Raid Usa a Sabratha anticipa la nuova operazione militare a guida Usa in Libia. L’attacco aereo a un presunto campo di addestramento per jihadisti. Almeno 41 morti, tra cui forse, Noureddine Chouchane, mente delle stragi al Museo del Pardo di Tunisi e sulla spiaggia di Sousse. Certamente uccisi due ostaggi serbi. Nel documento dell’ammiraglio italiano Credendino rivelato da Wikileaks le prossime fasi dell’Operazione Sophia per azioni sulla costa libica.
di Ennio Remondino
L’attacco aereo Usa era rivolto ad un presunto campo di addestramento per jihadisti. Almeno 41 i morti, dicono dal Pentagono, e tra questi, forse, anche Noureddine Chouchane, “mente” delle stragi al Museo del Pardo di Tunisi e sulla spiaggia di Sousse. Purtroppo, certamente uccisi due ostaggi serbi nelle mani degli jihadisti. Sono Sladjana Stankovic e Jovica Stepic, funzionari d’ambasciata, presi in ostaggio dai miliziani Isis nel novembre del 2015.
Un segnale molto preciso delle intenzioni americane in Libia sebbene l’Amministrazione Obama ripeta che muoverà le sue forze militari solo su richiesta di un governo libico di unità nazionale. Come l’Italia, del resto. L’attacco aereo di fatto conferma il documento italiano reso pubblico da Wikileaks, lo studio dell’ammiraglio italiano Credendino sull’invio di truppe Libia con la copertura dell’Operazione Sophia avviata dall’Unione europea nel giugno dello scorso anno - Eunavfor Med - ufficialmente varata contro gli scafisti.
Tra 41 morti del bombardamento americano scattato ieri alle 3.30 contro un «campo di addestramento dell’Isis» nella zona di Sabratha, nell’ovest della Libia, oltre a diverse vittime civili ci sarebbe anche Noureddine Chouchane, noto come la mente delle stragi dello scorso marzo al museo Bardo a Tunisi (24 morti tra i quali quattro italiani) e, tre mesi dopo, sulla spiaggia di Sousse (38 morti, in gran parte turisti britannici).
Washington ha ammesso subito di essere dietro al raid, compiuto con cacciabombadieri F-15E decollati da una base in Europa. Molto probabilmente in Italia. Il Pentagono ha fatto sapere che nel campo di addestramento erano presenti al momento del lancio dei missili almeno 60 militanti dello Stato islamico. Un portavoce ha affermato che la distruzione del campo e l’uccisione non confermata di Chouchane eliminerà un organizzatore esperto e avrà un impatto immediato sulle attività dell’Isis in Libia e nei Paesi vicini.
“Effetto collaterale” non previsto l’uccisione dei due ostaggi serbi tenuti prigionieri e in attesa di riscatto. Jamal Naji Zubia, responsabile per i media stranieri del governo di Tripoli - precisa Michele Giorgio su Nena News - sostiene che il raid americano ha centrato una casa a diversi chilometri da Sabratha e che i jihadisti uccisi sono soprattutto di nazionalità tunisina. Sabratha è uno dei principali punti di partenza per le imbarcazioni dei trafficanti di migranti e profughi dirette verso l’Europa, e un punto di transito per i jihadisti diretti alle loro roccaforti a Sirte e Bengasi.
A cinque anni dall’inizio della guerra civile in Libia e del successivo intervento di occidentali e arabi contro Muamar Ghaddafi, si accorciano dunque i tempi di una nuova operazione militare i cui dettagli forse decisi dagli Stati maggiori, non sono affatto noti ai parlamenti. Obama e alleati europei attendono il via libera del governo libico di unità nazionale che stenta a formarsi. Domenica scorsa è stato annunciato un nuovo esecutivo di 18 ministri in sostituzione di quello bocciato dal Parlamento di Tobruk.
Fonti libiche ripetono che Usa ed Europa in realtà sono già in azione, con forze speciali e di intelligence, anche italiane, che operano attorno a Sirte. Si sta dunque andando verso una nuova operazione militare. Indicativa la convocazione il 25 febbraio del Consiglio Supremo di Difesa da parte del presidente Mattarella. All’ordine del giorno l’esame della situazione internazionale e dei principali scenari di conflittualità e di crisi nel Nord Africa, con particolare riferimento proprio alla Libia, e nel Vicino Oriente e la partecipazione delle Forze Armate italiane in quelle che sono definite “missioni di stabilizzazione e di contrasto del terrorismo”.
I segreti svelati
Il documento reso pubblico da Wikileaks descrive le fasi successive dell’Operazione Sophia, cominciando dall’intesa raggiunta a dicembre dai due parlamenti rivali di Tripoli e Tobruk per arrivare alla costituzione di un governo unitario libico che inviti i militari europei a intervenire nelle acque territoriali del Paese nordafricano e autorizzi l’estensione delle operazioni lungo la costa.
L’ammiraglio Credendino riferisce nel suo rapporto che da quando sono cominciati i pattugliamenti navali europei, le rotte seguite dai trafficanti sono cambiate a causa dei maggiori controlli e che dalla Libia si parte molto meno per l’Italia. L’ammiraglio quindi esorta a passare ad andare oltre, ossia ad agire a ridosso delle coste libiche per prendere di mira i trafficanti nei porti di partenza.
Da qui il passo verso un nuovo massiccio intervento militare occidentale è breve, soprattutto se a chiederlo sarà autonomamente il futuro governo libico -garanzia formale richieste da Ue e Italia - tutto rivolto anche (o soprattutto) a mettere in sicurezza i giacimenti di greggio tanto importanti per le compagnie petrolifere di Italia e di altri Paesi.