Così l’essere diviene l’essenza che, riconoscendosi eguale a sé e diversa dalle altre, conosce la propria ragion d’essere e, così, diviene esistenza. Prosegui la lettura dell’articolo al link: https://www.lacittafutura.it/unigramsci/scienza-della-logica-ii-parte
“Una conoscenza più o meno completa del marxismo costa oggi – mi ha assicurato un mio collega – dai venti ai venticinquemila marchi-oro [oggi pari a circa 100 mila euro], e senza tutte le finezze e i dettagli. Per meno non si ottiene niente di veramente buono, al massimo un marxismo di mezza tacca, senza Hegel o senza Ricardo”, osservava Bertolt Brecht nel suo sempre attuale Dialoghi di profughi(Einaudi, Torino 1997).
Proprio per questo, dopo aver in lungo e largo esposto il pensiero di Marx nei precedenti anni accademici, abbiamo deciso di inaugurare le lezioni di quest’anno dell’Università popolare Antonio Gramsci con un corso intitolato: “Le origini filosofiche del marxismo: la filosofia di G.W.F. Hegel” [1]. In tal modo contiamo di offrire ai partecipanti ai corsi di questi anni la possibilità di dotarsi di un marxismo non di mezza tacca e, per di più, a buon mercato. Anche perché, come osserva ancora a ragione Brecht: “E, per di più, il mio collega calcola soltanto le spese per libri, tasse universitarie e ore di lavoro, e non quello che uno ci rimette per via delle difficoltà che incontra nella carriera, o per eventuali detenzioni, e tralascia anche il fatto che nelle professioni liberali l’efficienza diminuisce notevolmente, dopo una lettura approfondita di Marx; in determinati campi, come la storia e la filosofia, non si ridiventa mai più veramente ‘bravi’ dopo esser passati attraverso Marx” (Ibidem).
Tanto più che il più grande e creativo marxista, V. I. Lenin – al punto che molti ancora in tutto il mondo trovano più corretto parlare di marxismo leninismo – notava, nei suoi Quaderni filosofici, “non si può comprendere a pieno Il capitale di Marx e in particolare il suo primo capitolo senza aver studiato a fondo e compreso tutta la Logica di Hegel. Di conseguenza, dopo mezzo secolo, nessun marxista ha capito Marx!”. Proprio per questo, in piena Prima guerra mondiale, appena due anni prima lo scoppio della rivoluzione, Lenin si dedica anima e corpo allo studio del pensiero di Hegel per risalire alle fonti filosofiche del pensiero di Marx. A tale scopo, si confronta in particolare proprio con la Scienza della logica. Per continuare a leggere la presentazione del corso: vai al link: https://www.lacittafutura.it/cultura/le-origini-filosofiche-del-marxismo