Continua l’analisi della situazione in Ucraina. Dopo la prima parte introduttiva e la seconda parte sulla strategia della tensione verso la Russa e l’Ucraina, in questo numero si analizzano le ragioni dell’aggressione all’Ucraina.
di Alessandro Pascale
Il controllo imperialista sull’informazione
Una domanda a questo punto sorge spontanea: com'è stato possibile manovrare a tal punto l'informazione sui fatti in questione, scegliendo con molta cura le notizie da far circolare su telegiornali e giornali? La Repubblica Italiana non è forse uno dei baluardi della libertà d'informazione? In realtà non proprio, dato che secondo Freedom House, ONG legata peraltro all'intellighenzia americana, siamo al 65° posto nel mondo (su 199 stati), nonché al 30° in Europa (su 42). Lo storico dirigente del PCI Pietro Secchia ricordava che “la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica.”
Occorrere quindi ricordare un paio di dati: il primo è la splendida indagine di Salvatore Vicario sullo stato della comunicazione e dell'informazione italiana; in tale inchiesta l'autore mostra il sostanziale stato di monopolio presente in Italia, dove il grande Capitale è in grado non solo di dettare quella che in sociologia si chiama l'agenda setting [1] (ossia ciò che “fa notizia”), ma anche i contenuti stessi delle notizie [2]. Il secondo aspetto da tenere in considerazione è quello delle statistiche che mostrano come in Italia il fenomeno dell'analfabetismo disfunzionale (da cui è strettamente consequenziale l'analfabetismo politico) raggiunga picchi esorbitanti, rendendo estremamente semplice ingannare o manipolare l'opinione di milioni di italiani, specie quando questi non mostrano particolare interesse a fatti di politica estera di cui non vedono implicazioni immediate per le loro vite [3]. Questi fattori spiegano assai bene come sia stato possibile mascherare a lungo quello che è stato un perfetto esempio di aggressione imperialista occidentale in una “rivoluzione di popolo”.
Le ragioni dell’aggressione all’Ucraina
Perché gli USA si sono incaponiti sullo scenario ucraino? Si potrebbe ricordare la teoria leninista secondo cui l'imperialismo tende naturalmente all'aggressività e all'espansionismo politico-militare, ma concretamente possiamo attualizzare questa massima presentando i tre punti seguenti.
Il brigantaggio dell’Est Europa ex-socialista
Storicamente, guardando al mondo post-1991, non si può ignorare il fatto che tutti gli interventi armati statunitensi, sotto l'egida dell'ONU, della NATO o in solitaria, si sono svolti lungo quella striscia di confine che caratterizzava la divisione del mondo in due blocchi ai tempi della guerra fredda. Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina, perfino i tentativi di destabilizzazione del Venezuela, sono interventi mirati in zone di interesse geopolitico, militare ed economico ben preciso. Nello specifico l'Ucraina rientra nell'alveo dei paesi ex-socialisti verso cui dal 1991 ad oggi si è scatenato un vero e proprio saccheggio economico, sul quale Yanukovich, con tutti suoi enormi limiti, aveva tentato di porre un freno rifiutando gli accordi degradanti imposti dall'UE per la concessione di aiuti finanziari. È stato giustamente osservato che “l’interesse dell’UE nei confronti dell’Ucraina è di facile comprensione. [...] L’Ucraina, con le sue risorse naturali, con terreni agricoli importanti e 46 milioni di abitanti, risulta essere di grande interesse per l’Europa, in primis per la Germania, in quanto obiettivo allettante per installare imprese tedesche che potrebbero produrre prodotti a prezzi più competitivi che in Cina.” [4].
