“Stronger together future”, “futuro più forte insieme”, è stato per il Labour uno slogan vincente. Il Labour ha vinto elezioni anticipate per eleggere i 650 deputati della Camera dei Comuni di giovedì 4 luglio, ma con un’affluenza alle urne del 59,7%, che è stata la più bassa negli ultimi vent’anni, mentre alle ultime elezioni nel 2019 era stata del 67,3%. Nel Regno Unito su una popolazione di circa 68 milioni di persone, sono soltanto 50 milioni gli aventi diritto al voto, ossia i cittadini britannici dai 18 anni in su.
Per la prima volta gli elettori hanno dovuto presentare un documento d'identità obbligatorio a seguito di una modifica introdotta nel 2023. Una procedura elettorale comune nel resto del mondo, ma non nel Regno Unito. Anche i britannici residenti all'estero, circa tre milioni, hanno potuto votare, indipendentemente da quanto tempo vivono al di fuori dal Paese. Il Labour di oggi che ha ricevuto 9,7 milioni di voti rispetto ai 10,3 milioni del 2019; tuttavia il Labour di oggi non è quello del 2019, quando era segretario Jeremy Corbyn che, anche se è stato accusato di antisemitismo ed è stato espulso, è stato eletto come indipendente.
Il Capo del Labour è oggi Keir Starmer il quale ha abbandonato molte delle politiche “massimaliste” del Labour di Corbyn, anche se erano soltanto progressiste, adottando un insieme di proposte che combinano teorici principi progressisti con elementi della tradizione del New Labour di Tony Blair, personaggio ben noto che ha fermamente negato di aver mentito sulle ragioni della guerra in Iraq del 2002, sostenendo che l'obiettivo era il disarmo e non il cambio di regime, come invece è stato realizzato.
Keir Starmer è entrato in politica all’età di 50 anni ed è stato eletto alla Camera dei Comuni nel 2015. È stato spesso in disaccordo con il segretario del partito Jeremy Corbyn, che è stato sempre un convinto socialista. Starmer in seguito ha lasciato il vertice del partito per divergenze, ma ha accettato di essere portavoce del partito laburista per la Brexit.
Corbyn, come abbiamo detto, è stato rieletto deputato nel collegio di Islington North a Londra da candidato indipendente: è deputato in questo collegio da 41 anni ed ha superato il nuovo candidato ufficiale laburista di quasi 8000 voti. La sua candidatura è stata l’ultimo atto di un conflitto con la nuova leadership laburista iniziato nel 2019, da allora Corbyn ha sempre partecipato ai lavori parlamentari da indipendente, contestando sempre la linea laburista sia sui dossier di politica economica sia sulla politica estera. È stato sempre presente e attivo nelle marce londinesi per il cessate il fuoco a Gaza e si è opposto più volte in parlamento all’invio di armi a Israele. Nel 2020 è stato sospeso come parlamentare laburista per la sua risposta a un questionario sull'antisemitismo nel partito. Corbyn definì questa scelta una mossa politica per emarginarlo, e aveva ragione in quanto, successivamente, è stato espulso per essersi presentato come indipendente.
Nel Parlamento del Regno Unito gli eletti sono i 650 alla camera bassa, ossia quella dei Comuni, i cosiddetti MP “Member of Parliament”. Mentre quella alta, la Camera dei Lord, non è soggetta al rinnovo elettorale, essendo i suoi componenti scelti per cooptazione, a parte un piccolo drappello residuo di scranni ereditari, che peraltro il Labour promette da tempo di abolire, ma non lo ha mai fatto quando ha governato. Vedremo se lo farà in questa legislatura. Il sistema elettorale è quello maggioritario a turno unico denominato sistema elettorale uninominale secco: “first-past-the-post”, “passa solo il primo”, per vincere in una circoscrizione e ottenere un seggio alla Camera, i candidati devono ricevere più voti dei loro concorrenti.
