Nel tardo pomeriggio del 6 Settembre è stato diramato un comunicato stampa del Sindaco per annunciare l'intesa al tavolo interistituzionale a Roma che dà il via libera alla costruzione della nuova base militare dei carabinieri del Tuscania sul territorio pisano.
La struttura si inserirebbe in un territorio già fortemente militarizzato per la presenza della base americana di Camp Darby, l'hub logistico della presenza americana nel Mediterraneo, il porto nucleare di Livorno, collegato alla base americana da un canale navigabile recentemente ampliato, su richiesta del comando Militare Usa, e interessato dai lavori di potenziamento di un'apposita linea ferroviaria, l'aeroporto militare di Pisa recentemente “valorizzato” conferendogli il ruolo strategico di connessione ai vari teatri di guerra, sempre a supporto alla base americana, la 46° Brigata Aerea, dotata di nuovissimi mezzi bellici, la caserma dei paracadutisti Folgore Gamerra, in cui si sono insediati il comando e la scuola di addestramento delle forze speciali dell’esercito (Comfose), per operazioni segrete Usa/Nato.
Nei mesi scorsi varie ipotesi erano state avanzate a proposito della base, chi la voleva diffusa sul territorio pisano, chi, come poi avvenuto, in sinergia con il vicino Comune di Pontedera (ipotesi caldeggiata dalla Regione), chi invece pensava di escludere Coltano e l'area del Parco utilizzando l'area di Ospedaletto (alle porte di PIsa) e quella di San Piero ove sorgeva il Cisam. Mesi nei quali, contrariamente a quanto detto, i vari protagonisti hanno studiato tutte le opzioni per arrivare alla soluzione finale che avrà un impatto maggiore alle iniziali previsioni, nonostante sia presentata come operazione rigeneratrice del territorio e dell'area verde.
Nei giorni successivi all'incontro, mentre consiglieri e politici del centro destra esultavano sugli organi di stampa e il centro sinistra evitava di prendere posizione, in conferenza stampa, il consigliere comunale di Pisa Francesco Auletta, sostenuto da Una città in Comune, Unione Popolare e Prc, ha diffuso i contenuti del verbale di sintesi della riunione romana. Il verbale è in rete al seguente Link: https://unacittaincomune.it/base-militare-i-tempi-si-stringono-dal-verbale-tutte-le-mistificazioni-e-omissioni-delle-istituzioni/
Un problema di democrazia o se preferite di sovranità
I cittadini dovrebbero essere messi a conoscenza dello studio di prefattibilità tecnica da cui prende vita il Progetto della base militare e dell'ipotesi di rigenerazione dell'area Cresam che il direttore del Parco (Lorenzo Bani, del Pd) dovrà presentare all'Ente Parco da qui a pochi giorni per acquisirne il parere.
Viene poi menzionata la figura di un Commissario Straordinario che dovrebbe sovraintendere ai lavori nell'ottica di affidare i soliti super poteri per accelerare i tempi di realizzazione del progetto.
Due documenti importanti che in una democrazia sana dovrebbero essere messi a disposizione della cittadinanza visto che non esistono controindicazioni legate a ragioni di sicurezza, ragioni evocate sovente per secretare documenti e informazioni.
Riqualificazione, efficientamento e piantumazione di nuovi alberi sono i termini utilizzati in un comunicato ufficiale diffuso dal sindaco di Pisa del centro destra Michele Conti e che poi ritroviamo nel verbale di sintesi del Tavolo Interistituzionale.
Detto in termini comprensibili, Regione Toscana, Comune di Pisa e di Pontedera, Provincia di Pisa, vertici dell'esercito e Governo Meloni si sono messi d'accordo nel costruire una nuova base prevedendo opere di compensazione come nuovi alberi, il recupero di immobili nell'area di Coltano e altre opere delle quali non è dato sapere la portata e i costi.
Alla cittadinanza viene presentato un quadro idilliaco e di facile presa sull'opinione pubblica per dimostrare quanto sia conveniente per il territorio e la sua economia la costruzione della nuova base militare in virtù delle opere di compensazione. In questa narrazione a senso unico, sostenuta anche dagli amministratori locali del centro sinistra, i movimenti pacifisti escono come i soliti pessimisti, i fautori del no a prescindere, mossi solo da pregiudizi ideologici e del tutto disinteressati ai benefici che la città di Pisa e la sua provincia trarranno da questa opera militare.
