“Solidarity networks in the southern europe”. Nonostante la sede per motivi istituzionali non si trovasse esattamente nel sud Europa, al convegno organizzato il 27 settembre scorso dal GUE-NGL, il gruppo della sinistra al parlamento europeo, le reti di solidarietà dal basso dell’area euromediterranea si sono ritrovate e confrontate per fare il punto della situazione.
Per l’Italia, presente in forze una delegazione della R@P, la Rete per l’Autorganizzazione Popolare, ma anche esponenti di realtà territoriali, quali l’ex OPG “Je so’ pazzo” di Napoli, il collettivo Terra Rossa di Lecce e realtà che lavorano sulle questioni dei migranti e dell’antimafia sociale.
Numerosi anche gli spagnoli, che principalmente fanno riferimento alla Rete di Solidarietà Popolare, che vede tra i propri attivisti numerosi quadri del PCE, il Partito Comunista di Spagna. A concludere il quadro la delegazione greca, che preceduta dall’intervento dell’eurodeputato di Unità Popolare Nikolaos Chountis, ha relazionato sulle strutture sanitarie autogestite elleniche, in particolar modo per quanto riguarda servizi sanitari essenziali quali diagnostica e odontoiatria, alla cui ondata di privatizzazioni il governo Tsipras non sembra voler mettere fine. In particolare, è emerso come i più colpiti da una sanità privatizzata, risultino essere i migranti, in particolar modo quelli irregolari.
Anche in Italia sono diversi i centri sociali che hanno avviato progetti di ambulatori popolari rivolti a stranieri senza permesso di soggiorno, costantemente sottoposti al rischio di espulsione se costretti a rivolgersi a strutture pubbliche. La questione dei flussi migratori, è stata affrontata numerose volte nel corso della giornata, durante la quale è stata presentata una mostra di disegni, organizzata in un altro appuntamento della permanenza della delegazione, dall'europarlamentare del PRC Eleonora Forenza, realizzati da Francesco Piobbichi durante la sua permanenza a Lampedusa e raffiguranti le storie tragiche vissute dai profughi provenienti dal nordafrica e originari in larga parte della Siria; del cui conflitto sono responsabili le potenze imperialiste occidentali, al cui servizio sta l’Unione Europea, come affermato dall’eurodeputato del PCP intervenuto all’inaugurazione della mostra.
D’altro canto, parecchio citata nei vari interventi, è stata l’esperienza Curda del Rojava, che al di là della discussa questione delle sue alleanze, nasce fisiologicamente in uno spazio di antistato ed ha così potuto svilupparsi nella direzione della costruzione di quella confederalità sociale che viene presa a modello per l’organizzazione di rete adottata dalle diverse esperienze nazionali che si sono confrontate, con l’obiettivo di darsi forme di coordinamento durevoli nel tempo. Di confederalità sociale ha parlato anche l’Europarlamentare di Rifondazione Comunista, Eleonora Forenza, nella propria relazione introduttiva; ed è inevitabile, leggere una velata polemica con i progetti di unità della sinistra politica che prescindano dalla ricostruzione di classe del blocco sociale.
Se infatti il livello economico particolare e il livello economico generale sono i primi ambiti di resistenza all’attacco del capitale, è solo ampliando la lotta anche a livello politico che è possibile ribaltare i rapporti di forza tra le classi.
Vasto interesse suscita pertanto l’esperienza delle città ribelli, che oltre a connettersi sul piano internazionale, pongono il problema cruciale della riappropriazione di sovranità popolare; un parallelo storico è stato fatto con la nascita del movimento operaio in Italia, dotatosi di proprie istituzioni alternative a quelle dello stato, le cui nascenti amministrazioni locali socialiste di fine ottocento altro non facevano che rendere immuni alla repressione dello stato. E per questo, tali amministrazioni locali vennero immediatamente commissariate dallo stato italiano: meccanismo sicuramente meno soft dell’odierno sistema di tagli agli enti locali e patto di stabilità, ma i cui effetti sono i medesimi, come dichiarato anche dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
La manifestazione, fortemente militarizzata, che si è svolta a Roma pochi giorni fa contro il commissariamento di Bagnoli, del resto, parla di una comunità che non si piega alla logica del potere renziano. Che si tratti finalmente di uno di quei fronti popolari all'interno di cui può inserirsi da parte dei comunisti una proposta di transizione al socialismo?
Le premesse ci sono, la teoria politica si va sviluppando, le pratiche sono il piatto forte. Quello che manca, ed era la ragione del convegno di Bruxelles, é il livello di organizzazione nazionale e internazionale adatto a costruirlo.