Ogni deputato viene eletto in una circoscrizione, che sono 650. Una delle novità in queste elezioni riguarda la diversa ripartizione dei collegi nelle quattro nazioni che compongono il Regno Unito in seguito al cambiamento introdotto con la revisione dei confini nelle circoscrizioni elettorali: all'Inghilterra, il territorio più popoloso del Paese avendo da solo oltre l'80% degli abitanti del Regno sono stati assegnati 543 seggi, vale a dire 10 in più del 2019; alla Scozia 57, 2 in meno; al Galles 32, 8 in meno; mentre per l'Irlanda del Nord è restato il numero invariato di 18. A parte due circoscrizioni, dove quando è stato scritto questo articolo lo spoglio non è stato ultimato, la disposizione dei seggi è così ripartita: Labour 412, Conservatori 121, Liberal Democratici 71, Indipendenti 11, SNP 9, Sinn Fein 7, DUP 5, Green (E&W) 4, Plaid Cymrum 4, Reform UK 4.
L’SNP, Scottish National Party, è un partito di centro-sinistra guidato da John Swinney; il Sinn Fein, “Noi Stessi” è un movimento e partito politico indipendentista irlandese, fondato nel 1905 da Arthur Griffith; il DUP, Democratic Unionist Party, è un partito di centro-destra nordirlandese, guidato da Gavin Robinson; il Plaid Cymrum è un partito gallese di centro-sinistra/sinistra; il Reform UK è un partito di destra estremista guidato da Nigel Farage, noto per aver promosso il referendum per uscire dall’UE e poi per aver guidato la Brexit.
Il quadro dei programmi elettorali ha pesato non poco in queste elezioni e ci si chiede cosa farà il governo per il rilancio dell’economia. In sintesi, nel programma elettorale del partito conservatore di Sunak era previsto un taglio del 2% ai contributi previdenziali della National Insurance, più altri tagli verso medici e infermieri per riformare il sistema sanitario nazionale, un tetto all’immigrazione nonché tagli al welfare e al numero di dipendenti pubblici, nuove prigioni con pene più severe per reati come i crimini con il coltello, l’apertura di nuove centrali nucleari e niente nuove tasse verdi. Il piano di Sunak e dei conservatori ha avuto il fulcro principale nel dichiarare il Ruanda, nazione dell'Africa orientale, un Paese "sicuro" nel quale trasferire quote di richiedenti asilo sbarcati illegalmente nel Regno Unito; in pratica il “piano Ruanda” sarebbe già iniziato. Il partito laburista, invece, tra i punti del programma ha previsto l’aumento dei fondi per la sanità e per l’istruzione pubblica, la creazione di un nuovo Comando per le Frontiere e la Sicurezza, nonché il riconoscimento della Palestina, il salario minimo e il diritto alla disconnessione sul lavoro – ossia il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile “online”, in pratica sarebbe la libertà reale di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante il periodo di riposo senza che questo comprometta la sua situazione lavorativa – e, importante, la produzione di energie rinnovabili e altre misure verdi. Con queste elezioni si è registrato un tracollo storico dei conservatori, al potere dal 2010, sullo sfondo degli scandali vari e della crisi economica accentuata dalla pessima gestione della Brexit, dalla politica economica adottata e dalla guerra. I Tories, stando ad alcuni sondaggi, hanno rischiato di essere anche raggiunti, se non superati, a livello di consensi percentuali dai populisti del Reform Uk di Nigel Farage che hanno fatto concorrenza a tutta la destra del Regno Unito.
Una curiosità che si spiega soltanto a livello di tradizioni del Regno Unito è la scelta di far votare i britannici il giovedì. Questa scelta sarebbe dovuta al minore consumo di alcol durante i giorni feriali in modo che gli elettori sarebbero tendenzialmente più sobri rispetto al fine settimana. Ciò favorisce i lavoratori e la loro partecipazione alla vita politica del Paese?