La militarizzazione porta posti di lavoro? Ovviamente no
Non mancano quanti, come l'on Ziello della Lega, scommettono sugli effetti benefici della base per l'occupazione. È proprio l'offerta di posti di lavoro uno dei motivi gettonati da quanti vogliono presentare la militarizzazione come opportunità per l'economia locale sapendo per altro come le basi militari siano concepite in maniera assai diversa dal passato (per scongiurare attacchi terroristici veniva detto un tempo), luoghi chiusi e autosufficienti.
La cosiddetta rigenerazione di Coltano passa dal recupero degli immobili e dalla gestione della biodiversità e di queste aree museali che verrà concessa al reparto Carabinieri.
Da anni abbiamo criticato la sostituzione di personale formato e specializzato con la qualifica di addetti museali con volontari e l'associazionismo diffuso. Non si capisce allora per quale ragione non trasformare in musei pubblici queste aree, con personale regolarmente contrattualizzato e appositamente professionalizzato, anziché affidarne la gestione all'Arma.
Questo passaggio sancisce anche la militarizzazione, oltre che del nostro territorio, della cultura. Così operando si va verso una società della sorveglianza nella quale le forze armate saranno onnipresenti nelle scuole, nella cultura, nel tempo libero proponendosi come modello vincente e dominante.
Meglio di noi ha sintetizzato la questione il Comitato No Camp Darby in un comunicato redatto pochi giorni or sono di cui riportiamo un estratto.
“La militarizzazione del territorio e la nuova normalità della guerra, un processo transitorio nella società della sorveglianza, comprende diversi step: (1) l’assimilazione della politica interna, quindi la transizione dallo Stato sociale al War State, alla proiezione unilaterale del Pentagono; (2) la distruzione del territorio, ovvero la subordinazione delle risorse naturali/umane alla voracità predatoria dell’élite aziendale; (3) una nuova fase della ‘’guerra eterna’’ statunitense contro Russia e Cina. Una guerra per procura – contro Russia, Cina ed Europa/Italia – che Mosca ha dimostrato di poter vincere, ma che sta logorando il mondo del lavoro nel nostro Paese. L’Italia, regalando al Pentagono (di fatto è così), una parte del territorio nazionale ha dimostrato d’essere uno Stato-colonizzatore alle dipendenze di Washington.
La costruzione d’una base militare fra Pisa e Pontedera, palesa come centrodestra e centrosinistra (compresi alcuni pezzi d’’’antagonismo compatibile’’) non siano null’altro che le spalle su cui l’imperialismo USA poggia il proprio fucile; una ‘’guerra perpetua’’ non soltanto contro Russia e Cina, ma anche contro il mondo del lavoro”.
Le alternative per una occupazione sana e duratura
A proposito di occupazione esistono alternative alla militarizzazione; dal rifacimento della strada che collega Ospedaletto a Coltano – percorrerla è una avventura o un autentico test per la tenuta delle autovetture – alle bonifiche di aree e corsi d'acqua (ad esempio la zona limitrofa all'inceneritore di Ospedaletto), dall'abbattimento degli ecomostri sorti negli anni della speculazione immobiliare e abbandonati a metà (in questo caso l'obiettivo della riduzione del cemento e della consumazione del suolo avrebbe un reale sbocco). L'area di Coltano e Ospedaletto un tempo era destinata all'agricoltura e all'allevamento. Ripristinarla a tale uso sarebbe possibile all'interno di una visione del territorio ben diversa da quella che considera imprescindibile la militarizzazione.
Un progetto militare spalmato sulla intera provincia di Pisa
Ci sono poi due opere militari esportabili nel comune di Pontedera che attraverso la Regione Toscana (entrambi di centro sinistra) ha sempre caldeggiato la partecipazione attiva a questa ennesima militarizzazione. Si parla di pista di addestramento a guida sicura a Pontedera e tra Pontedera e Ospedaletto, e del Poligono a cielo aperto. Su questo punto, la pista e il Poligono, forse, da quanto si evince dalla lettura degli articoli e dei documenti diffusi anche a mezzo stampa e sui social, non è ancora chiara la collocazione futura.
Non è dato di conoscere i costi di ogni intervento né è disponibile un cronoprogramma. Insomma le informazioni sono scarne e le documentazioni mai diffuse per un progetto di militarizzazione ad ampio spettro che include perfino la gestione delle aree di Coltano da recuperare. È proprio vero... al peggio non c'è mai limite.
