25 Marzo. Una giornata calda per Roma. Calda in tutti sensi. Vuoi per il tempo in odore agostano, vuoi per le manifestazioni pro e contro l’Ue che si sono articolate su una città blindatissima. Agli slogan sventolati al mattino “I love Europe” si sono alternati quelli della nostra Europa, manifestazione organizzata dalla Cgil, per il sessantesimo dei Trattati di Roma. Nel pomeriggio sfila Eurostop “No euro, No Ue, No Nato, c’è chi dice No”. Su questo evento sono piombate in modo fuorviante sull’opinione pubblica, montate ad arte dai media, previsioni funeste di attacchi terroristici, per svuotare di senso e di presenze il corteo, organizzato dalla piattaforma Eurostop e da molte realtà politiche e sociali. Più celerini che manifestanti a bloccare presunti attacchi e guerriglie. Non è accaduto nulla e il merito è stato usurpato ai manifestanti dall’arroganza di chi aveva previsto un mattatoio.
Ogni passo segnato, video-ripreso, controllato. Presagi di atti terroristici, bombe e di interventi di black block, mirati a provocare disordini. Questo si era inscenato. Il tutto per svuotare la città e presentare una città gestibile e sottomessa ai 27 leader europei, presenti in Campidoglio per firmare accordi contro i loro popoli. Falsità messe in atto e cadute nella realtà di un corteo tranquillo e privo di qualsiasi allarmismo. Nulla è accaduto nelle piazze Eurostop, neanche un cerino acceso, tantomeno un fumogeno. La provocazione è avvenuta altrove e non da parte dei manifestanti, che invece l’hanno subita. Al Cie di Tor Cervara, oltre cento manifestanti No Tav, per lo più provenienti dalla Val di Susa, sono stati sequestrati per ore ed è stato impedito loro il diritto di manifestare. Ne parliamo con Eleonora Forenza, direzione nazionale Prc, europarlamentare Gue/Ngl. Era presente a Eurostop, con il suo zainetto e la sua grinta da pasionaria che la distingue sempre. Non si è fermata, è andata al Cie, con Nicoletta Dosio (No Tav) e altri compagni presenti.
In esclusiva per “La città futura” ci racconta la sua esperienza.
Eleonora, entriamo subito nel cuore del fattaccio di sabato, che ha visto negato a molti manifestanti il diritto di partecipare a Eurostop. A corteo iniziato sei stata invitata ad intervenire per liberarli dal fermo al Cie di Tor cervara. Ci spieghi com’è andata?
Alla partenza della manifestazione siamo stati informati del fatto che tre pullman provenienti dalla Val Susa e alcune macchine di compagni provenienti da Bologna erano stati fermati e bloccati nel centro di identificazione ed espulsione di Tor Cervara. A quel punto abbiamo formato una delegazione composta da Nicoletta Dosio, da me come parlamentare europea, da un’avvocata, da Checchino Antonini e Guido Lutrario tra gli organizzatori della manifestazione. Ci siamo recati a Tor Cervara per portare la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni e soprattutto per capire che cosa stesse realmente succedendo.
Quale situazione si è prospettata, arrivati al Cie?
Io ho chiesto di entrare, cosa che è totalmente nelle mie prerogative di parlamentare, ma per più di tre ore la polizia mi ha negato l’accesso senza sostanzialmente fornire alcuna motivazione. A quel punto per tre ore, io, Nicoletta e gli altri compagni abbiamo provato ad interloquire con i compagni e io ho iniziato a sollecitare il Ministero degli Interni per capire che cosa stesse succedendo e per chiedere spiegazioni in merito al diniego alla richiesta di accesso al Cie.
Sembra che le misure di sicurezza siano andate oltre, sconfinando nel puro sospetto, senza alcuna motivazione , neanche un indizio.
