Allarmante per l'Europa: il candidato di estrema destra austriaco vince il primo turno delle presidenziali sostenendo che i "controlli" al Brennero sono inevitabili per colpa di Roma che non fa i controlli. E intanto in Macedonia non si rispettano i più elementari diritti umani.
di Guido Capizzi
VIENNA. CONFINE GRECO-MACEDONE
Ha preso il 35,5% dei voti e così la FPÖ ha superato il primo turno delle elezioni presidenziali in Austria. I partiti della grande coalizione, SPÖ e ÖVP, escono sconfitti sonoramente. Qui ci troviamo di fronte a un chiaro avvertimento per l'Europa: cambia la politica, si rischia di avviarsi verso uno scontro dei nazionalismi. Un segnale che dovrebbe essere chiaro sia in Italia che in Francia.
Va sottolineato che l'estrema destra non è adeguatamente combattuta in Europa.
In Austria il governo ha sostenuto l'austerità, ovvero ha schiacciato il popolo, continuando con norme che hanno reso il lavoro sempre più precario e ha indebolito i servizi pubblici. Così si è sviluppata l'idea razzista anche per l'azione governativa di stigmatizzazione nei confronti dei Paesi del sud e attribuendo all'Europa centro-orientale la responsabilità.
Incapace questo governo di fare affidamento sul forte senso di solidarietà che esisteva in Austria per i rifugiati: invece di affrontare il caos fomentato dal dubbio con scelte rassicuranti, ha chiuso i confini e dato fiato alle pressioni xenofobe.
Questo triste risultato austriaco deve fare riflettere in Italia, in Francia, in Germania: le conseguenze politiche delle scelte governative di Matteo Renzi, di François Hollande e di Angela Merkel alimentano la gestione vergognosa delle quote migranti, la mancanza di rispetto per i profughi e l'avanzamento delle destre xenofobe come la Lega e il Front National.
Eppure in questi Paesi la posizione storica dopo la seconda guerra mondiale nei confronti dei flussi migratori è stata aperta e leale, si ricordi la Francia "terra di asilo".
Pare di capire che più che mai è il tempo di raccolta di democratici e forze progressiste di sinistra in Europa. È necessario solidarizzare con i compagni KPÖ, le forze della sinistra austriaca, sindacati, movimenti e con tutti i democratici che ora devono unirsi contro l'austerità per lo sviluppo di una politica comune di accoglienza dei rifugiati in Europa.
Emblematico guardare alla Macedonia dove è fondamentale rispettare i principi di solidarietà e di accoglienza per le persone che fuggono dalla guerra.
Sono quasi 300 persone - uomini, donne e bambini - rimaste ferite a causa della violenza della polizia macedone contro i rifugiati bloccati nel campo profughi al confine tra la Grecia e la Macedonia da più un mese.
Forti le pressioni per rivendicare continuamente l'apertura del confine, manifestazioni pacifiche a cui la polizia ha violentemente risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate assordanti.
Eppure qui fino all'inizio di marzo il confine era un passaggio per unire i Paesi d'Europa.
Oggi ci sono quasi 15.000 stipati nel campo dove vivono in condizioni assolutamente non dignitose. Adesso la tensione può solo crescere di intensità e ciò vale per il rischio che aumenti la violenza.
Si alza ancora la voce di chi chiede per queste popolazioni di rifugiati accettazione con dignità in Europa. Tutta l'Unione europea deve rispettare la legge e le convenzioni internazionali e i principi di solidarietà e di accoglienza per le persone in fuga da guerre, violenza e povertà.
Da queste parti si accentua il rifiuto dell'accordo vergognoso tra la UE e la Turchia.