Il garbuglio dei gasdotti. Morto il “South Stream” la Russia va in Turchia

 Il transito del gas via Ucraina per i consumatori europei sarà sospeso nel 2019 mentre le prime forniture arriveranno in Turchia nel dicembre 2016. Fino ad allora l’Europa avrà bisogno di gasdotti di transito per lo stoccaggio gas in Turchia o al confine greco ma percorsi alternativi all’Ucraina.


Il garbuglio dei gasdotti. Morto il “South Stream” la Russia va in Turchia

 

Il gas russo attraverso l'Ucraina nel 2014 è già stato ridotto di un terzo e Kiev ha perso un miliardo di dollari.

di Ennio Remondino

Il transito del gas via Ucraina per i consumatori europei sarà sospeso nel 2019 mentre le prime forniture arriveranno in Turchia nel dicembre 2016. Fino ad allora l’Europa avrà bisogno di gasdotti di transito per lo stoccaggio gas in Turchia o al confine greco ma percorsi alternativi all’Ucraina.


La Russia ha deciso che dal 2019 le consegne di gas verso l’Europa che ora passano attraverso l’Ucraina, cambieranno strada, dirette verso la costa turca, vicino al confine con la Grecia. Ai clienti europei “resta un po’ di tempo per preparare le infrastrutture”, ha avvertito Gazprom. Il transito del gas russo attraverso l’Ucraina nel 2014 è già stato ridotto di un terzo e Kiev ha perso un miliardo di dollari di diritti. Nel 2014 attraverso l’Ucraina Gazprom ha consegnato in Europa 58.800 milioni di metri cubi: meno 25 miliardi. Quota di transito ucraino di gas russo verso l’Europa, dal 52% al 40%.

A parte l’Ucraina, le esportazioni di gas russo verso la Germania continuano attraverso il gasdotto “Nord Stream” sotto il Mar Baltico e lo “Yamal-Europa” attraverso la Bielorussia e la Polonia. Per le sue forniture di gas verso l’Europa, dunque, Mosca sarà sempre meno dipendente dal transito via Ucraina. Ora, dopo il ritiro della Russia dal “South Stream” causa il boicottaggio della Ue -dice Mosca- e per eliminare l’Ucraina dalle rotte di transito del gas per i consumatori europei, Gazprom accelera in direzione Turchia con un gasdotto che dalla sua costa passerà sotto il Mar Nero.

L’accordo per la grande opera firmato a dicembre tra Gazprom e la turca Botas Petroleum Pipeline Corporation, prevede appunto la costruzione di una condotta attraverso il Mar Nero e fino alla Turchia. La capacità del gasdotto sarà di 63 miliardi di metri cubi, di cui 15.750 milioni destinati al mercato turco e il resto, circa 50 miliardi, da consegnare al nuovo ‘hub’ del gas al confine turco-greco. Buffo che il percorso del flusso turco passerà per 660 km attraverso il vecchio corridoio di “South Stream” e per 50 km attraverso il nuovo corridoio nella parte europea della Turchia.

Il primo segmento del gasdotto sarà interamente riservato al mercato turco. La Turchia, è il secondo cliente del gas Gazprom dopo la Germania; lo scorso anno Gazprom vi ha esportato 27,4 miliardi di metri cubi di gas attraverso il “Blue Stream” ed il gasdotto “Trans-Balkan”. 

Gazprom afferma di avere un “cash flow”, fondi sufficienti per realizzare progetti senza ricorrere ad investimenti stranieri. Oltre sanzioni Ue ed Usa, è il messaggio. Ora che è diventato chiaro che i russi rifiutano di accettare i dettami di Bruxelles sul “South Stream” tocca ai politici europei trovare un’alternativa al gas russo.

remocontro

27/02/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Ennio Remondino

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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