La guerra come una malattia

Così come una malattia, la guerra dovrebbe essere considerata un problema da risolvere e non il nostro destino (Gino Strada).


La guerra come una malattia

Così come una malattia, la guerra dovrebbe essere considerata un problema da risolvere e non il nostro destino” – Gino Strada.

La prima cosa che si studia riguardo a una patologia sono le cause che la provocano, la sua eziologia. Lo studio delle cause è di fondamentale importanza perché sapendo cosa ha portato a questa condizione patologica possiamo agire di conseguenza, andando, oltre che a curare i sintomi anche a risolvere ciò che li ha provocati. Inoltre conoscere le cause ci aiuta anche a prevenire la manifestazione futura della medesima condizione. È importante sottolineare come comprendere le cause di un evento sia completamente diverso dal giustificarlo. L’associazione guerra-malattia (a livello concettuale) non viene minimamente fatta dai media principali che invece parlano ininterrottamente e all’unisono, così come i partiti di tutto l’arco parlamentare, di “invasione Russa dell’Ucraina” e di come punire Putin con le sanzioni più severe. Biden nella giornata di sabato 26 febbraio è arrivato ad affermare che l’unica alternativa alle sanzioni è un intervento militare e quindi la Terza guerra mondiale. Questa preoccupante affermazione è emblematica della tracotanza degli Stati Uniti, e dell’Occidente in generale, che sostanzialmente sono pronti a entrare in un conflitto in scala mondiale piuttosto che fare un’analisi razionale, capire cosa ha portato a questa situazione e ammettere eventuali responsabilità; ciò ovviamente non stupisce in quanto politiche imperialiste e razionalità non possono essere nella stessa frase se non in termini di contrasto.

Fra le cause che hanno portato a questa condizione c’è sicuramente la pericolosa espansione della Nato che, Paese dopo Paese, ha di fatto accerchiato la Russia. [1] 

“L’Ucraina è un Paese sovrano ed è libero di scegliere di entrare nella Nato.” Questa è la più tipica delle risposte se si evidenzia come le responsabilità di questa guerra siano da attribuire non esclusivamente a Putin ma anche (e soprattutto aggiungerei) alle politiche della Nato. Ovviamente l’Ucraina come Paese sovrano ha il diritto di decidere del suo futuro, purtroppo però questo non corrisponde alla realtà: infatti furono proprio le potenze imperialiste occidentali che, non gradendo il risultato delle elezioni ucraine nel 2014, finanziarono un colpo di Stato per stabilire un governo filo-occidentale, non rispettando minimamente la volontà popolare e tanto meno la sovranità dell’Ucraina.

Tornando alle sanzioni, che secondo il presidente americano sono l’unica alternativa al conflitto mondiale, anche l’Unione Europea si è data da fare per non analizzare minimamente la situazione e punire l’unico colpevole della guerra, aiutando il popolo ucraino al quale finge ipocritamente e sfacciatamente di interessarsi: domenica 27 febbraio infatti Ursula Von Der Leyen ha annunciato come per la prima volta l’Europa finanzierà l’acquisto di armi per aiutare l’Ucraina a difendersi. Inoltre censurerà i siti “Sputnik” e “Russia Today” perché ritenuti diffusori di menzogne riguardo la guerra in Ucraina. Risulta evidente quindi come l’Unione Europea, sedicente patria della libertà, vada a censurare la propaganda avversaria permettendo ai cittadini di ascoltare unicamente la propaganda occidentale. La censura, nell’ottica della guerra-malattia dal quale siamo partiti, è un ulteriore ostacolo per la comprensione delle cause; che sommata alle pesanti sanzioni nei confronti della Russia e all’impegno militare dell’occidente non può far altro che alimentare questa condizione che sta prendendo una strada sempre più preoccupante.

 

Note: 

[1] Per un’analisi approfondita riguardo alle cause della guerra in Ucraina consiglio la lettura di questo articolo.

04/03/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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