La presa di posizione del Sindacato di Base CUB di Pisa
Sulla vicenda è intervenuto il sindacato di base CUB con un comunicato che entra nel merito dei convitato di pietra attorno alla nuova base militare e che riportiamo integralmente.
“L'intesa raggiunta al tavolo inter istituzionale a Roma, in attesa di conoscerne il testo ufficiale, è frutto di un compromesso tra enti locali governati dal centro sinistra e dal centro destra che si sono mossi verso lo stesso obiettivo: accettare la militarizzazione del territorio pisano presentandola come opportunità da cogliere attraverso le cosiddette opere di compensazione.
Ci preme ricordare che in tempi non sospetti, un anno e mezzo fa, avevamo scritto e detto che dietro alla base del Tuscania si sarebbero mossi interessi forti tali da mettere d'accordo imprenditori, proprietari agricoli e allevatori, militari e politici locali di vario orientamento. Le opere di compensazione rappresentano la classica merce di scambio che alla fine mette d'accordo anche chi inizialmente aveva espresso perplessità e contrarietà alla costruzione di una nuova base su un territorio per altro già fortemente militarizzato.
Ma queste perplessità scaturivano dal timore di una eventuale requisizione «per scopi di sicurezza nazionale» con una compensazione del danno giudicata insufficiente come già accadde in quel di Coltano anni or sono.
In questa partita ha giocato un ruolo determinante l'attuale vertice del Parco, presidente del Pd, autentico ago della bilancia.
Ci preme infine ricordare come la costruzione di una base militare diffusa sul territorio di Pisa e Pontedera palesi la sinergia esistente tra Giunte locali e Regionale e Governo nazionale. Del resto sul Progetto strategico denominato Bussola Europea ci fu l'ampia convergenza della stragrande maggioranza delle forze politiche in Parlamento.
Per quanto invece concerne la creazione di nuovi posti di lavoro, vorremmo ricordare che una sistematica opera di bonifica del territorio, investimenti nel settore agricolo e nell'allevamento creerebbero occupazione in misura assai maggiore come favorirebbero l'edilizia finanziamenti atti al recupero degli immobili a Coltano o l'abbattimento degli eco mostri abbandonati, nel degrado, a Ospedaletto ormai da lustri.
È del tutto evidente che esista un convitato di pietra costruito dal centro sinistra e dal centro destra, convitato disposto a presentare l'ennesima militarizzazione del territorio, dopo il collegamento via ferrovia e via acqua della base Usa di Camp Darby, come una manna dal cielo, una grande opportunità da cogliere senza mai entrare nel merito sulle reali conseguenze di questi processi.
E per dirne solo una ricordiamo che il mancato sviluppo dell'aeroporto Galilei, ammesso che sia una soluzione condivisibile, è dovuto proprio alla presenza dell'aeroporto militare accanto a quello civile come si evince dai documenti Enac.
Chi potrà allora perseverare nell'idea che militarizzando i territori si creino posti di lavoro?
Non pensiamo che la militarizzazione costituisca una opportunità per i territori. I soldi che impiegheranno per costruire la nuova base dovrebbero servire alle tante bonifiche rinviate, ad abbattere i mostri in cemento armato mai finiti di costruire e da anni abbandonati ad esempio ad Ospedaletto.
È una questione di priorità e per noi non ci potrà essere una rigenerazione urbana compatibile con il settore militare. Se la compensazione è la piantumazione di nuovi alberi per aumentare la superficie boscata nel Parco, ci sarà da capire se l'area di competenza del Parco sarà effettivamente accresciuta o se interverranno invece sostanziali modifiche tali da favorire edificazioni e utilizzo delle aree protette ad altro scopo.
Dalle parole del Sindaco di Pisa si evince che l'intesa si poggia sulle opere di compensazione: il recupero di edifici a Coltano che tuttavia dovrebbe rappresentare un investimento a prescindere e a salvaguardia del territorio, non certo una merce di scambio per aggiungere l'ulteriore base di guerra a un territorio che ha già collegato Camp Darby al mare e alla ferrovia per il trasporto di armi. Alla luce di queste considerazioni è possibile presentare la militarizzazione come una opportunità per il territorio pisano? I fatti dicono l'esatto contrario”.
Sull'argomento si è tenuta un'assemblea pubblica il 14 agosto a cui hanno partecipato militanti di varie organizzazioni politiche e associative e che ha discusso anche della partecipazione alla manifestazione nazionale del 21 prossimo a Ghedi, mentre un 'altra manifestazione è in preparazione a Pisa.