Sigonella, la capitale mondiale dei droni da guerra

La Nato punta su Sigonella per l'utilizzo sempre più ampio dei velivoli senza pilota


Sigonella, la capitale mondiale dei droni da guerra

La Nato punta su Sigonella per l'utilizzo sempre più ampio dei velivoli senza pilota, sia nel settore militare, sia in quello “umanitario”nell'ambito del nuovo sistema AGS, Alliance Ground Surveillance. Tra le aziende sotto contratto per la realizzazione delle componenti compare, tra le altre, l’italiana Selex Es, gruppo Finmeccanica.

di Antonio Mazzeo

Un anno al massimo e la base militare siciliana di Sigonella si affermerà come la capitale mondiale dei droni, cioè in vero e proprio centro delle forze armate USA e NATO per il comando, il controllo e la gestione delle flotte di velivoli senza pilota, chiamati a condurre i futuri conflitti globali. Entro l’inizio del 2017, infatti, Sigonella sarà utilizzata per le missioni dei droni di sorveglianza aeronavale del nuovo sistema AGS (Alliance Ground Surveillance) dell’Alleanza Atlantica.

L’AGS dovrà fornire informazioni in tempo reale per compiti di vigilanza aria-terra a supporto dell’intero spettro delle operazioni NATO nel Mediterraneo, nei Balcani, in Africa e in Medio Oriente. Il nuovo sistema si articolerà in stazioni di terra fisse, mobili e trasportabili per la pianificazione e il supporto operativo alle missioni e in una componente aerea basata su cinque velivoli a controllo remoto RQ-4 “Global Hawk” Block 40, prodotti dall’azienda statunitense Northrop Grumman. La stazione aeronavale di Sigonella ospiterà sia il Centro di comando e controllo dell’AGS, sia l’intero apparato logistico e i velivoli senza pilota. I droni potranno volare in qualsiasi condizione meteorologica per 32 ore consecutive, a 18,3 km d’altezza; grazie al radar ad apertura sintetica ad alta definizione MP-RTIP, rileveranno e tracceranno ogni oggetto a terra e i missili da crociera a bassa quota. Il nuovo sistema s’interfaccerà con l’articolata rete operativa militare e con tutti i centri di comando, controllo, intelligence, sorveglianza e riconoscimento della NATO a livello planetario.

La prima simulazione operativa dell’AGS è avvenuta nel luglio 2014, durante la grande esercitazione aeronavale Unified Vision UV14 che la NATO ha realizzato in nord Europa, in cooperazione con il Comando delle forze USA per il continente europeo. Il primo test di volo di uno dei droni previsti dal nuovo programma si è svolto invece lo scorso 19 dicembre: dopo essere decollato dalla base californiana di Palmdale, il “Global Hawk” Block 40 è atterrato due ore e mezzo dopo nella grande base dell’US Air Force di Edwards, anch’essa in California. “Il successo del volo ha confermato la validità e il perfetto funzionamento dei sistemi di controllo e di volo del sistema AGS, sei mesi dopo che il velivolo senza pilota è stato presentato al pubblico”, ha dichiarato Rob Sheehan, manager di Northrop Grumman. “Il Global Hawk, già in funzione con l’aeronautica e la marina militare degli Stati Uniti d’America, ha dimostrato di essere capace di adempiere alle sue funzioni d’intelligence in Iraq e durante i recenti attacchi aerei in Siria contro lo Stato islamico. L’AGS supporterà un ampio ventaglio di missioni NATO come la protezione delle forze terrestri e delle popolazioni civili, il controllo delle frontiere, la sicurezza navale e l’assistenza umanitaria”.

Il prossimo impegno per l’azienda produttrice dei “Global Hawk” versione AGS sarà quello d’integrare e mettere in rete i diversi apparati radar e sensori assegnati ai velivoli senza pilota. L’azienda statunitense prevede di trasferire i primi droni nella main operating base di Sigonella entro la fine del 2016, mentre per l’avvio delle operazioni del nuovo sistema NATO si dovrà attendere il 2017. I cinque droni che opereranno dalla base siciliana saranno i primi velivoli acquistati direttamente dalla NATO, dopo gli aeri radar AWACS entrati in funzione con la NATO Airborne Early Warning & Control Force ai primi anni ‘80. Al programma AGS NATO, il più costoso nella storia dell’Alleanza (1,7 miliardi dollari secondo le previsioni del 2008), hanno contribuito finanziariamente però solo 15 paesi alleati: Bulgaria, Danimarca, Estonia, Germania, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti.

Tra le aziende contrattate dalla statunitense Northrop Grumman per la realizzazione delle componenti dell’AGS compare, tra le altre, l’italiana Selex Es, gruppo Finmeccanica. Selex, nello specifico, è chiamata alla progettazione e la realizzazione delle stazioni terrestri trasportabili (Transportable General Ground System - TGSS), della centrale operativa di Sigonella e degli apparati di comunicazione e trasmissione dati e immagini, per un importo complessivo di 140 milioni di euro. “Il programma AGS non è soltanto militare, ma consente la sorveglianza anche per scopi umanitari: basti pensare al problema del trasporto illegale dei migranti”, ha dichiarato Fabrizio Giulianini, amministratore delegato di Selex Es. “Si potranno assistere le popolazioni civili, migliorando la gestione delle crisi e degli aiuti in situazioni di emergenza. Ma Selex Es guarda già avanti, in particolare a tutti i programmi di supporto logistico che saranno indispensabili quando Sigonella sarà interamente operativa. Ovviamente è ancora prematuro valutare le ricadute economiche per l’azienda di Finmeccanica, poiché devono essere definiti i limiti e le particolarità della nuova fase. Ma, in ogni caso, essa sarà estremamente positiva per lo stabilimento di Torino Caselle dove operano 350 persone che hanno rappresentato il cuore del programma NATO AGS per la parte italiana. Sostenuti anche dagli oltre 16 mila lavoratori dell’azienda nelle altre sedi e dalle aziende coinvolte in Bulgaria e Romania”.

A Sigonella sono stati schierati da alcuni anni dall’US Air Force pure 4-5 aerei senza pilota “Global Hawk” Block 20, utilizzati per le operazioni d’intelligence in Africa e Medio oriente e uno stormo di droni-killer “Predator” per le incursioni in Libia, Somalia, Mali e Niger. Presto però anche l’US Navy contribuirà alla trasformazione di Sigonella in uno dei centri nevralgici mondiali per l’uso in guerra dei velivoli senza pilota. La stazione aeronavale siciliana è stata prescelta infatti come base operativa avanzata del sistema aereo senza pilota (UAS) MQ-4C “Triton”, anch’esso basato sulla piattaforma del “Global Hawk” della Northrop Grumman. Secondo il Comando generale della Marina militare statunitense, i primi “Triton” inizieranno ad operare da Sigonella a partire dal giugno 2019, anche se le infrastrutture programmate per ospitare i velivoli, costo 40.641.000 dollari, saranno completate già nel luglio 2018.

31/12/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Antonio Mazzeo

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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