Le prospettive politiche dell’Uk si presentano buone almeno in apparenza. Il nuovo governo è già operativo, con tante donne e non pochi rappresentanti di minoranze etniche, i ministri sono quasi la fotocopia del gabinetto ombra che Starmer aveva creato come leader dell'opposizione. Non sarà facile avviare il programma di ricostruzione nazionale che tanto è stato agitato durante la campagna elettorale, che dovrebbe articolarsi nei primi 100 giorni. Le priorità sul fronte interno saranno la stabilità politica e il rilancio dell'economia, della sanità e dell'edilizia pubblica, la sicurezza e il contrasto - senza “piano Ruanda” - dell'immigrazione illegale. Sul piano internazionale, invece, è prevista una sostanziale continuità rispetto ai Tories nella politica delle alleanze, non a caso il primo viaggio del premier, la settimana prossima, sarà negli Usa per il vertice Nato; nei confronti della Russia permarrà la linea dura per il conflitto con l’Ucraina. Il ruolo di vicepremier è andato ad Angela Rayner, 44 anni, numero due del partito; Rachel Reeves, 45 anni, attuale responsabile delle politiche economiche, è stata nominata Cancelliere dello Scacchiere, prima volta per una donna; gli Esteri sono stati affidati a David Lammy, 51 anni, con origini caraibiche; gli Interni a Yvette Cooper; la Difesa a John Healey; l’ex leader del partito, Ed Miliband, è stato confermato titolare delle politiche per la Sicurezza Energetica.
Jeremy Corbyn è presente sullo sfondo della politica inglese in posizione di attento osservatore. Eletto come deputato indipendente presenterà in parlamento le problematiche sociali, presenti anche nella sua circoscrizione di Islington North, area a nord di Londra. Al riguardo ecco la dichiarazione da lui diffusa subito dopo la notizia dell’elezione a deputato: “Stasera, la nostra comunità ha fatto la storia. Queste elezioni non hanno mai riguardato me. È sempre stato per la nostra comunità e per i valori che condividiamo. E si tratta della nostra convinzione eterna che esista un'alternativa alla disuguaglianza, alla povertà e alla guerra. Il risultato di questa sera a Islington North ci lascia intravedere un futuro diverso, che pone gli interessi dei molti davanti a quelli dei pochi. È anche un avvertimento - un avvertimento al governo entrante - che il dissenso non può essere schiacciato senza conseguenze. Che le idee di uguaglianza, giustizia e pace sono eterne. Quella speranza per un mondo migliore non potrà mai essere spenta. Stasera festeggiamo. Domani organizziamo. L'energia che abbiamo scatenato non andrà sprecata. Siamo un movimento fatto di tutte le età, sfondi e fedi. Un movimento che può vincere con e per le persone di tutto il paese. Grazie a tutti coloro che hanno costruito questa campagna, rendendola la più inclusiva di cui abbia mai partecipato. Grazie a ogni singola persona che ha esercitato il proprio diritto di voto democratico. È stato l'onore della mia vita rappresentare voi, popolo di Islington North. Continuerò ad imparare da te, ad essere responsabile nei tuoi confronti e a trarre ispirazione da te. Il futuro di cui parliamo non è un sogno, la nostra comunità è la prova che un mondo più gentile e più giusto è possibile”.
Starmer, il nuovo primo ministro britannico come detto ha annunciato di aver già parlato con diversi leader internazionali, tra cui il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, al quale ha garantito che il Regno Unito continuerà nel suo sostegno ed ha già in programma una visita in Ucraina. In politica estera e sul fronte dell’invio di armi a Kiev si continuerà con le politiche dei Conservatori. È, quindi, il caso dire che almeno sul fronte del no ai negoziati di pace fra Ucraina e Russia, nel Regno Unito sono cambiati gli orchestrali ma la musica è sempre la stessa.