Cronache dal Teatro Italia

Per proseguire con Potere al Popolo si parte dalle assemblee territoriali e dalle Case del Popolo. La parola d’ordine: democratizzazione.


Cronache dal Teatro Italia Credits: poterealpopolo.org

Roma, 18 marzo. Teatro Italia. Sono passati quattro mesi da quel 18 novembre che ha visto nascere Palp. Stesso posto, stessa ora. Quattro mesi, una meteora per la costruzione di una nuova formazione politica. Eppure, nonostante l’esito elettorale sfavorevole, il progetto non è sfumato, anzi vengono rilanciate le iniziative per dare un forte segnale di continuità a chi vi ha aderito. E all’assemblea si sono notati gli effetti, oltre 1.500 compagni hanno voluto bypassare il 4 marzo e, mostrando fiducia nel progetto, hanno riempito il teatro. Molti dei partecipanti, ben 700, a posti a sedere esauriti, sono rimasti in piedi in fondo al salone, nelle gallerie o all’esterno ad ascoltare gli interventi trasmessi in audio dagli altoparlanti.

In sala, prima che inizi l’assemblea, incontro Citto Maselli, storico regista italiano. Lo saluto affettuosamente, uno scambio su Palp prima del silenzio in sala ed ecco la sua dichiarazione sul progetto e sui motivi che lo hanno portato ad aderire all’appello: “Ho aderito all’appello degli intellettuali per votare Palp, perché sono convinto che il progetto che contiene è la speranza di questo momento ed è possibile farcela...La sconfitta elettorale non dovrebbe modificare nulla, perché quello che è accaduto è dovuto al sabotaggio programmato e programmatico delle televisioni che ci hanno ignorato. Oggi, in questa assemblea, c’è una partecipazione inaspettata e significativa. Io spero che questo progetto possa diventare un polo di riferimento per tutti”. Intanto il teatro si riempie fino all’inverosimile, l’entusiasmo si respira, si tocca con mano. In molti, attivisti, militanti e simpatizzanti, hanno rinunciato alla giornata di riposo, hanno affrontato un viaggio notturno per essere presenti, per continuare insieme questo percorso che non si è davvero interrotto il 4 marzo, che quell’1% non ha fermato.

Il perché me lo spiega anche Viola Carofalo, durante un colloquio in esclusiva per La Città futura, tre giorni dopo l’assemblea nazionale: “Da quando Potere al Popolo è nato, il 18 novembre scorso, abbiamo tenuto a ribadire una cosa: non ci saremmo fermati il 4 marzo. Ed ora lo stiamo dimostrando.Le elezioni sono state uno strumento da usare, un’opportunità per metterci in connessione e riattivarci velocemente, ma non sono certamente il fine del progetto. Sappiamo che la strada è lunga, ma l’assemblea di domenica 18 marzo dimostra che siamo tutti determinati a continuare e che nessuno si è lasciato abbattere dal risultato del 4. 1500 persone in un teatro a Roma, attivisti e militanti provenienti da tutta Italia, facendosi ore di viaggio notturne e dovendo andare a lavorare il lunedì mattina, non è una cosa che tutti possono vedere, eppure noi ce l’abbiamo. In questi mesi abbiamo riattivato un esercito di militanti che sono stanchi di subire e che ora sono pronti e trepidanti di ricominciare. Potere al Popolo, già dal 19 marzo, si impegna a continuare a crescere e dobbiamo usare il terreno che conosciamo per farlo meglio. Le strade, i quartieri, le associazioni, la solidarietà ed il mutualismo.Questa è la strada che riteniamo fondamentale intraprendere per radicarci e farci conoscere, perché è vero che ce l’abbiamo messa tutta, ma è altrettanto vero che migliaia di persone ci hanno visto per la prima volta sulla scheda elettorale la domenica del voto.Dobbiamo riprendere le tradizioni delle Case del Popolo, riconvocare le assemblee territoriali per aggregare nuove persone e darci un piano pratico, sfruttando gli strumenti che abbiamoavuto a disposizione durante la campagna elettorale, sfruttando i contatti che abbiamo perso, ma soprattutto ragionando insieme su quali possano essere dei nuovi strumenti che permettano una crescita capillare. Si sentirà ancora parlare di Potere al Popolo, perché una cosa è certa: indietro non si torna!”.

Ecco, indietro non si torna dice Viola. Ѐ un invito, ma anche un moto di speranza e di incoraggiamento verso chi ha creduto, sin dal 18 Novembre, che questo fosse un punto di partenza inarrestabile, finalizzato verso quell’obiettivo a cui da troppo tempo ormai si è rinunciato, come fosse impossibile da raggiungere: la costruzione di un progetto complesso, variegato, di sinistra radicale cha faccia scoccare la scintilla della lotta di classe, per ora solo istinto, che ristabilisca diritti, eguaglianza e parità. Ѐ da questo invito che si deve ripartire. Ѐ il Popolo che chiede che il progetto continui, un popolo a cui bisogna dare delle risposte immediate. Qui non c’è un colpaccio elettorale da spartire, non ci sono seggi da occupare, né fondi, né notorietà. C’è solo una impellente necessità di ribaltare un sistema marcio, che rema contro i diritti sociali, che nel tempo ha smantellato la Costituzione.

