Le leggi sul lavoro in Italia e Francia

In Francia sta per essere approvata la Loi Travail, che implica nuove violazioni dei diritti umani (cancellazione minimo vitale) e ulteriori precarizzazioni; con qualche differenza, in Italia si è già fatto lo stesso.


Nel video viene intervistato Federico Giusti, delegato sindacale della CUB. Si illustrano le varie misure prese in Italia con la Legge lavoro di Meloni, che di fatto scarica le tasse ai datori di lavoro, precarizza sempre più i lavoratori e prevede scarsi aumenti salariali, derivanti dal taglio al cosiddetto cuneo fiscale, che produrrà tagli ai servizi sociali. In Francia la Loi Travail, che implicherà, anche in questo caso ulteriori precarizzazioni, sanzioni per chi non accetta il lavoro offerto, e accentuerà il processo in atto di pauperizzazione dei lavoratori, sarà approvata a breve. La CGT (Confederazione generale del lavoro) considera questa legge irricevibile e stigmatizza la privatizzazione del servizio pubblico di gestione della disoccupazione. Infatti, i dati di tutti i lavoratori che debbono trovare un impiego saranno forniti alle aziende interinali, alle aziende private ecc., che li gestiranno a loro piacimento. In conseguenza di ciò, gli sportelli pubblici saranno chiusi e sarà possibile stipulare accordi tra lavoratori e datori di lavoro a livello locale, aumentando così la disuguaglianza tra le varie regioni e i vari rami industriali.

Giusti osserva, tuttavia, che esiste una differenza sostanziale tra l’atteggiamento dei sindacati francesi e di quelli italiani: quelli francesi hanno sempre rifiutato leggi di regolamentazione o limitazione del diritto di sciopero, accettate invece da quelli italiani; fatto questo che limita le possibilità di opporsi, a differenza di quanto avviene in Francia, a tutte le misure antipopolari prese negli ultimi anni da tutti i governi che si sono succeduti.

28/07/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alessandra Ciattini

Alessandra Ciattini insegna Antropologia culturale alla Sapienza. Ha studiato la riflessione sulla religione e ha fatto ricerca sul campo in America Latina. Ha pubblicato vari libri e articoli e fa parte dell’Associazione nazionale docenti universitari sostenitrice del ruolo pubblico e democratico dell’università.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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