Salonicco, seconda città della Grecia. I lavoratori della compagnia pubblica dell'acqua tagliano le forniture alla sede di SYRIZA per protesta contro la privatizzazione. É solo la più eclatante delle azioni condotte dai sindacati tra il 26 e il 27 Settembre in protesta contro la legge che prevede il trasferimento di molti beni pubblici al fondo pubblico-privato EESP.
Il fondo
L'istituzione del fondo EESP era originariamente prevista dal terzo memorandum di austerità sottoscritto da Tsipras durante la terribile notte del 12 Luglio 2015. Originariamente il piano prevedeva che il fondo dovesse avere sede fuori dalla Grecia ed essere totalmente controllato dall'esterno. Il ministro delle finanze Tsakalotos ha difeso la scelta del governo di SYRIZA sostenendo che il consiglio d'amministrazione resterebbe a maggioranza sotto il controllo del governo greco e “solo” il presidente sarebbe imposto dalla Troika dei creditori. Per questo posto è stato scelto il francese Jacques le Pape, già tecnico del ministero delle finanze francese sotto la presidenza Sarkozy. Il governo greco sostiene anche di essere impegnato a trovare soluzioni – come la compartecipazione pubblico-privato – che portino valore aggiunto senza privatizzare.
Questa versione non ha convinto i sindacati - che hanno scioperato - e i partiti di opposizione. E rischia di non convincere neanche i creditori. Un anno fa il governo di SYRIZA aveva scommesso di poter sottoscrivere un patto d'austerità durissimo, applicarne solo un pezzo e ottenere lo sblocco dei fondi da parte dell'Unione Europea, da usare per rilanciare l'economia. La riunione dei ministri delle finanze dell'UE svolta a inizio Settembre ha infatti posto il governo greco davanti al solito ricatto: le riforme già passate non bastano, servono più riforme in cambio di pochi soldi. Così, dopo l'aumento delle tasse e la nuova riforma delle pensioni, il “governo di sinistra” di Atene ha dovuto avviare il processo di privatizzazione.
Nel fondo EEPS finiscono quindi le società dell'acqua di Atene e Salonicco, ma anche la metropolitana di Atene, la costruttrice di veicoli militari ELVO e un fondo che gestisce proprietà immobiliari pubbliche.
La creazione del fondo è passata con 152 voti a favore, questo vuol dire che SYRIZA ha perso un altro parlamentare e il suo governo di coalizione con la destra di ANEL si avvicina sempre più a scendere sotto la maggioranza assoluta di 150 seggi.
I soldi dell'Europa e il debito
A metà ottobre il governo greco tornerà a discutere con i creditori lo sblocco dei finanziamenti. In realtà, negli ultimi mesi il governo Tsipras è rimasto incastrato nella stessa trappola dei governi precedenti: ogni volta i soldi sbloccati servono a ripagare i debiti, mai a fare investimenti a lungo termine. Ogni volta il governo rimanda il ritorno autonomo sul mercato del debito – questa volta rimandato al 2018. Ogni volta viene richiesta una nuova riforma, questa volta sul tavolo ci sarà la riforma del lavoro. Ogni volta viene promessa la discussione sul taglio del debito che però è vaga e proiettata verso un futuro che non arriva mai.
La protesta
Lo sciopero del 27 Settembre è stato convocato unitariamente dalle due grandi confederazioni sindacali ADEDY e GSEE e in forma separata dal sindacato comunista del PAME. Entrambi i cortei sono stati molto partecipati. Nel corteo comunista ha preso la parola il segretario del Partito Comunista di Grecia KKE – attualmente l'unica opposizione di sinistra presente in parlamento – Dimitris Koutsoumpas. Nel corteo dei confederali si è invece mosso lo spezzone di Unità Popolare, il gruppo fuoriuscito da SYRIZA contro la decisione di gestire il nuovo piano di austerità.
I sondaggi
Con l'aumento della protesta sociale e la perdita di pezzi della maggioranza parlamentare, torna la possibilità che la Grecia vada ad elezioni anticipate.
Ad oggi, i sondaggi prevedono una drastica sconfitta per il governo Tsipras. Dal 35% ottenuto alle elezioni dello scorso anno, il partito di Tsipras scenderebbe sotto il 25%. Primo partito diventerebbe il centro destra di Nuova Democrazia, con oltre il 30%. A sinistra di SYRIZA il maggior partito rimane il KKE, che dal 5,5% salirebbe attorno all'8%. Unità Popolare invece resta attorno alla soglia di sbarramento del 3%.