Il grande assente da ripristinare è l’articolo 1 che rende sovrano il popolo e dà centralità al lavoro per una vita dignitosa. Questo è risuonato più volte nello spazio del teatro Italia, accompagnato dalle parole che maggiormente sono state pronunciate durante gli interventi: mutualismo, lotta, giustizia, democrazia diretta. Uno spazio insolitamente riempito, come da tempo non accadeva di vedere in eventi politici, da tantissimi giovani, ad occhio anche molto giovani. Affiancati da una mezza età e oltre altrettanto giovane al grido di “Potere popolare” e “Lavorare meno lavorare tutti”. Perché l’anagrafe non divide quando si lotta insieme per lo stesso fine, per la giustizia sociale, per la legalità, per la parità e per l’inclusione di ogni persona nelle collettività, senza confini, né barriere, al di là di pregiudizi etnici, perché le razze non esistono, se le sono inventate i fascisti.

Gli interventi

Ben 51 in 5 ore e per ognuno dei relatori un grande coinvolgimento generale. La maggior parte dei presenti, anche se per la metà asserragliati in coda, in piedi, all’esterno non ha rinunciato a sentire fino alla fine gli interventi dei rappresentanti delle associazioni territoriali, alcuni con una notte di pullman alle spalle per partecipare all’assemblea. In sala, tanti rappresentanti del mondo della politica, dell’arte, della scuola, del cinema. Attivisti della No Tav piemontese, immancabile Nicoletta Dosio, come sempre calamitante nella sua arringa per i diritti della Valle.

Apre e conclude gli interventi, la portavoce, Viola Calofaro, la prezzemolina rossa, ma anche la pasionaria rossa. Così è stata citata dai media fra i vari appellativi e affettuosamente capatosta, dai compagni. Ѐ stata lei a portare la voce del progetto ovunque è stato possibile, sfidando media ostili e capoccioni liberisti che le hanno remato contro durante le poche apparizioni in tv. Più di tanto non le è stato concesso, ma ha sgomitato bene. Pasionaria rossa è l’appellativo che forse la distingue meglio per quanto ha potuto fare ed ha fatto per dare un volto nazionale a Palp. Sul palco dell’Italia per lei c’è standing ovation quando si commuove e non riesce a trattenere le lacrime che mozzano le parole.

Ma ha detto l’importante: “Chi ha votato Lega e 5 Stelle lo ha fatto per abbattere tutto quello che hanno fatto gli ultimi Governi, i quali hanno massacrato le classi popolari, le quali elettoralmente hanno risposto in questo modo, per noi sbagliato. Ora ci sono delle praterie da conquistare. Vorrei sfidare Lega e M5S ad abolire subito la legge Fornero, come hanno promesso: temo che non lo faranno.” E per passare all’organizzazione del domani, parla di democratizzazione del progetto: “Ora dobbiamo democratizzare il percorso di Potere al Popolo, dando ai militanti la possibilità di decidere….”. E applausi scroscianti quando afferma: “Abbiamo solo prestato quei voti ai 5 stelle, ma ce li riprenderemo tutti”.

Rilancia il progetto e invita a seguire l’organizzazione del percorso da ora in avanti Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, presente sin dall’inizio in Palp: “Avevamo detto che Potere al Popolo non sarebbe stata solo una lista elettorale, ma sarebbe stato l'inizio di un percorso antiliberista, anticapitalista ed ecologista: così sarà… Dobbiamo trovare le forme democratiche con cui far decidere i nostri militanti per mettere in piedi veramente l'opposizione sociale e popolare".

Parla di solidarietà internazionalista e invita ad aprire “le case del popolo” l’europarlamentare Eleonora Forenza (Gue). Un momento di assoluto silenzio e intensa condivisione durante l’intervento di un rappresentante del Partito comunista del Donetsk. Sventola la rossa bandiera con il simbolo del partito. Tutti in piedi ad applaudire il giovane ucraino, simbolo della Resistenza e della lotta nel Donetsk, dove dopo anni della guerra in Donbass si continua ancora a combattere e a morire.

Ed ora come si prosegue?

C’è da lavorare molto, l’impegno deve essere costante e comune. Si parte dalle assemblee territoriali, anzi si prosegue con le assemblee , “ci si guarda in faccia” e si parla del progetto su come ottimizzarlo. C’è una parola d’ordine che non va dimenticata, né sottovalutata: democratizzazione. Viola invita a supportare le assemblee con strumenti di comunicazione che aiutino la diffusione delle iniziative, e pensa ad una piattaforma digitale. Le proposte sono molte, dal coordinare azioni di lotta comuni con l’attivazione di campagne nazionali sui macrotemi come la cancellazione del pareggio di bilancio, sull’accoglienza ai migranti, sulla cancellazione della Buona scuola e la promozione della Lip (legge di iniziativa popolare per la scuola), con la raccolta firme, attiva in teatro durante l’assemblea. In contemporanea alle lotte territoriali contro le privatizzazioni e i problemi cittadini dei rifiuti e del dissesto delle strade urbane, considerando che le strade di Roma e i servizi sono al tracollo. E pensare che la giunta comunale è a 5 stelle. Sempre coloro che in campagna elettorale si presentano come la panacea di tutti i mali e che ottengono voti con promesse irrealizzabili.

Ma da dove si parte, quindi? Si parte dai gruppi di lavoro, si parte insieme, si parte anche dall’aprire le sedi di ogni associazione che aderisce a Palp alle Case del Popolo, per praticare diffondere ovunque quello che è il cuore, il clou del progetto: il mutualismo, la solidarietà. “Può essere anche casa nostra” suggerisce la nostra pasionaria. In fondo è da queste idee praticate per anni dal collettivo dell’ex Opg di Napoli che ha preso forma e quota quello che oggi è una realtà nazionale. E indietro non si torna. Potere al Popolo.

24/03/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: poterealpopolo.org

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L'Autore

Alba Vastano

"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re. Non si rende conto che in realtà è il re che è il Re, perché essi sono sudditi" (Karl Marx)


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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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