Diciottesima lezione del corso Controstoria del secolo breve per l’Università popolare Antonio Gramsci, relatore prof. Renato Caputo.
De Magistris lancia la sua sfida per le europee con l’intento di riformare l’Unione Europea.

La critica all’Ue non può limitarsi alla critica del capitalismo o dello stato ma deve cogliere gli elementi specifici in modo da evidenziarne le contraddizioni interne e quelle che genera con e tra gli stati.

Dietro l’ideologia neoliberale si cela il progetto di imbrigliare gli Stati democratici in istituzioni transnazionali volte a impedire ogni messa in discussione della proprietà privata.

I lavoratori si oppongono con determinazione e capacità alla chiusura della fabbrica metalmeccanica della Bekaert, già Pirelli; la Toscana disastrata dalle politiche liberiste, esprime loro solidarietà.

L’Ue ci conferma che in regime capitalistico gli unici Stati Uniti d’Europa possibili sono reazionari. Ai comunisti il compito di farlo capire ai lavoratori.

I sindacati di base e la sinistra di classe raccolgono la sfida e si preparano a costruire una nuova ondata di scioperi.
I motivi secondo i quali la democrazia reale sovietica è superiore alle “democrazie” formali borghesi.
Il decreto sicurezza, col pretesto dei migranti, vuole colpire i diritti sociali. Ma Cgil, Pd e parte dell’associazionismo lo ignorano.
Prima di immergerci nell’analisi delle diverse opere che compongono il sistema hegeliano, affrontiamo alcuni concetti chiave, la cui incomprensione ha prodotto diversi malintesi.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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