Premessa della redazione
La Redazione ritiene questo articolo in gran parte condivisibile e sostanzialmente non può fare a meno di sentire il peso morale di liberare una compagna ingiustamente detenuta per reati che non ha commesso. Come giornale, siamo stati i primi a dare voce e spazio al caso Salis e al comitato per la sua liberazione, prima che questo importante caso riuscisse a emergere nell'informazione di massa, portando alla luce un'ingiustizia sovrumana. Inoltre, riteniamo che l'autore Felice Di Maro sia un valido compagno e con grande rispetto ci invita a riflettere sulle sue conclusioni politiche ed elettorali. Felice Di Mauro, essendo un intellettuale organico alla classe dei proletari moderni, i suoi contributi sono e saranno sempre pubblicati nell'ottica della pluralità dei compagni e delle varie organizzazioni che si richiamano al comunismo in Italia. Il collettivo politico La Città Futura nasce e si fonda sull'unità d'azione delle organizzazioni comuniste in Italia e dei compagni con o senza più una tessera in tasca, perché, data la situazione italiana e internazionale, sarebbe difficile, se non addirittura insensato, dividersi.
Abbiamo ritenuto un dovere morale rispondere alle conclusioni espresse dal compagno attraverso questo articolo per sincerità e dovere di trasparenza, riconoscendo il punto di vista dell'altro. Il collettivo politico La città futura ha espresso il suo sostegno, anche se criticamente, per la lista Pace Terra e Dignità lanciata da Santoro e La Valle per raccogliere il sostegno di tutte le forze progressiste e contrarie alle guerre imperialiste in corso. Ringraziamo esplicitamente tutti i compagni iscritti e non iscritti alle varie organizzazioni come Rifondazione Comunista per aver raccolto più di centomila firme in tutta Italia e permettendo a tale lista di presentarsi in tutte le circoscrizioni italiane alle prossime votazioni europee.
La lista Pace Terra e Dignità aveva l'obiettivo di porre il tema della pace nella campagna elettorale, e ha provocato una corsa fra tutte le liste alla ricerca di candidati pacifisti e ciò può essere solo che positivo, obbligando quei partiti a farsi autocritica. Notiamo anche nelle liste apertamente a favore dell'invio di armi in Ucraina per alimentare lo scontro con la Russia, che ha votato per le sanzioni, chi non sta muovendo un dito contro il genocidio in Palestina, come il Partito Democratico, le cui candidature, se dovessimo personalizzare la politica, sono accettabili e da votare. Anche se dovessimo fermarci apparentemente al simbolo, consideriamo che solo grazie al tentativo di presentare una lista dichiaratamente pacifista, il M5S, l'unico partito che ha storto leggermente il naso, anche votando per innumerevoli finanziamenti militari in parlamento, ha dovuto scrivere la parola PACE nel simbolo. Non solo Salis è una candidata votabile, ma anche Mimmo Lucano e altri candidati nelle liste sono espressioni di un sentito pacifismo e sono dichiaratamente opposti a un sistema basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Se dovessimo personalizzare la politica, sarebbero tutti candidati votabili, a cui faremo comunque l'in bocca al lupo, ma al momento non possiamo sostenere una coalizione che, volendo continuare un'alleanza con i Verdi, ha cercato di affossare l'unico tentativo di unità che si stava difficilmente costruendo con la lista pace terra e dignità. I Verdi aumenteranno le file del gruppo europeo parlamentare Verdi/Alleanza Libera Europea, che sono i più pericolosi guerrafondai, e sappiamo che la guerra è una delle principali cause del disastro ambientale, quindi in totale contraddizione dal modo in cui le masse le percepiscono. Infatti, sarebbe utile per tutti i compagni e tutte le organizzazioni essere coerenti con il sostegno di candidati pacifisti come Salis; con la soglia di sbarramento del 4 per cento, nessun candidato, anche se in circoscrizioni differenti, potrebbe essere eletto. Pertanto, per coerenza politica con le scelte dei compagni e delle organizzazioni che scelgono candidati pacifisti e antifascisti, anche se in coalizioni con partiti guerrafondai, devono far votare la lista in tutte le circoscrizioni, perché in caso contrario nessun candidato passerebbe. Sicuramente una critica va fatta anche per tutti i compagni e tutte le organizzazioni che, pur non avendo le forze per raccogliere le firme e presentarsi, si astengono dal voto perché la lista pace terra e dignità rappresenta delle criticità; quindi peccano di settarismo estremista, non comprendendo il livello di coscienza della popolazione italiana, si allontanano e non partecipano alla battaglia delle idee in una democrazia parlamentare, in assenza di una lotta di classe al passo dei tempi, dal basso verso l'alto. Dunque, sicuramente, passare dall'estremismo settario al votare candidati pacifisti in liste opportuniste è un salto di qualità per alcune organizzazioni, ma essi perdono la credibilità politica per aver cercato di fare una critica distruttiva al programma di Pace Terra e Dignità, abbandonando di fatto la loro iniziale scelta settaria e il loro radicalismo infantile. I candidati pacifisti presenti solo in alcune circoscrizioni elettorali devono superare la soglia di sbarramento affinché la lista si possa eleggere, quindi la scelta politica di votare solo nelle circoscrizioni dove vi sono candidati seri non regge; altrimenti, oltre ad essere criticati per opportunismo politico, possono essere criticati anche per mancanza di senso logico, lucidità politica e scarsa capacità di analisi dei meccanismi elettorali europei.
