Così come per molti versi la guerra di Spagna rappresentò la prova generale della Seconda guerra mondiale, il genocidio in corso a Gaza, in Cisgiordania e in Libano, costituisce una significativa anticipazione dell’Olocausto nucleare che si delinea all’esito degli attuali conflitti. Il tremendo impatto psicologico dei massacri in atto mediante bombardamenti a tappeto e la negazione dei diritti fondamentali, condotta dalle autorità israeliane collo scopo dichiarato di affamare a morte le popolazioni colpite, prepara il terreno per l’accettazione dello sterminio globale. Si tratta di una devalorizzazione strategica della vita umana, perseguita in modo lucido e consapevole dal capitalismo finanziario mondiale che non sa che farsene di troppi esseri umani, data la vocazione disumana e antisociale che lo sviluppo ha assunto sotto l’egida di Ellon Musk e simili. La costruzione di un’economia di guerra direttamente finalizzata allo sterminio costituisce quindi una scelta direttamente finalizzata a ridurre la popolazione mondiale a un quinto di quella attuale, come esplicitamente teorizzato da alcune dichiarazioni rese in consessi quali Davos, istituzionalmente destinati a tracciare le rotte del capitalismo in futuro. La novità affermata dal genocidio palestinese in corso come anticipazione di quello globale è precisamente quello che non esisterà alcun futuro né per il capitalismo né per l’umanità, anche se alcuni strateghi particolarmente stupidì si illudono di poter far sopravvivere ristrettì strati di privilegiati, ipotesi assolutamente non realistica e che va considerata alla stregua di ennesima dimostrazione della criminale idiozia che colpisce i miliardari vacui e arroganti, resi folli dai troppi soldi accumulati in poco tempo e affetti da evidente forsennato delirio di onnipotenza. Anche per questo motivo è oggi necessario fermare il genocidio in corso e realizzare finalmente il sacrosanto diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, risarcirlo non solo economicamente di quanto sta subendo ed assicurare alla giustizia i criminali responsabili di quanto sta accadendo, a partire da Benjamin Netanyahu e dai suoi ministri apertamente fascisti come Ben-Gvir e Smotrich. Ciò richiede di estendere e approfondire la rivolta morale contro le scandalose complicità di cui il genocidio gode specie da parte dei Paesi occidentali, con in testa Stati Uniti, Germania ed Italia, i cui leader andrebbero messi anch’essi sotto processo in ossequio al Trattato del 1948 sul Genocidio che prevede l’obbligo a carico di tutti gli Stati di prevenire il genocidio e la complicità nel commetterlo come fattispecie penale autonoma. Particolarmente scioccante appare l’intervento al Bundestag della Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock in occasione della recente commemorazione degli eventi del 7 ottobre (https://www.auswaertiges-amt.de/en/newsroom/news/-/2679832 ) durante la quale ha affermato testualmente che il fatto che Hamas “approfitti” dei civili farebbe perdere a questi ultimi il proprio status. Affermazione per sé sola suscettibile di essere incriminata per complicità in genocidio colla quale la “Verde” non solo fa propria la vieta autogiustificazione di Netanyahu ma dimostra di aver ben assimilato la logica che portò i suoi antenati politici a commettere stragi alle Fosse Ardeatine, a Marzabotto e in centinaia di altri luoghi dell’Italia e del mondo. Le scandalose dichiarazioni della Verde hitleriana rappresentano a ben vedere un’altra inquietante similitudine tra la Seconda guerra mondiale e i tempi odierni, segnando un’indubbia continuità tra aguzzini di ieri e di oggi, sempre e comunque al servizio del capitale e dei suoi empiti distruttivi. Del resto la Baerbock costituisce la punta di diamante guerrafondaia della NATO nel suo governo e anche da questo punto
di vista puó vantare significative continuità col Terzo Reich e il suo Drang nach Osten. Ma altre analogie vanno agevolmente rintracciate nel comportamento di Giorgia Meloni e del suo manipolo di fascisti riverniciati alla meglio. Infatti anche la seguace di Giorgio Almirante, fucilatore di partigiani e redattore della rivista “ Difesa della razza” che formó la base della persecuzione dei cittadini italiani di religione ebraica, si presta oggi volentieri a sostenere in tutti i modi possibili i crimini del suo amico Netanyahu. Sorprendente, per finire, la schizofrenia della candidata democratica statunitense Kamala Harris, che da un lato ammette che in Palestina è in atto un genocidio e dall’altro riafferma la sua fiducia al genocida Netanyahu. Tutti sintomi della sconfortante miseria intellettuale e morale dell’Occidente il cui inevitabile crepuscolo potrebbe coincidere colla fine dell’umanità. Sta a noi e ai BRICS evitarlo.