Piacenza 17 Settembre: siamo tutti El Salam

Migliaia di lavoratori e immigrati manifestano con l'USB a Piacenza per Abd El Salam


Piacenza 17 Settembre: siamo tutti El Salam

PIACENZA – 17 Settembre. Migliaia di persone, 7000 secondo gli organizzatori dell'Unione Sindacale di Base, hanno manifestato a Piacenza sotto la pioggia battente per Abd El Salam, l'operaio ucciso da un camion durante un picchetto alla GLS.

Siamo tutti El Salam

In due giorni è stato organizzato un corteo militante, i partecipanti sono arrivati principalmente dalla Lombardia e dall'Emilia Romagna. In testa l'USB con la famiglia di El Salam e la comunità egiziana , in coda il SICobas, in mezzo le rappresentanze di altre organizzazioni sindacali di base – DAL Cobas, SOL Cobas, SLAI Cobas, SGB - e le organizzazioni politiche.

Il corteo, lungo e determinato, è partito dalla stazione di Piacenza, è passato per il centro ed è tornato alla stazione. Dalla testa del corteo il camion dell'USB ha attaccato la versione delle forze dell'ordine che vogliono far passare tutto come un banale incidente stradale, ha attaccato Renzi col suo jobs act - “responsabile politico di ciò che è successo” - e anche i sindacati confederali, grandi assenti. I manifestanti di tutte le categorie dell'USB hanno lanciato pochi e precisi slogan per ore: “Siamo tutti El Salam!”, “GLS assassini”, “lotta dura senza paura”.Ancora più rabbioso lo spezzone finale del SICobas, composto in grandissima parte da lavoratori immigrati impiegati nei settori della logistica, colleghi di El Salam.

Per i lavoratori scesi in piazza a Piacenza “siamo tutti El Salam” non è uno slogan retorico. Sono moltissimi i casi di lavoratori e sindacalisti feriti e contusi durante picchetti e blocchi stradali, la morte di un lavoratore durante una lotta è un evento che non succedeva da moltissimo tempo ma poteva succedere, e potrà succedere molte altre volte. Tra i lavoratori organizzati dai sindacati di base la percentuale di immigrati è altissima, si sentono giustamente “come El Salam”, additati come la causa di ogni problema e lasciati soli dagli italiani quando invece lottano, spesso in condizioni più dure di tutti gli altri.

La composizione

In mezzo al corteo le varie organizzazioni politiche. Il Partito della Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti, Sinistra Classe Rivoluzione, il PCL, il PC, Fronte Popolare. E poi, il Coordinamento Lavoratori Autoconvocati e – unica realtà di movimento - i No Tav con Nicoletta Dosio. In mezzo al corteo si muove Fratoianni con alcuni dirigenti locali di Sinistra Italiana, ma la presenza della cosiddetta “sinistra diffusa” è impalpabile. Dal fronte dell'associazionismo, la partecipazione è stata bassa. Nel corteo, Emergency è stata l'unica realtà di associazione a presenziare con un proprio striscione.

In fin dei conti, si può dire che il corteo è stato composto dai sindacati di base, dagli immigrati di base e dalle organizzazioni comuniste. E che si è svolto nell'indifferenza della città.

Saracinesche abbassate lungo il percorso, specialmente nel centro storico, forze dell'ordine inutilmente in tenuta anti-sommossa dislocate ad ogni angolo, gli unici a tenere aperto sembrano essere stati i bottegai stranieri. D'altronde, era stato lo steso sindaco piddino Paolo Dosi ad invitare i commercianti a chiudere, mentre i giornali locali titolavano su centinaia di militanti dei centri sociali che stavano arrivando da fuori città, pronti alla violenza. La realtà è stata una giornata completamente diversa, di militanti dei centri sociali se ne sono visti pochi, si sono visti moltissimi lavoratori della logistica. Nessun vandalismo, il corteo si è lasciato dietro solo scritte contro la GLS, per ricordare a tutti che è stato un assassinio, non un incidente.

Dopo Piacenza

La manifestazione di Piacenza non esaurisce la mobilitazione.

Tra il 20 e il 21 Settembre c'è stata l'azione dei sindacati di base contro GLS. L'azienda aveva previsto un'alta adesione alla lotta nel piacentino e nell'Emilia, spostando quindi il traffico su Milano. La risposta degli operai è stata di alta adesione e blocco del traffico a Milano, cosa successa anche a Roma. La sera del 21 è arrivata la notizia che la GLS ha ceduto proprio su uno dei punti per cui stava lottando Abd Elsalam: ventuno operai saranno assunti a tempo indeterminato.

Alcuni timidi segnali arrivano dal sindacato confederale. Dopo l'uccisione di Abd El Salam e la morte di Giacomo Campo all'ILVA, Fiom, Fim e Uilm hanno proclamato un’ora di sciopero per organizzare le assemblee sui luoghi di lavoro. Decine di delegati della Filt Cgil – la categoria dei trasporti – hanno chiesto alla confederazione di lanciare lo sciopero generale e hanno proclamati scioperi su scala locale in giro per l'Italia.

Un importante sciopero di solidarietà si è verificato alla Tenaris Dalmine, alle porte di Bergamo. L'agitazione proclamata dalla CUB ha fermato la produzione in quello che è uno dei più importanti centri della siderurgia italiana.

Verso lo sciopero generale

Il 21 ottobre l'USB aveva già proclamato uno sciopero generale di tutte le categorie con corteo a Roma, quel giorno Piazza San Giovanni sarà Piazza Abd El Salam. Il corteo di Piacenza ha già detto molto e in troppi a sinistra l'hanno disertato. Piazza Abd El Salam sarà una chiamata per ripartire e dirà molto su chi ci sarà e chi non ci sarà.

24/09/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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