Sì, la cosa più grave di tutta questa situazione è il clima che si è creato, la sospensione dello stato di diritto. Roma in stato di assedio con più di 160 persone bloccate e a cui è stato impedito il diritto di manifestare. Persone che sono state fermate con contestazioni grottesche, dall’ideologia, come avrebbe poi ammesso lo stesso questore di Roma, fino all’abbigliamento, con felpe nere che vengono considerate di per sé un elemento sospetto.
Fa un po’ sorridere la cosa, perché anche tu indossavi una felpa nera.
Come ho fatto notare a Morcone (Capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno), io stessa indossavo quel giorno una felpa nera e uno zaino. Credo che se davvero sospendiamo il diritto costituzionale a poter manifestare, se neghiamo l’accesso ai parlamentari nei Cie per poter capire cosa stesse succedendo, se mettiamo in stato di fermo persone perché hanno un coltellino per tagliare la toma, credo che siamo davvero a quello che ha detto Minniti: sicurezza e libertà con l’accento sulle politiche securitarie che reprimono il dissenso in nome dell’ordine pubblico. Voglio far notare che nei fogli di via che sono stati notificati vengono menzionati cinquanta bastoni trovati in via Marmorata alle 9.30 ed è evidente che questi non possono aver nulla a che fare con le persone che a quell’ora erano in viaggio da fuori Roma. Vengono inoltre menzionate condotte antigiuridiche sintomatiche e indifferenza all’ordine costituito, ovvero siamo davvero ai reati di opinione che vengono considerati un pericolo per la pubblica sicurezza, un fatto gravissimo di cui chiederò conto anche al Parlamento europeo
Le politiche di destra si stanno affermando in buona parte dell’Ue, in Italia ne vediamo continuamente tutti gli effetti. Il sequestro di Tor Cervara sembra essere un esempio eclatante di stato di polizia
Questo governo targato Partito Democratico si conferma essere un governo di destra. Lo vediamo non soltanto nelle misure sociali, ma appunto anche nei provvedimenti securitari, nelle politiche repressive. Lo abbiamo visto a Roma con questo fatto gravissimo che si è consumato a Tor Cervara, lo abbiamo visto nel clima di paura creato intorno alle manifestazioni, lo vediamo nella repressione del Movimento No Tap.
Sicuramente questa sarà, anche per te, un’occasione per mostrare la massima solidarietà a coloro che, arrivati a Roma per manifestare pacificamente, non hanno potuto esercitare questo diritto.
Colgo l’occasione, infatti, per ribadire tutta la mia solidarietà ai compagni No Tav per la repressione che subiscono quotidianamente, ai compagni No Tap per la repressione che stanno subendo in questi giorni, per una mobilitazione giustissima, contestare la Tap e difendere gli ulivi. Viviamo nelle politiche securitarie, nelle politiche di respingimento e in quel vergognoso accordo che il governo italiano sta portando avanti con la Libia, con la finalità di esternalizzare le frontiere in realtà condannando donne e uomini a rimanere imprigionati, torturati e detenuti illegalmente all’altezza della Libia.
Infine Eleonora, nella tua funzione di eurodeputata del Gue, cosa pensi di questa Europa, in mano alle banche, alle politiche neoliberiste e ai Trattati che confliggono con la nostra Costituzione? Questa Europa è ancora riformabile?
Credo che l’Unione europea fondata sul neoliberismo e sulle politiche di sicurezza non sia riformabile. Occorre rompere la gabbia del neoliberismo, occorre rompere la gabbia delle politiche di austerità e delle politiche di respingimento, bisogna ricostruire il blocco sociale, ricostruire una dimensione europea dei conflitti e dei movimenti, bisogna soprattutto modificare i rapporti di forza costruendo lotte di liberazione popolare dal neoliberismo.
Grazie, Eleonora. Grazie per essere sempre vicina a chi lotta per i diritti, scendendo nelle piazze con il tuo zainetto. Grazie per credere in un’Europa in cui la sovranità è dei popoli. Grazie per la tua semplicità e per il coraggio di dire sempre ciò che pensi anche di fronte a lorsignori, i papaveri alti