Sánchez in Vietnam e Cina: Madrid sceglie l’autonomia strategica

La doppia visita di Pedro Sánchez a Hà Nội e Pechino segna un cambio strategico, con Madrid che cerca autonomia dall’ombrello statunitense, promuovendo alleanze economiche, diplomatiche e culturali più strette con l’Asia emergente, tra commercio, infrastrutture e cooperazione tecnologica innovativa.


Sánchez in Vietnam e Cina: Madrid sceglie l’autonomia strategica

La recente visita del Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez in Vietnam e Cina ha rappresentato non solo un’occasione bilaterale di rafforzamento delle relazioni economiche e politiche, ma anche un possibile cambio di rotta della politica estera europea in un contesto internazionale sempre più frammentato e caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e geopolitiche.

Nel corso del suo soggiorno in Vietnam, Sánchez ha co-presieduto con il Primo Ministro Phạm Minh Chính una conferenza stampa congiunta a Hà Nội, evidenziando la volontà di entrambe le nazioni di innalzare il livello della loro cooperazione. “Le relazioni tra Spagna e Vietnam sono destinate ad evolvere ulteriormente, con un’attenzione particolare alle infrastrutture, all’energia rinnovabile e all’innovazione tecnologica”, ha dichiarato Sánchez, sottolineando la natura strategica del partenariato con il paese asiatico .

Uno dei punti centrali dell’agenda bilaterale è stato il commercio: a tal proposito, Vietnam e Spagna hanno infatti discusso misure concrete per incrementare il volume degli scambi fino a 8 miliardi di dollari entro i prossimi anni. Tra le proposte emerse, vi è l’espansione delle rotte marittime dirette, la semplificazione delle procedure doganali e l’introduzione di linee di credito a tassi agevolati per le piccole e medie imprese impegnate nell’import-export . Il raggiungimento di questo traguardo significherebbe un raddoppio del commercio attuale, attestatosi sui 4 miliardi di dollari nel 2024, e aprirebbe nuove prospettive per le imprese di entrambi i paesi.

In occasione della visita del leader del governo iberico, il Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam, Tô Lâm, ha voluto rimarcare l’intenzione di Hà Nội di “approfondire una cooperazione completa e multifunzionale con la Spagna, abbracciando settori quali l’energia nucleare civile, la formazione di capitale umano e le tecnologie verdi”. Queste parole confermano l’interesse vietnamita nel diversificare i propri partner tecnologici, avvicinandosi a paesi europei che possono offrire competenze avanzate nei comparti dell’alta ingegneria e della ricerca scientifica.

Al termine della visita vietnamita, Sánchez ha stilato con il governo di Hà Nội una dichiarazione congiunta che delinea programmi di lavoro per i prossimi cinque anni. Tra gli accordi figurano iniziative di collaborazione nel settore dell’agricoltura sostenibile, dell’assistenza sanitaria e dello scambio culturale, con l’istituzione di borse di studio per studenti vietnamiti e programmi di stage per giovani spagnoli.

Al termine del proprio soggiorno vietnamita, il Premier spagnolo si è diretto a Pechino per un incontro con il Presidente Xi Jinping e il Premier Li Qiang. Commentando la visita, il Global Times ha sottolineato come il suo viaggio abbia avuto luogo in un momento cruciale, segnato dalle nuove misure tariffarie annunciate dagli Stati Uniti, che stanno spingendo l’Europa e la Cina ad avvicinarsi per contrastare politiche unilaterali e protezionistiche dell’amministrazione Trump. Sánchez è infatti stato il primo capo di governo europeo a incontrare Xi da quando l’amministrazione americana ha deciso di imporre dazi elevatissimi sia alla Cina che ai paesi dell’ASEAN (questi ultimi successivamente sospesi).

Tenendo conto del contesto internazionale, in conferenza stampa congiunta a Pechino, Sánchez ha invitato l’Unione Europea a “rivedere il proprio approccio verso la Cina” e a “cogliere le opportunità offerte da un partenariato strategico che non dovrebbe essere guidato dalla paura, ma dalla logica dei vantaggi reciproci”. Al contempo, le dichiarazioni di Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, hanno sottolineato l’opportunità di rafforzare la fiducia reciproca attraverso progetti concreti, come l’espansione degli scambi nell’industria delle energie rinnovabili e il potenziamento dei corridoi logistici tra i due paesi.

Uno degli aspetti più significativi delineati dalla stampa cinese riguarda la crescita degli scambi commerciali sino-spagnoli, che lo scorso anno hanno superato i 50 miliardi di dollari, con un incremento del 4,3 percento delle esportazioni iberiche verso la Cina. A questo si aggiunge la volontà di lavorare su investimenti strategici, specie nel settore delle infrastrutture ferroviarie e portuali: a tal proposito, la Cina ha manifestato interesse a partecipare allo sviluppo dei collegamenti ad alta velocità tra Spagna e Portogallo, mentre Madrid sta esplorando la possibilità di includere nuovi treni a tecnologia cinese nelle reti regionali.

Dobbiamo inoltre notare come anche la stampa occidentale, e non solo quella cinese, abbia evidenziato come la duplice tappa asiatica di Sánchez possa essere interpretata come un sintomo della crescente autonomia strategica dell’Europa, sempre meno disposta a seguire alla cieca le escursioni politiche statunitensi. Mentre Washington adotta misure protezionistiche, infatti, paesi come Spagna e Germania mostrano sempre maggiore propensione a diversificare i propri partner, riducendo il peso di Washington nelle proprie strategie di politica estera e rafforzando legami con attori emergenti.

Questo cambiamento nell’impostazione della politica estera europea si inserisce in un contesto globale il cui l’iniziativa RCEP in Asia e il prossimo accordo bilaterale Mercosur-UE segnano un chiarissimo passo avanti verso un mondo multipolare, dove gli Stati europei non siano solo consumatori di tecnologia americana ma possano giocare un ruolo attivo nei grandi corridoi commerciali asiatici e latinoamericani. La visita di Sánchez si inserisce proprio in questo solco: l’incontro con i leader di Vietnam e Cina punta ad avviare nuovi cicli di cooperazione, non più subalterni agli interessi altrui, ma basati su interessi comuni che possano garantire sviluppo e stabilità.

A nostro modo di vedere, dunque, la missione del Primo Ministro spagnolo in Asia orientale non deve essere ridotta ad una semplice serie di incontri diplomatici, bensì rappresenta un atto politico potenzialmente di grande rilievo. Da Hà Nội a Pechino, Pedro Sánchez ha ribadito la necessità per i paesi europei di uscire dall’accerchiamento unilaterale statunitense e di abbracciare un’autonomia strategica che valorizzi appieno il potenziale dei rapporti con paesi in rapida crescita come Vietnam e Cina. Ci auguriamo che il segnale lanciato da Madrid possa servire da modello per tutta l’Unione Europea, incoraggiandola a ridefinire le proprie priorità politiche e commerciali in un mondo sempre più interconnesso e multipolare.

18/04/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Giulio Chinappi

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