Dopo il risultato ottenuto alle elezioni europee i promotori de L’Altra Europa pensavano di andare più spediti verso la costruzione di una casa comune. E invece, oltre a qualche buona iniziativa, il progetto si è scontrato con tensioni interne e anche qualche porta sbattuta. E ora deve fare i conti con l’occupazione dello stesso spazio politico da parte della coalizione sociale di Landini e con gli equilibrismi di SEL che con un piede è nell’Altra Europa e con un un altro costruisce un proprio percorso di coordinamento delle sinistre chiamato “Human Factor”. Mentre nelle amministrazioni locali Vendola & co. continuano a sostenere il PD ovunque quest’ultimo non rifiuti l’alleanza. E intanto in questi progetti di “unità della sinistra” tarda ad arrivare l’adesione alle manifestazioni No Expo per non mettere in discussioni il rapporto con la giunta Pisapia. Pubblichiamo il primo resoconto da Controlacrisi dell’assemblea nazionale de L’Altra Europa. La redazione di LCF.
di Fabio Sebastiani
"Il nostro tempo è adesso". Marco Revelli, dal palco dell'assemblea nazionale dell'Altra Europa, iniziata oggi a Roma, usa un leit motiv tipico della comunità. Ma l'accento che gli dà è inedito: bisogna fare presto. "Entro l'estate occorre dare un segnale", aggiunge.
Il compito di questa assemblea è quello di superare la fase della transizione e cominciare a stabilire dei punti di riferimento. Un anno fa, quando fu tagliato il traguardo delle firme per la presentazione della lista alle elezioni europee, forse si pensava di bruciare i tempi con più sportività. E invece le cose sono andate diversamente. Tensioni, scontri, e anche qualche porta sbattuta.
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