Ritornando all'articolo, che riteniamo fondamentale per la ricerca di mobilitarsi per la scarcerazione della compagna, l'autore, Felice Di Mauro, ne trae delle conclusioni elettorali rispettabili che fanno riflettere.
Articolo:
Le elezioni per il parlamento europeo del’8 e 9 giugno sono importanti in quanto in Europa da tempo si registra un moltiplicarsi di formazioni politiche di estrema destra ed è necessario quanto meno bloccare questi fenomeni pseudo-ideologici che si richiamano al nazismo che mettono in crisi la democrazia proprio in una fase di grandi tensioni internazionali soprattutto a causa delle guerre in corso. Il Parlamento europeo potrebbe perdere il suo equilibrio politico e diventare maggiormente di destra, imbarbarendo ancor di più il dibattito politico che è già egemonizzato dalla destra. Com’è noto per anni le forze politiche che governano l’UE in generale hanno favorito lo sfruttamento dei lavoratori tagliando servizi come la sanità e facendo speculazioni finanziarie e ambientali generando rabbia, precarietà e frustrazione, e per certi aspetti anche rassegnazione politica che in questa fase è davvero la cosa più grave anche perché è legata all’aumento dell’astensione al voto. Per evitare che il malessere diffuso si caratterizzasse con una connotazione anticapitalista hanno rilanciato la guerra tra poveri e fatto crescere l’estrema destra che è sempre più disponibile a difendere il sistema capitalistico con tutte le sue politiche contro i lavoratori e le forze di sinistra e dei movimenti civici.
Le varie liste elettorali presentano candidati noti e anche meno noti ma tutti sono considerati personaggi pubblici e attrattori di voti anche al di là dei programmi dei partiti e dei movimenti di riferimento dei quali non si parla. Il dibattito che si sta sviluppando in questa campagna elettorale è centrato su quale Europa vogliamo e purtroppo, per niente di quale Europa avremmo bisogno. Avs ha candidato Ilaria Salis nella circoscrizione del Nord Ovest e in quella delle Isole ed è stata una candidatura alquanto fuori dal normale iter ed ha un grande significato politico perché pone fortemente il tema della lotta per i diritti civili. Ilaria Salis è detenuta in condizioni disumane da quasi quindici mesi in Ungheria con l'accusa di avere aggredito due neonazisti. Alla metà di febbraio del 2023 aveva espresso come cittadina europea dissenso rispetto alla manifestazione neonazista di rievocazione delle SS che combatterono per il Reich di Hitler ed è totalmente estranea all'aggressione di cui senza alcuna prova viene accusata e detenuta in carcere: è accusata insieme ad un gruppo di attivisti tedeschi di aver aggredito due neonazisti fra il 9 e il 12 febbraio 2023 a Budapest. Nella capitale ungherese questi giorni non sono stati come gli altri, sono stati quelli nei quali l’estrema destra europea ha celebrato l’11 febbraio del 2023 il Giorno dell’onore (anche noto come Tag der Ehre) che è la ricorrenza con cui i neonazisti ricordano il battaglione delle SS di Afolf Hitler che nel 1945 cercò di bloccare l’assedio di Budapest condotto dall’Armata Rossa.
Ilaria Salis è detenuta in condizioni peggiori di quelle del 41-bis italiano che com’è noto è un regime carcerario dell'ordinamento penitenziario introdotto dalla legge del 10 ottobre del 1986, n. 663, e che prevede un particolare regime carcerario per la rigidità delle prescrizioni carcerarie ed è anche noto come "carcere duro" per gli autori di reati in materia di criminalità organizzata nei confronti dei quali sia stata accertata la permanenza dei collegamenti con le associazioni di appartenenza. Ad Ilaria è consentito un’ora d’aria al giorno, come per il 41-bis, ma le vengono tolte ad esempio 10 minuti se per questo tempo parla con il padre, Roberto Salis, e le viene sottratto anche il tempo impiegato se si reca allo Spaccio per fare quegli acquisti ordinari e necessari. Il tempo impiegato per comunicazioni con i famigliari e per altre necessità viene sottratto dall’ora d’aria. Gli estremisti di destra che sarebbero stati aggrediti non hanno presentato denuncia e hanno ricevuto diagnosi che vanno da 5 a 8 giorni per le escoriazioni riportate. Purtroppo, ci sono le ragioni che dimostrano che si tratta di un caso che ha un’evidente montatura politica contro un’attivista italiana impegnata per la difesa dei diritti civili.