Il TTIP contro Gazprom
Le motivazioni che hanno inizialmente spinto tutti gli occidentali all'interventismo in Ucraina erano però molteplici e sul lungo termine contraddittorie: gli statunitensi avevano infatti un duplice interesse, politico-economico e militare-geostrategico. Sul piano politico-economico c'è il tentativo di legare l'Ucraina al TTIP (Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti) [5], di comune accordo con l'area UE. Raggiungere questo obiettivo significa indebolire il progetto dell'Unione Euroasiatica portato avanti da Putin e, soprattutto, da parte statunitense, proporre agli europei di sostituire le risorse energetiche offerte dalla russa Gazprom con lo shale gas degli Stati Uniti. Un'opzione però che sembrerebbe convenire soprattutto agli americani piuttosto che agli europei [6]. La presa di coscienza di tali svantaggi ha cominciato ad incrinare il variegato fronte imperialista occidentale, spingendo Francia e Germania ad una maggiore prudenza quando i rischi bellici si sono palesati sempre più minacciosi.
Fermare la decadenza con il riarmo
Le varie potenze imperialiste europee hanno infatti un interesse limitato verso l'obiettivo americano militare-geostrategico, teso ad espandere la NATO verso est riarmando profondamente l'Europa [7]. La Germania si sta espandendo naturalmente sfruttando la propria egemonia sull'UE e non ha quindi interesse ad un conflitto che rischia di privarla di molti affari, oltre che del prezioso gas russo. Ciò nonostante gli ingenti movimenti militari sono sotto gli occhi di tutti [8], e l'Italia è interessata dal fatto di essere la testa di ponte per i droni americani (base di Sigonella) e la base radar per eccellenza del Mediterraneo (MUOS), senza parlare delle ingenti spese militari sostenute dai nostri governi (nel 2015 sono oltre 29 miliardi, ponendo il nostro Paese al 12° posto mondiale) [9], giudicati però insufficienti dal premio Nobel per la pace Obama, che ha chiesto a Renzi uno sforzo maggiore [10]. È chiaro che Francia e Germania, in primo luogo, non hanno alcun interesse ad inasprire eccessivamente i rapporti con la Russia ma non riescono o non possono smarcarsi troppo dalla volontà politica americana. Di qui la storia delle sanzioni economiche alla Russia, per le quali anche l'Italia ha pagato il suo prezzo salato, perdendo in un anno un valore di scambi commerciali con Mosca pari a circa un miliardo di euro [11]. Per gli americani però la possibilità di installare basi NATO a Kiev è un'occasione troppo gustosa per lasciarsela sfuggire.
Parte prima: La guerra imperialista in Ucraina
Parte seconda: La guerra imperialista in Ucraina: la strategia della tensione verso la Russia e l’Ucraina
Note:
1) Per approfondire: http://www.lacomunicazione.it/voce/agenda-setting/
2) L'analisi di Vicario, intitolata “I monopoli della comunicazione e la libertà di stampa nel capitalismo” è disponibile qui: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/li/culiee08-014455.htm
3) Si consiglia a riguardo: https://www.facebook.com/IMaestriDelSocialismo/photos/a.188121024723190.1073741839.121303108071649/344360769099214/?type=3&theater
4) http://albainformazione.com/2013/12/19/limperialismo-ue-allassalto-dellucraina/
5) Per saperne di più si consiglia: https://www.facebook.com/IMaestriDelSocialismo/photos/a.188124028056223.1073741841.121303108071649/351741425027815/?type=3&theater
6) Si veda soprattutto http://www.limesonline.com/rubrica/dipendenza-energetica-meglio-dalla-russia-che-dagli-usa oltre che http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=9700
7) http://www.analisidifesa.it/2014/05/le-pressioni-interessate-degli-usa-per-il-riarmo-europeo/
8) Per un approfondimento: http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/25260-lucraina-e-la-nato-usa-connection.html
9) http://ilmanifesto.info/litalia-spende-80-milioni-al-giorno-in-spese-militari/
11) http://www.direttanews.it/2015/06/10/con-le-sanzioni-alla-russia-litalia-perde-1-miliardo-di-euro/