Per mesi in Italia i media non hanno dato notizia poi si è attivato un movimento di opinione e il caso è diventato di dominio pubblico e con le elezioni europee dell’8 e 9 giugno Avs, Alleanza Verdi Sinistra, si è offerta di candidare Ilaria. Le scarse garanzie di indipendenza della magistratura ungherese sono note, prova eloquente ne è il carattere abnorme delle pene richieste rispetto all'entità dei fatti contestati, si parla di 11 anni di carcere duro, e l'utilizzo della cintura e delle catene di contenimento nel corso del processo sono la prova come se fosse stata già dichiarata colpevole.
È chiaro che è un caso politico e non giudiziario, l'accusa ritiene che Ilaria faccia parte di un'associazione criminale transnazionale, per cui il giudice ha confermato le misure cautelari ritenendola estremamente pericolosa: è detenuta come una pericolosissima terrorista, ma se verrà eletta a norma dei trattati Ue, per il comma 1 e 2 dell’articolo 7 del “Protocollo sui privilegi e sulle immunità dell'unione europea” del 7 giugno del 2016 (https://www.europarl.europa.eu/cmsdata/206116/A2_IT.pdf), potrebbe essere liberata. Come europarlamentare potrebbe svolgere un ruolo importante per il rilancio dei diritti civili in Europa.
Il parlamento europeo concludendo la legislatura, in Aula, con la discussione iniziata il 10 aprile che si è conclusa dopo un ampio dibattito il 24 aprile, ha adottato con 399 voti favorevoli, 117 contrari e con 28 astensioni la sua ultima risoluzione dedicata all’Ungheria sulla valutazione della democrazia e diritti umani (https://www.agensir.it/quotidiano/2024/4/25/parlamento-europeo-risoluzione-contro-lungheria-sospendere-immediatamente-la-legge-sulla-sovranita/). Il testo denuncia gravi carenze relative al sistema giudiziario, corruzione, conflitti di interesse, libertà dei media, diritti fondamentali, sistema costituzionale ed elettorale, funzionamento della società civile, tutela degli interessi finanziari dell'UE e del rispetto dei principi del mercato unico, purtroppo questa risoluzione non è vincolante ma ha un grande significato politico.
L’8 e 9 giugno si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo e secondo il regolamento parlamentare i suoi membri godono di immunità e non possono essere arrestati o sottoposti a restrizioni della loro libertà per tutta la durata del loro mandato, tranne nel caso in cui vengano fermati in flagranza di reato, cioè mentre lo stanno commettendo e il protocollo stabilisce che i parlamentari che si trovano sul territorio di un altro Stato membro non possono essere detenuti né essere oggetto di procedimenti giudiziari. Quindi ad Ilaria Salis verrebbe riconosciuta l’immunità e le autorità giudiziarie ungheresi dovrebbero rilasciarla. Se il procuratore generale o il capo della procura di Budapest inviasse al presidente del Parlamento Europeo una richiesta di autorizzazione a procedere per poter riprendere il processo contro Ilaria Salis, la richiesta dovrebbe essere esaminata dalla commissione giuridica dell’Ue composta dai parlamentari europei che si occuperebbe del caso e dopo averlo discusso la commissione elaborerà una relazione proponendo una tra queste soluzioni: confermare l’immunità, negarla, oppure negarla solo in parte. In quest’ultimo caso, le autorità giudiziarie dello Stato membro sono autorizzate ad andare avanti col processo, ma il parlamentare indagato o imputato resta libero fino alla sentenza definitiva. La decisione della commissione verrebbe poi inviata all’assemblea del Parlamento, che la discuterebbe nella prima seduta utile e l’approva o la respinge a maggioranza semplice.
Con un voto ad Ilaria Salis si affermerebbe che in Italia è attiva la lotta per i diritti civili. Ecco in parte la lettera presentata dal padre Roberto Salis nella conferenza stampa a Montecitorio con i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratorianni per la presentazione della candidatura (https://www.adnkronos.com/politica/ilaria-salis-lettera-candidatura-europee_4ePXC6pMkw9VhaRva3j3np?refresh_ce):
“Io ho avuto la fortuna di non essere dimenticata ma situazioni di ingiustizia simili sono all'ordine del giorno di diversi paesi d'Europa. Per questo, dopo notti insonni e settimane di riflessioni ho deciso di accettare la candidatura alle elezioni europee per portare l'attenzione che mi avete mostrato anche ad altre persone che si trovano nella mia stessa situazione e trasformare questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttivo nella tutela dei diritti fondamentali”.
Queste elezioni sono ritenute come una svolta al di là degli slogan e dei problemi cruciali come l’economia, la sanità e le guerre in corso però i diritti civili non possono essere ignorati oppure rispetto ad altri diritti oscurati. Votare per Ilaria Salis non significa soltanto salvarla, ma significa offrire alle classi popolari del nostro paese una rappresentante nell’europarlamento che, in questa fase, chi meglio di lei conosce in concreto le tematiche dei diritti umani.